lunedì 20 novembre 2023

34 giorni a Natale


Quando mancano trentaquattro giorni a Natale, sono sconvolto dalla notizia delle violenze sulle donne, sugli uomini, sui poveri, sugli indifesi, sui bambini, sugli stranieri, sugli omosessuali, sugli anziani, … ad opera di persone di tutte le età.
Sono sconvolto dalla rabbia e dalla prepotenza che avverto in piazza, quando sento da lontano persone discutere animatamente, o sulla strada quando mi fermo a far passare un pedone e subito, a sinistra o a destra, mi sorpassano con motorini, moto, monopattini o auto, rischiando di investire l’ignaro pedone… tutti che sembrano doversi prendere una rivincita, tutti che devono far pesare la loro potenza, ma sarebbe più giusto dire che devono far pesare la loro ignoranza e prepotenza.
Sono sconvolto dal racconto di professori e maestri aggrediti da genitori inferociti per la pagella dei figli – come se la responsabilità fosse dei professori – o presi di mira da bulli e bulletti nelle ore di lezione, …
 
Alla radio stamattina si parla di una violenza che non si riesce a contenere. E così mi metto a pensare ai tanti spot pubblicitari di film e serie televisive stracarichi di violenza. Sono ormai accessibili a tutti, anche ai più piccoli che con lo smartphone o con il pc o in tv, non hanno alcuna difficoltà ad accedere ai contenuti più violenti e inappropriati.
 
Sento su radio1 che il governo sarà tempestivo nel prendere provvedimenti e spero che saranno efficaci questi provvedimenti: ore scolastiche dedicate all’educazione all’affettività e alle buone relazioni, presenza di psicologi ed educatori per accompagnare nella crescita i ragazzi, ... Tutte buone idee! Ma se i ragazzi continueranno a guardare video inappropriati, a seguire serie televisive dove il cattivo sembra essere un eroe, a giocare con videogiochi così violenti da far impallidire i loro nonni, ad avere accesso a informazioni tanto dettagliate su omicidi, rapimenti, atti di violenza domestica o urbana, … non penso che cambierà molto, anzi sono convinto che non cambierà niente. È un po’ come con il contrasto alla ludopatia: qualche settimana fa, tutti i mezzi di comunicazione a sollevare il problema della ludopatia e l’urgenza di contrastarla, ma poi accendevo la tv e a tutte le ore mi ritrovavo con gli spot delle agenzie di scommesse. Ma se il gioco d’azzardo è un veleno che ammazza la vita, non è meglio non proporlo? E invece lo propongono a tutte le ore, anche quando potrebbero guardarlo i bambini, così quando saranno grandi… E così fanno con l’alcool e altre sostanze nocive…

Non lo chiedo a Babbo Natale e nemmeno a Gesù bambino, non lo chiedo al governo e nemmeno alla società, oggi lo chiedo a me come adulto, come cittadino e come parte integrante della società: «Prenditi cura dell’educazione dei più piccoli e non lasciarli soli, ma ascoltali e accompagnali nel loro percorso di crescita umana!».

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