martedì 31 maggio 2022

Com'è buona la Sinodalità!!!


Sinodalità è coraggio di non presentarsi con gli schemi già pronti, con le soluzioni già pensate e già scritte, perché già definite. Sinodalità è docilità e disponibilità a mettere in discussione la propria visione sulla base di quello che si ascolta dall’altro. Sinodalità è chiedere allo Spirito Santo di ispirare le parole e le opere, senza mai utilizzare le parole “Spirito” e “Santo” per confermare decisioni che sono solo nostre. Sinodalità è fare programmi semplici e curarsi che tutti abbiano le scarpe giuste per camminare, piuttosto che selezionare quelli che ci daranno maggiori garanzie di raggiungere l’obiettivo. Sinodalità è saper mettere da parte le proprie convinzioni, se l’attualità le contraddice. Sinodalità è adattare il proprio passo al passo del più lento, del più affaticato e non lasciarsi dietro una folla incapace di tenere il passo di chi è più veloce, o di chi si sente più sicuro. Sinodalità è dedicare tempo all’ascolto, e non fare in modo che l’altro ci dica proprio quello che avevamo deciso che ci dovesse dire. Sinodalità è lavorare perché tutti si sentano partecipi di un cammino, e perché tutti possano dare il proprio contributo durante il cammino. Sinodalità è avere fiducia nell’altro. Sinodalità è avere stima dei doni di cui l’altro è portatore. Sinodalità è fare in modo che anche il più piccolo sappia che il suo contributo è essenziale. Sinodalità è mitezza e umiltà!
 
Per questo,
dove ti vedo, gioisco,
Sinodalità!
 
Per questo,
dove non ti vedo,
ti sogno e ti costruisco,
Sinodalità!

giovedì 26 maggio 2022

Come in un film

Oggi ero fermo al semaforo e in macchina stavo ascoltando un brano della colonna sonora di "Per un pugno di dollari". A lato della strada ho notato un signore anziano con un cappello di paglia, che aspettava il verde per attraversare, e subito mi sono detto: «Che spettacolo: c'è pure Piripero!».



giovedì 19 maggio 2022

… perché Gesù è di tutti – don Primo Mazzolari

            «Con questo foglio vengo a trovarvi in un momento più favorevole; dopo cena, accanto al fuoco, o nella stalla, in una giornataccia di pioggia o di neve.
Un tempo veniva il cantastorie a distrarvi: presto verrà la radio: intanto ci vengo io.
Mi siedo in un angolo del vostro focolare o sopra uno scagno della vostra stalla e incomincio…
Una storia, la storia più bella, più vera, sempre nuova: la storia di Gesù.
Stavolta non ve la legge il prete, ma il contadino che la grazia ha voluto prete, ma che continua a vedere e a sentire e a leggere il Vangelo col suo cuore di contadino.
Badate: il Vangelo non è un libro di classe, perché Gesù è di tutti; per i contadini e per gli operai, per i borghesi e per i nobili, per i padroni e per i salariati, per i ricchi e per i poveri.
Per tutti. Ve lo ripeto, perché troppi lo dimenticano. Ma può essere letto da chiunque col suo proprio cuore, con la sua propria fisionomia inconfondibile.
Oserei dirvi che va letto così, perché soltanto così lo si può capire e farlo nostro senza portargli via nulla, senza diminuirlo, senza alterarlo.
E senza forzare la parola divina, senza straniarmi da ogni vostra pena e da ogni giusta rivolta, v’assicuro che nel Vangelo c’è il pane di tutte le ore.
          E… incomincio». [don Primo Mazzolari, Il Vangelo del contadino, ed. La Locusta, Vicenza]