sabato 10 giugno 2017

Stammi ancor vicino, Signore!

Il ritiro in preparazione alla Prima Comunione si è appena concluso e i ragazzi sono tornati a casa. A me resta in mano un foglio che mi sembra una mappa del tesoro. Continuo a guardare la via tracciata e penso all’esigenza di percorrerla senza più attardarmi, senza più perdere tempo in mille distrazioni.

Il brano di Lc 15 (versetti 3-7) rivela la gioia di un pastore per aver ritrovato la pecorella che si era perduta. Gioia che egli condivide con la pecorella, finalmente sulle spalle sicure del suo pastore. Essa ha provato lo smarrimento, la solitudine, la paura della notte e della lontananza dal gregge e dall’ovile; ma ora il suo pastore l’ha ritrovata, ora non ha più nulla da temere: è sulle sue spalle; tornerà a casa sana e salva!

«Rallegratevi con me» (Lc 15, 6), dice il pastore ai suoi amici e ai suoi vicini e se si è suoi amici, non si può davvero fare a meno di essere presi dalla sua stessa allegria.

Ho riletto da poco Il piccolo principe e il brano della pecorella perduta e del suo pastore mi fa pensare a un testo che parla di una pecora e di un paletto per legarla…

«“Da dove vieni, mio piccolo ometto? Dov’è la tua casa? Dove vuoi portare la mia pecora?”
Dopo una pausa silenziosa, mi rispose:
“C’è di buono, con la cassa che mi hai regalato, che, di notte, essa le servirà da casa”.
“Certo. E se sei gentile, ti darò pure una corda, per legarla durante il giorno. E un paletto”.
La proposta sembrò urtare il piccolo principe:
“Legarla? Che idea stramba!”
“Ma se non la leghi, essa andrà dappertutto e si perderà…”
E il mio amico scoppiò in una nuova risata:
“Ma dove vuoi che vada?”
“Non importa dove. Diritto davanti a sé…”.
Allora il piccolo principe mi fece notare gravemente:
“Non fa niente, tutto è talmente piccolo da me!”.
E, forse con un po’ di malinconia, aggiunse:
“Andando diritto davanti a sé, non si può andare molto lontano…”». (Il piccolo principe, capitolo III)

Il nostro pianeta non è così piccolo come quello da cui proviene il piccolo principe, eppure Gesù non usa una corda e un paletto per legarci e non farci andare lontano! Gesù ci lascia liberi e ci accompagna dovunque andiamo. Ci incontra sulle strade che noi scegliamo di percorrere, fa festa con noi quando siamo nella gioia, partecipa al nostro dolore quando piangiamo, ci aiuta nella fatica e ci consola quando siamo tristi per qualche motivo. Se ci accorgiamo di questa sua presenza, di questa sua amicizia, non ci perdiamo mai: anche se andiamo lontano, siamo sempre a casa; anche se ci avventuriamo nel deserto, non siamo mai soli! Gesù cammina con noi (Lc 24, 15) e, se lo accogliamo nella nostra vita, ci insegnerà la via della felicità, proprio come il pastore guida le sue pecorelle ai pascoli migliori!

Gesù ci ama e poiché ci ama, ci fa entrare nel suo cuore, nella sua vita. Egli condivide con noi i suoi sentimenti: vuole che anche noi possiamo provare il suo stesso amore per ogni uomo, la sua stessa misericordia. Se stiamo con Lui, è un continuo imparare da Lui (Mc 3, 14)!

Basterà ascoltare e mettere in pratica la Sua Parola.
Basterà contemplare il suo offrirsi in sacrificio per noi: «Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: PRENDETE E MANGIATENE TUTTI: QUESTO è IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI» (Preghiera Eucaristica II).

Gesù dona la sua vita per la nostra vita. Nutrendoci di Lui, Egli ci rende capaci di fare della nostra vita un dono. È proprio qui che Gesù vuole condurci, a fare della nostra vita un dono. Se teniamo fisso lo sguardo su di Lui, se ascoltiamo quello che Lui ci dice, la nostra vita sarà bella come la sua, sarà piena di gioia come la sua.

E allora,

«Stammi ancor vicino, Signore.
Tieni la tua mano sul mio capo,
ma fa' che anch'io
tenga il capo sotto la tua mano.
Prendimi come sono,
con i miei difetti, con i miei peccati,
ma fammi diventare come tu desideri
e come anch'io desidero».
(Giovanni Paolo I)