Sinodalità è coraggio di non presentarsi
con gli schemi già pronti, con le
soluzioni già pensate e già scritte, perché già definite. Sinodalità è docilità e disponibilità a mettere in
discussione la propria visione sulla base di quello che si ascolta dall’altro.
Sinodalità è chiedere allo Spirito Santo di ispirare le parole e le opere,
senza mai utilizzare le parole “Spirito” e “Santo” per confermare decisioni che
sono solo nostre. Sinodalità è fare programmi semplici e curarsi che tutti
abbiano le scarpe giuste per camminare, piuttosto che selezionare quelli che ci
daranno maggiori garanzie di raggiungere l’obiettivo. Sinodalità è saper
mettere da parte le proprie convinzioni, se l’attualità le contraddice.
Sinodalità è adattare il proprio passo al passo del più lento, del più
affaticato e non lasciarsi dietro una folla incapace di tenere il passo di chi
è più veloce, o di chi si sente più sicuro. Sinodalità è dedicare tempo all’ascolto,
e non fare in modo che l’altro ci dica proprio quello che avevamo deciso che ci
dovesse dire. Sinodalità è lavorare perché tutti si sentano partecipi di un
cammino, e perché tutti possano dare il proprio contributo durante il cammino.
Sinodalità è avere fiducia nell’altro. Sinodalità è avere stima dei doni di cui
l’altro è portatore. Sinodalità è fare in modo che anche il più piccolo sappia
che il suo contributo è essenziale. Sinodalità è mitezza e umiltà!
Per questo,
dove ti vedo, gioisco,
Sinodalità!
Per questo,
dove non ti vedo,
ti sogno e ti costruisco,
Sinodalità!