lunedì 30 dicembre 2013

Chiedo la fede

Busso al cielo
chiedo la fede
ma non quella con il pianto sulla spalla
quella che conta le stelle e non vede la gallina
quella che come la farfalla dura un giorno
ma
quella sempre fresca perché infinita
quella che corre come un agnello dietro alla madre
non capisce ma comprende
tra le parole sceglie le più piccoline
non possiede una risposta a tutto
e non va a gambe all’aria
se a qualcuno prende un colpo [J. Twardowski, Affrettiamoci ad amare, Marietti]

mercoledì 25 dicembre 2013

Un figlio

«Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te… […]
Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio» (Is 9,2.5).

Questa è una notte di gioia moltiplicata perché un bambino che nasce è novità, è canto nuovo, è festa non solo per chi lo attende (per la sua famiglia) ma per la comunità, per il paese, per tutti gli uomini, per tutto il creato: «Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude; sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta davanti al Signore che viene…» (Salmo 95,11-13).

«… ci è stato dato un figlio» (Is 9,5)
… perché guardandolo e prendendolo tra le nostre braccia, noi siamo mossi alla tenerezza, a una cura amorevole che ci coinvolge nell’intimo prendendoci il cuore e così, pian piano, impariamo a essere gli uni per gli altri padri e madri.

«… ci è stato dato un figlio» (Is 9,5)
… perché accogliendolo, noi possiamo diventare figli di Dio (Gv 1,12), figli amati che desiderano somigliare al loro Padre vivendo la gioia dell’amore!

«… ci è stato dato un figlio» (Is 9,5)
… perché incontrandolo, noi troviamo uno che ci accoglie, ci comprende, ci consola, ci guarisce, ci rialza, ci accompagna, ci rinnova, ci perdona, ci benedice, fissa su di noi il suo sguardo e ci ama.

«… ci è stato dato un figlio» (Is 9,5)
… perché seguendolo, a noi riveli la sua identità, il suo nome.
Consigliere mirabile: Egli mi educa; è il mio maestro.
Dio potente: a Lui tutto è possibile; Egli vince il peccato, vince la morte.
Padre per sempre: Egli provvede a me in ogni circostanza.
Principe della pace: Egli è la nostra pace (Ef 2,14).

«… ci è stato dato un figlio» (Is 9,5)
… perché nella nostra notte, l’annuncio di «una grande gioia che sarà di tutto il popolo» (Lc 2,10) faccia scomparire ogni paura di Dio, ogni ansia per il futuro. Tutto, infatti, è nelle mani di Dio e a noi è stata donata per bocca degli Angeli questa luminosa verità: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14). [dGL]

giovedì 19 dicembre 2013

Natale

Gesù viene.
E con Lui viene la gioia.
Se lo vuoi ti è vicino;
anche se non lo vuoi, ti è vicino.
Ti parla anche se non gli parli;
se non lo ami egli ti ama ancor di più.
Se ti perdi, viene a cercarti;
se non sai camminare, ti porta.
Se tu piangi, sei beato perché Lui ti consola.
Se sei povero, hai assicurato il Regno dei cieli.
Così entra nel mondo la gioia.
Attraverso un bambino che non ha niente. [don Primo Mazzolari]

venerdì 13 dicembre 2013

Povertà

Povertà
è aver bisogno, fare i conti con il proprio non bastare a se stessi, con il limite, la fragilità, le proprie attese deluse, l’incapacità di rispondere a tutte le domande,…

Povertà cristiana
è vivere tutto questo in semplicità di cuore, confidando nella paternità di Dio, senza più paura, sospetto, scoraggiamento.

Povertà cristiana
è aver sempre desiderio di star con Te, Signore. [dGL]

giovedì 12 dicembre 2013

Il sì accogliente

Gesù non mise l’accento sul NO,
ma sul .

Perché il rifiuto nei confronti dell’ALTRO è all’ordine del giorno,
l’accoglienza, invece, è sorpresa, sorriso, via nuova, porta aperta, 
vita che nasce ed è per sempre, storia che continua, cuore che si allarga.

Il NO appesantisce, rabbuia, intristisce, sbarra, chiude,… [dGL]

martedì 10 dicembre 2013

Cose di paese…

Perché tu non vieni insieme a noi,
in paese fra la gente insieme a noi?
In quella cascina, così solo cosa fai?
La domenica la messa finalmente sentirai!

No non mi va, preferisco restare qui;
ho la vacca ed il maiale, non li posso abbandonar così!
Pompar l'acqua dal canale, poco fieno nel fienile: troppo da fare!
Prepararmi da mangiare, un'occhiata sempre all'orto;
quando è sera stanco morto, mi diverto solamente a dormire.

Sì, ma non è vita questa qua!
Se ti compri il vestito della festa,
chissà, potresti anche far girar la testa.
E se poi non ci riesci,
appena fuori dal paese c'è la giostra.

No non mi va, preferisco restare qua;
io in paese, ci ho vissuto già qualche mese.
Se di notte fai un passo,
con la lingua che è un coltello,
ti tagliano gli abiti addosso;
e se parli a una ragazza che è già stata fidanzata,
loro ti mettono due timbri: ruffiano e prostituta
e se qualcuno non difende i suoi interessi con le unghie e con i denti,
è degradato ad ultimo dei fessi,
per non dir degli impotenti.

Avrai anche un dancing per ballare!
E poi, un biliardo per giocare!
Avrai un'osteria dove tu puoi bere,
e poi il televisore da guardare!
Potrai, anche peccare se lo vuoi!

No non mi va, molto meglio restare qua;
non voglio entrare in mezzo all'invidia e la perfidia,
non voglio stare a duellar fra gelosie sporche dicerie
e bigottume delle dolci e care figlie di Maria
e la politica del curato contro quella della giunta
tutti lì a vedere chi la spunta.
E sorrisi e compromessi e fognature dentro i fossi!
No no, io non ci sto,
no no, io non ci sto!
Io non posso parlare solo di calcio e di donne,
di membri lunghi tre spanne, non posso parlare
di tutte le corna del droghiere
e dell'ulcera duodenale del padre del salumiere
non posso parlare

Potrai un giorno avere anche dei figli!

Per poi farli diventar così? 
Preferisco allevar vitelli e conigli!

[Lucio Battisti, Le allettanti promesse]

sabato 7 dicembre 2013

La provvidenza

Quando ti portano via ciò che possiedi, tu dallo, perché l’amore di Dio non può opporre un rifiuto. Ma chi non ha conosciuto l’amore di Dio non può essere misericordioso, perché non ha la gioia dello Spirito santo nell’anima sua.

Se il Signore che è misericordioso ha sofferto per dare a noi sulla terra lo Spirito santo che viene dal Padre, e se ci ha dato il suo Corpo e il suo Sangue, allora è evidente che anche tutte le altre cose di cui abbiamo bisogno ce le darà Lui. Rimettiamoci alla volontà di Dio, e vedremo la sua provvidenza, e il Signore ci darà anche quello che non ci aspetteremmo.

Non affliggiamoci per la perdita dei beni materiali: è un fatto senza importanza. L’ho imparato dal mio padre secondo la carne. Quando accadeva qualche contrarietà in casa, egli restava tranquillo. Dopo l’incendio gli dicevano, compassionandolo: «Ti è bruciato tutto, Ivan Petrovic». E lui rispondeva: «Il Signore farà in modo che le cose si rimettano a posto». Una volta passavamo vicino al nostro campo, e io gli dissi: «Guarda, ci rubano i covoni». E lui mi rispose: «Eh, figliolo mio, il Signore ci ha dato abbastanza pane e se costui sta rubando significa che ne ha bisogno». Un’altra volta gli dissi: «Tu fai molte elemosine. Ma altri, che vivono meglio di noi, danno di meno». Ma egli rispose: «Eh, figliolo mio, il Signore ci darà il necessario». E il Signore non ha mai deluso la sua speranza. [Silvano del Monte Athos, Ho sete di Dio, Gribaudi 2007]

lunedì 2 dicembre 2013

La misericordia

… «Beati i poveri in spirito» (Mt 5,3; cf. Lc 6,20). Qui i poveri non sono solo gli economicamente e socialmente poveri, ma anche tutti coloro che hanno il cuore affranto, gli scoraggiati e i disperati, tutti coloro che stanno davanti a Dio come dei mendicanti. Gesù si rivolge a tutti coloro che devono portare dei pesanti fardelli: «Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,28s.).

Egli non ha solo predicato il messaggio della misericordia del Padre, ma l’ha anche vissuto. Visse quanto predicò. Si prese cura dei malati e dei tormentati da spiriti maligni e poté dire di sé: «Sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Prova compassione, quando incontra un lebbroso (Mc 1,41) o vede il dolore di una madre che ha perso il suo unico figlio (Lc 7,13). Ha compassione dei molti malati (Mt 14,14), del popolo affamato (Mt 15,32), dei due ciechi che lo pregano di aver pietà di loro (Mt 20,34), degli uomini che sono come pecore senza pastore (Mc 6,34). Si commuove profondamente e piange davanti al sepolcro del suo amico Lazzaro (Gv 11,35.38). Nel grande discorso del giudizio universale si identifica con poveri, affamati, miseri e perseguitati (Mt 25,31-46). Di continuo incontra uomini che invocano «Abbi pietà di me» o «Abbi pietà di noi» (Mt 9,27; Mc 10,47s. ecc.). Perfino sulla croce perdonò il ladrone pentito e pregò per coloro che lo avevano crocifisso (Lc 23,34.43).

La novità del suo messaggio rispetto all’Antico Testamento sta nel fatto che egli predica la misericordia di Dio in maniera definitiva e per tutti. Non solo a pochi giusti, ma a tutti egli dischiude la via di accesso a Dio, per tutti c’è posto nel regno di Dio, nessuno è escluso. [W. Kasper, Misericordia, Queriniana]

domenica 1 dicembre 2013

Avvento

Un tempo
per cercare il Tuo volto,
il Tuo vedere senza giudizio,
il Tuo guardare pieno d’amore.
Perché il giudizio taglia e secca,
l’amore pota e fa vivere.

Un tempo
per rinvigorire la speranza fondandola su Te che sei il Signore!

Un tempo
per stare alla Tua luce che illumina ogni uomo, ogni cuore
disperdendo le tenebre del peccato e della morte.

Un tempo
per allargare il cuore e fare spazio
perché Tu possa trovarvi posto e con Te tutti i fratelli,
ogni altro che busserà alla porta.

Buon Avvento! [dGL]