Sento
nominare Nottingham alla radio per il caso di Indi Gregory e subito mi viene in
mente Robin Hood, quello del cartone animato della Disney, e mi metto a sperare
che arrivi proprio lui, volpe gentile e imprendibile, a salvare la piccola
bambina dalla condanna a morte. Spero arrivi quel Robin Hood di quand’ero
piccolo, quello che liberava e aiutava i poveri e gli oppressi, ma senza far male
ai cattivi. E, alla fine, i cattivi ti facevano pena perché, con tutto il
potere che avevano, non riuscivano a essere simpatici, non riuscivano a voler
bene, a vivere bene. E non odiavi il principe Giovanni, né il serpente Bis, né
lo sceriffo di Nottingham, né gli avvoltoi; semplicemente li compativi:
poveretti, sono così tristi! Poveretti, non sanno quanto sia bella la
sincerità, non hanno amici, sono condannati a una vita triste, falsa, tutta
invidia, gelosia, cattiverie, inganni,...
Così
oggi mi commuovo per mia sorella Indi. Sì: è gravemente ammalata, forse
irrimediabilmente malata, forse inguaribile. Ma prima di tutto è una figlia: ha
un babbo e una mamma che la amano; prima di tutto è una bambina; prima di tutto
è una nostra sorellina.
Indy
è viva!
E
ci sono medici che hanno dato la disponibilità di accoglierla, accudirla,
amarla, accompagnarla nel tempo che le sarà dato di vivere! E mi chiedo come
possa venire in mente a qualcuno di decidere sulla vita di quella figlia al
posto dei suoi genitori!
Provo
una grande pena per voi, uomini di qui e di là, che, accecati dalle vostre
ideologie, pretendete di avere il diritto di toccare la vita, di accenderla e
spegnerla secondo il vostro gusto, o secondo il vostro giudizio, di scegliere
voi, pochi, cos’è meglio per tutti. Ho pena di voi, ma non vi odio. Semplicemente
mi fate pena perché non siete contenti della vostra vita, non avete ancora
capito nulla della vita e avete pure la pretesa di insegnare agli altri e
perfino a Dio cos’è la vita!
Nessun commento:
Posta un commento