martedì 31 ottobre 2023

54 giorni a Natale


E siamo arrivati al 31 ottobre.

Mancano cinquantaquattro giorni a Natale e oggi è la vigilia di Tutti i Santi (1 novembre), a cui seguirà la commemorazione di tutti i defunti (2 novembre).

Vorrei esprimere la mia gratitudine a tutti, Santi e defunti, con le parole di George Eliot:

«La crescita del bene nel mondo dipende in parte da gesti che non fanno la storia; e il fatto che le cose per me e per te non vadano male come avrebbero potuto, lo dobbiamo almeno per metà a coloro che hanno vissuto con fedeltà una vita nascosta, a chi riposa in tombe che nessuno visita».

lunedì 30 ottobre 2023

55 giorni a Natale


«È un’ora buia. Questa è un’ora buia, Madre. E in questa ora buia ci immergiamo nei tuoi occhi luminosi e ci affidiamo al tuo cuore, sensibile ai nostri problemi» (dalla Preghiera del Papa per la pace del 27 ottobre 2023).

Mi sono rimaste particolarmente impresse queste parole del Papa.

Mi ricordano quando da piccolo il buio mi faceva paura ed ero in grado di sopportarlo solo se c’era lì mia madre a tenermi la mano o a prendermi in braccio.

Mi fanno pensare all’urgenza che ho di tornare bambino. Il bambino ha paura del buio. Il bambino fugge il buio. Il bambino vuole che ci sia sempre una luce accesa a impedire l’arrivo del buio. Il bambino cammina nel buio solo se c’è lì con lui uno più grande: «Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza» (Salmo 22, 4). Il bambino non stringe alleanza col buio.

Io a volte sì. A volte cedo alla tentazione di considerare alleato il buio. E ogni volta che succede mi ritrovo, poi, a riconoscere d’essermi perso.

La paura del buio si attenua col passare degli anni. Crescendo ci si convince che il buio può far comodo: il buio permette di fare cose che alla luce del sole non faremmo mai; il buio permette di ottenere vantaggi personali anche a scapito del prossimo e della comunità; il buio permette di non avere vergogna e di non farsi scrupoli; il buio permette di nascondersi agli occhi del nemico, ma anche dell’amico: «Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte» (Gv 13, 30).

Così oggi m’immagino il Papa che si immerge negli occhi luminosi della Beata Vergine Maria per trovare in lei quella fiducia, quella tenerezza che consente di camminare anche in quest’ora buia tenendo sempre fisso lo sguardo sul Suo Figlio Gesù!

Quando mancano cinquantacinque giorni a Natale,

ti chiedo Signore la grazia di tornare ad aver paura del buio, come quand’ero bambino;
ti chiedo la grazia di scegliere sempre la luce;
ti chiedo la grazia di attraversare le ore di buio senza mai perdere di vista Te, Luce che mai si spegne;
ti chiedo la grazia di entrare già qui e ora nel regno dei cieli: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18, 3).

domenica 29 ottobre 2023

56 giorni a Natale

Alcuni testi li gusti meglio se li leggi mentre sei immerso nella natura. E così oggi pomeriggio alle 16.00 ho partecipato a una iniziativa del Movimento dei Lavoratori di Azione Cattolica (MLAC) che ha proposto la lettura della lettera del Papa Laudate Deum su un prato a Grottammare.

Gli ulivi alle mie spalle, il prato verde, il sole, il canto degli uccellini, la presenza di fratelli e sorelle dell’Azione Cattolica e di qualche passante che, incuriosito, s’è fermato ad ascoltare, hanno fatto sì che le parole appassionate del Papa risuonassero in me amplificate dal contesto naturale e dalla fraternità in cui mi trovavo.

Mentre con gli occhi contemplavo il creato e con le orecchie ascoltavo le parole del Papa, non potevo fare a meno di considerare che è la fraternità a consentirci di vivere e che è possibile e doveroso abitare la terra in armonia con tutte le altre creature: se abito il prato e non faccio rumore, vedo posarsi gli uccellini, sento il vento tra i rami degli ulivi, noto le diverse sfumature di verde; se alzo gli occhi verso il cielo, vedo il colore del sole che lentamente s’avvia al tramonto e il cielo che gradualmente si scurisce,… E come faccio a non prendermi a cuore la casa mia e di tanti fratelli e sorelle? Come faccio a non prendermi cura di quel tesoro che è il creato?

sabato 28 ottobre 2023

57 giorni a Natale

Che ci faceva un gatto bianco e nero in chiesa alle 19.30 del 27 ottobre?

Non lo so e non lo saprò mai: fatto sta che c’era. L’ho visto altre volte passare davanti al portone della Chiesa, ma non mi è mai capitato di vederlo entrare. Forse entra tutti i giorni, approfittando del portone centrale aperto. Forse è entrato per la prima volta ieri sera. Non so dove voleva andare, perché quando aveva raggiunto guardingo la prima fila di banchi, io, che non lo avevo ancora notato, ho girato la chiave della porta a vetri della sacrestia e il rumore lo ha messo in allerta. S’è guardato intorno e poi è uscito da sotto il primo banco e s’è incamminato con eleganza nel corridoio centrale senza farmi capire se s’era spaventato al mio ingresso o se aveva semplicemente concluso il suo giro d’ispezione.

Stamattina, ascoltando il radiogiornale, mi sono meravigliato di come i potenti signori della guerra (sono tanti) non ascoltino le parole del Papa. Forse perché non le ritengono praticabili? Forse perché non gli conviene? Forse perché questa «ora buia» permette a tanti di non essere visti mentre fanno i loro affari?

Non lo so e non lo saprò mai. Nemmeno perdo tempo a indagarlo: non servirebbe a niente e mi porterebbe sulla via dell’odio e quindi fuori strada.

Però stamattina mi sono ricordato il gatto bianco e nero di ieri sera e mi sono messo a fantasticare che potrebbe aver sentito l’appello del Papa alla preghiera e al digiuno per la pace ed essere entrato in Chiesa per la prima volta solo per presentarsi a Cristo Re dell’Universo, anche lui a chiedere il dono della pace.

La voce del Papa, quella voce che chiama tutti all’amore e alla pace, quella voce che prega per tutti l’amore e la pace, quella voce che spesso è l’unica a chiedere amore e pace, forse il gatto l’ha ascoltata, perché per natura ha un udito sensibilissimo il gatto!

Signore, fa’ che le mie orecchie siano sensibilissime alla voce della Vita, dell’Amore, del Bene per essere coraggioso operatore di pace!

 

Riporto qui di seguito la Preghiera del Papa a conclusione dell’ora di preghiera Pacem in terris del 27 ottobre 2023 nella Basilica di San Pietro

Maria, guarda a noi! Siamo qui davanti a te. Tu sei Madre, conosci le nostre fatiche e le nostre ferite. Tu, Regina della pace, soffri con noi e per noi, vedendo tanti tuoi figli provati dai conflitti, angosciati dalle guerre che dilaniano il mondo.

È un’ora buia. Questa è un’ora buia, Madre. E in questa ora buia ci immergiamo nei tuoi occhi luminosi e ci affidiamo al tuo cuore, sensibile ai nostri problemi. Esso non è stato esente da inquietudini e paure: quanta apprensione quando non c’era posto per Gesù nell’alloggio, quanto timore quando di corsa siete fuggiti in Egitto perché Erode voleva ucciderlo, quant’angoscia quando l’avete smarrito nel tempio! Ma, Madre, tu nelle prove sei stata coraggiosa, sei stata audace: hai confidato in Dio e hai risposto all’apprensione con la cura, al timore con l’amore, all’angoscia con l’offerta. Madre, non ti sei tirata indietro, ma nei momenti decisivi hai preso l’iniziativa: in fretta sei andata da Elisabetta, alle nozze di Cana hai ottenuto da Gesù il primo miracolo, nel Cenacolo hai tenuto i discepoli uniti. E quando sul Calvario una spada ti ha trapassato l’anima, tu, Madre, donna umile, donna forte, hai tessuto di speranza pasquale la notte del dolore.

Ora, Madre, prendi ancora una volta l’iniziativa; prendila per noi, in questi tempi lacerati dai conflitti e devastati dalle armi. Volgi il tuo sguardo di misericordia sulla famiglia umana, che ha smarrito la via della pace, che ha preferito Caino ad Abele e, perdendo il senso della fraternità, non ritrova l’atmosfera di casa. Intercedi per il nostro mondo in pericolo e in subbuglio. Insegnaci ad accogliere e a curare la vita – ogni vita umana! – e a ripudiare la follia della guerra, che semina morte e cancella il futuro.

Maria, tante volte tu sei venuta incontro, chiedendo preghiera e penitenza. Noi, però, presi dai nostri bisogni e distratti da tanti interessi mondani, siamo stati sordi ai tuoi inviti. Ma tu, che ci ami, non ti stanchi di noi, Madre. Prendici per mano. Prendici per mano e guidaci alla conversione, fa’ che rimettiamo Dio al primo posto. Aiutaci a custodire l’unità nella Chiesa e ad essere artigiani di comunione nel mondo. Richiamaci all’importanza del nostro ruolo, facci sentire responsabili per la pace, chiamati a pregare e ad adorare, a intercedere e a riparare per l’intero genere umano.

Madre, da soli non ce la facciamo, senza il tuo Figlio non possiamo fare nulla. Ma tu ci riporti a Gesù, che è la nostra pace. Perciò, Madre di Dio e nostra, noi veniamo a te, cerchiamo rifugio nel tuo Cuore immacolato. Invochiamo misericordia, Madre di misericordia; pace, Regina della pace! Scuoti l’animo di chi è intrappolato dall’odio, converti chi alimenta e fomenta conflitti. Asciuga le lacrime dei bambini – in quest’ora piangono tanto! –, assisti chi è solo e anziano, sostieni i feriti e gli ammalati, proteggi chi ha dovuto lasciare la propria terra e gli affetti più cari, consola gli sfiduciati, ridesta la speranza.

Ti affidiamo e consacriamo le nostre vite, ogni fibra del nostro essere, quello che abbiamo e siamo, per sempre. Ti consacriamo la Chiesa perché, testimoniando al mondo l’amore di Gesù, sia segno di concordia, sia strumento di pace. Ti consacriamo il nostro mondo, specialmente ti consacriamo i Paesi e le regioni in guerra.

Il popolo fedele ti chiama aurora della salvezza: Madre, apri spiragli di luce nella notte dei conflitti. Tu, dimora dello Spirito Santo, ispira vie di pace ai responsabili delle nazioni. Tu, Signora di tutti i popoli, riconcilia i tuoi figli, sedotti dal male, accecati dal potere e dall’odio. Tu, che a ciascuno sei vicina, accorcia le nostre distanze. Tu, che di tutti hai compassione, insegnaci a prenderci cura degli altri. Tu, che riveli la tenerezza del Signore, rendici testimoni della sua consolazione. Madre, Tu, Regina della pace, riversa nei cuori l’armonia di Dio. Amen.

[dal sito https://www.vatican.va/content/francesco/it/prayers/documents/20231027-preghiera-pace.html]

venerdì 27 ottobre 2023

58 giorni a Natale


«Insegnami il gusto del bene...».

Così inizia il salmo della Messa di oggi (118/119).

Il bene ha un gusto!

Il bene è gustoso!

Non sempre gusto il bene, non sempre mi accorgo del gusto buono del bene che ricevo e che faccio.

Oggi decido di allenarmi ad assaporare il bene, a ricordare il suo bel sapore per scegliere il bene anche quando non mi viene spontaneo, anche quando mi costa un impegno, anche quando richiede una certa fatica, anche quando non mi conviene!

Mentre sono in attesa del Natale, insegnami, Signore, il gusto del bene!

giovedì 26 ottobre 2023

59 giorni a Natale


Una preghiera che ci accompagna tutte le mattine è il cantico di Zaccaria e stamattina, dopo il radiogiornale delle 07.00, mi sono soffermato quasi automaticamente sul versetto che dice: «… per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1, 79).

«… dirigere i nostri passi sulla via della pace».

Mi rendo conto ogni giorno di quanto sia difficile trovare la via della pace: non solo la pace tra popoli in guerra o tra popoli confinanti, ma anche la via della pace nelle relazioni mie con il prossimo, ma anche la via della pace con me stesso, con la mia storia, con la mia vita. Più volte al giorno mi ritrovo a dire: «Signore, mostraci la via della pace».

Ogni mattina ho bisogno che il cantico di Zaccaria mi ricordi di tenere fisso lo sguardo su Gesù, dono della tenerezza e della misericordia del nostro Dio, sole che risplende su quelli che stanno nelle tenebre, su chi vede incombere su di sé la morte, su chi sente su di sé abbattersi le bombe, le botte, la violenza, le cattiverie, i giudizi e i pregiudizi, … e rischia così di rassegnarsi a vivere in un mondo fatto di tenebre.

Ogni mattina ho bisogno che il cantico di Zaccaria mi ricordi che, per grazia di Dio, posso sempre dirigere i miei passi sulla via della pace, seguendo le orme di Cristo Gesù!

mercoledì 25 ottobre 2023

60 giorni a Natale

Stamattina un salmo dell’Ufficio delle letture iniziava così: «Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza» (dal Salmo 17).

Queste parole mi hanno fatto pensare all’incontro quotidiano che ho col Signore nell’Eucaristia che celebro la mattina insieme a tanti cristiani e in modo particolare mi hanno fatto pensare al momento della Comunione, quando ci si mette in fila e si va a ricevere il Signore, sentendo nel cuore la stessa gioia espressa in un versetto di un altro Salmo: «Quale gioia, quando mi dissero: "Andremo alla casa del Signore!". Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!» (Salmo 122, 1-2).

E così, oggi, vedendo il cammino dei cristiani verso l’altare per ricevere la Comunione, ho rivisto il cammino dei Magi che da Oriente vennero a Gerusalemme per vedere Gesù: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (Mt 2, 2).

Quando mancano sessanta giorni a Natale, ti chiedo la grazia Signore, di incamminarmi verso di Te sempre con la certezza che sto incontrando la Gioia, la Risurrezione, la Vita eterna, la Via, la Verità, la Vita! Signore, ti chiedo la grazia di avvicinarmi a ricevere la Comunione con il cuore che dice: «Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza».

martedì 24 ottobre 2023

61 giorni a Natale

 

L’esordio in amichevole della Folgore, società sportiva che si allena sul campo della nostra Parrocchia, mi ha portato ieri pomeriggio allo Stadio Comunale Filippo Pirani di Grottammare per sostenere la squadra e guardare la prima partita dei nostri ragazzi con i pari età del Grottammare Calcio.

Passeggiando per il campo sportivo nel pre-partita, ho notato tanti ragazzi di tutte le età impegnati coi loro allenatori in diverse zone del campo a seconda della categoria di appartenenza. Notare questa grande partecipazione mi ha rallegrato: nelle nostre città ci sono molte attività dedicate ai ragazzi, occasioni di crescita sportiva, ma anche umana, occasioni per imparare il gioco di squadra, occasioni per accorgersi che la vita stessa è un grande gioco di squadra dove ci si sostiene e ci si aiuta gli uni gli altri.

La scena non mi era nuova: la vedo in tutte le nostre Parrocchie, nella messa, nelle attività in oratorio, negli incontri di catechesi, nei ritiri, nei campi-scuola, … la vedo nei campi sportivi, nelle palestre e sulla pista di Atletica qui a San Benedetto del Tronto e a Porto d’Ascoli!

Stamattina, quando ormai mancano solo sessantuno giorni a Natale e forse già qualcuno sta pensando ai regali da preparare, non faccio altro che pensare al regalo quotidiano che siamo gli uni per gli altri semplicemente vivendo con cura le nostre relazioni, la nostra professione, un lavoro, un’attività sportiva, l’insegnamento a scuola, una missione, una vocazione,… Stamattina non faccio altro che pensare a quanto sia essenziale per la vita del mondo la cura, la gentilezza, la cordialità, la pace che offriamo, quasi per abitudine, a chi incontriamo,… Stamattina non faccio altro che pensare a quanto sia essenziale per la mia vita il mio prossimo e la società in cui vivo: sono doni di Dio che forse spesso sono tentato di considerare come un peso e una responsabilità! E com’è bello quando c’è qualcuno che me lo ricorda o me lo fa notare! Questa penso sia la missione dell’allenatore, dell’educatore, del maestro, del professore, di ogni adulto: ricordare o far notare che non si vive mai da soli!

Stamattina non faccio altro che pensare a come sia responsabilità mia, che sono adulto, far notare ai più piccoli che non si viene al mondo e non si vive da soli, ma sempre in una relazione in cui riceviamo molto più di quello che potremo restituire.

Non faccio altro che pensare a come sia responsabilità mia, che sono adulto, far notare ai più piccoli che se decido di vivere solo per ricevere, se decido di vivere solo per me stesso, verrà a mancare alla società il dono che sono io, e questo significherà l’infelicità per me e un dolore per tutti!

Quella col Grottammare è stata una bella partita! Tutti i ragazzi delle due squadre hanno vinto, perché, guidati dai loro allenatori, hanno espresso un bel gioco di squadra!

lunedì 23 ottobre 2023

62 giorni a Natale

 

Scrive San Francesco di Sales: «I bambini, a forza di ascoltare le mamme e balbettare dietro di loro, imparano la loro lingua; avverrà lo stesso per noi se ci terremo vicino al Salvatore con la meditazione: osservando le sue parole, le sue azioni e i suoi affetti, impareremo, con il suo aiuto, a parlare, agire e a volere come lui» (San Francesco di Sales, Filotea. Introduzione alla vita devota, ed. Paoline).

Gesù, quando mancano sessantadue giorni a Natale, mi conquista la certezza che dal momento della Tua nascita in quella Santa Notte di tanti anni fa, io posso osservare le Tue parole, le Tue azioni e i Tuoi affetti e imparare, con il Tuo aiuto, a parlare, agire e a volere come Te!

È molto bello per me notare e ricordare che non sono solo in questa Tua scuola: con me ci sono i Santi di ieri e di oggi, quelli che stanno sugli altari e quelli della porta accanto; con me c’è tutta la Tua Chiesa!

sabato 21 ottobre 2023

Alla maniera di Cristo Gesù!


Brano su cui pregare: Mt 22, 15-22

Grazia da chiedere

Chiedo al Signore la grazia di vivere alla maniera di Cristo Gesù!
 

INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA

La domanda che i discepoli dei farisei e gli erodiani rivolgono a Gesù, mi fa pensare alla tentazione di separare la vita di fede dalla vita di tutti i giorni: un conto è il Vangelo e un conto è la vita; un conto è Cesare e un conto è Dio. Come se fosse possibile avere due vite: quella civile e quella religiosa.
 
Questa tentazione sta continuamente in agguato e, alla minima distrazione o disattenzione, mi aggredisce portandomi a tenere un certo comportamento per i rapporti con gli uomini e con le istituzioni civili, e un altro comportamento per la relazione con Dio e con la Chiesa.
La stessa risposta di Gesù (v. 21) sembrerebbe, a prima vista, andare in questa direzione: esiste qualcosa che è giusto rendere a Cesare e qualcosa che è giusto rendere a Dio.
 
Ma il destinatario della risposta di Gesù continua a essere unico: sono sempre io e si tratta sempre di questa mia unica vita. Sono io che sono chiamato a rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio!
 
E io ho una sola vita: la vita nuova in Cristo!
 
Perciò ci sarà un modo tutto cristiano di vivere anche quando non sto in Chiesa a santificare le feste e non sto svolgendo un servizio in Parrocchia e non sto in ritiro spirituale o in preghiera. Sono cristiano e sto facendo la volontà di Dio anche quando pago le tasse, quando guido la macchina, quando cammino per strada, porto a spasso il cane, vivo una relazione di buon vicinato, di amicizia, di amore, di collaborazione, di accoglienza, di prossimità, di cittadinanza con altre persone.
 
Ci sarà un modo tutto cristiano di stare alla presenza di Cesare sapendo che Cesare non è Dio, ma una creatura di Dio come me, avendo quindi certamente un rispetto per il suo ruolo istituzionale, ma senza rendere culto alla sua persona e senza mai aspettarmi da lui la salvezza che è dono di Dio.
Ci sarà un modo tutto cristiano di essere Cesare, sapendo di dover rispondere continuamente a Dio di quell’autorità/responsabilità che Cesare è chiamato temporaneamente a esercitare: un cristiano vivrà i ruoli di responsabilità con umiltà e sobrietà, con uno stile di servizio e mai di dominio.
Ci sarà un modo tutto cristiano di essere marito o moglie, padre o madre, fratello o sorella, nonno o nonna, amico o amica, fidanzato o fidanzata, …
Ci sarà un modo tutto cristiano di vivere le relazioni: è il modo della prossimità, della misericordia, della compassione, del perdono fino a settanta volte sette, dell’amore, dell’offerta di sé per il bene dell’altro.
 
C’è dunque un modo tutto cristiano di vivere!
È il modo di Gesù!

 

 
INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 

Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli

64 giorni a Natale

Sessantaquattro giorni a Natale...

... e penso ai Magi (Mt 2, 1-12).

Avranno già visto spuntare la stella?

Staranno facendo i bagagli per il viaggio?

Oro, incenso e mirra. I doni più preziosi per il Bambino Gesù!

Penso a loro e guardo me che spesso perdo di vista la stella e seguo sentieri tutti miei o un po’ miei e un po’ di altri…

Penso a Te e alla Tua Parola che ogni volta mi riporta sui Tuoi passi!

Penso a Te e ai Tuoi Santi che con la vita seguono le Tue orme: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme…» (1Pt 2, 21).

Penso a Te, Gesù, e coi Tuoi Santi, coi Tuoi Magi, coi miei fratelli e sorelle cristiani, continuo a seguirti nel mio viaggio!

venerdì 20 ottobre 2023

65 giorni a Natale

Oggi pomeriggio, riordinando casa, mi sono imbattuto in un calendario particolare: segna i giorni che mancano a Natale.

Negli anni scorsi era sempre appeso alla porta di casa e ogni volta che ci passavo davanti mi faceva sorridere perché, in prossimità del Natale, era simpatico seguire quel conto alla rovescia e sentire crescere nel cuore l’attesa! Nel toglierlo dallo scatolone dove era stato riposto, sono caduti i dadi rossi su cui sono scritti i numeri. Li ho raccolti e risistemati senza farci troppo caso: il calendario segnava 65 giorni a Natale. Subito l’ho appeso alla porta e poi, per curiosità, ho pensato di contare i giorni che mancano a Natale e…

Che meraviglia quando, arrivando al 24 dicembre, mi sono ritrovato a contare il numero sessantacinque!

Da oggi mancano proprio 65 giorni a Natale!

Così vorrei chiederti, Gesù, di addolcire fin da oggi i nostri cuori per essere attenti al bene che riceviamo e pronti al bene che possiamo compiere per ogni Gesù bambino che incontriamo: che sia appena nato, nel pieno delle forze, o morente, che sia ricco di beni o mancante di tutto, che sia sorridente o che sia nel pianto!

Caro Gesù,

fa’ che ogni uomo, incontrandoci, possa gustare la dolcezza del Vangelo!

sabato 7 ottobre 2023

Solo l'amore

Brano su cui pregare: Mt 21, 33-43

Grazia da chiedere

Chiedo al Signore la grazia di riconoscere, gustare, ricordare e comunicare il Suo amore!
 

INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA

 Nei mesi precedenti al parto, la mamma e il papà preparano la cameretta, la culla, le copertine, i vestitini, … E i preparativi si svolgono con la massima cura. Il figlio non è ancora nato, non sanno quasi nulla di chi nascerà, eppure sono pieni d’amore. Così posso ben immaginarmelo pieno d’amore l’«uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna…» (v. 33).

Quella che stiamo ascoltando è una parabola: Gesù non sta parlando di un padrone che possiede un terreno e vi pianta una vigna, ma del Padre nostro celeste che nutre gli uccelli del cielo e veste i gigli del campo (cfr. Mt 6, 25-34). L’uomo della parabola non sta solo piantando una vigna, sta creando un ambiente, una situazione, una casa in cui i contadini possano vivere e lavorare in pace gustando il bello, il buono, il giusto, il vero. Quando su un terreno incolto uno comincia a lavorare, a mettere ordine, a irrigare, a zappare, a seminare, … il terreno diventa un campo ben ordinato che porta frutto, oppure un giardino con fiori, alberi, frutti, un’oasi dove chi entra trova ristoro.

Se non mi accorgo di questo amore che mi precede, è facile che la fatica, gli imprevisti, la tristezza, l’invidia, la cattiveria mia e di altri, la violenza… prendano il sopravvento nella mia vita ed è possibile che anch’io diventi scontento e violento: «uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono» (v. 35). Quanto risentimento, quanta prepotenza, quanta violenza nella mia vita quando perdo di vista l’amore di Dio per me e per i miei fratelli.

Dio, però, non si arrende e continua a mandare i suoi servi e ci tiene a tal punto alla mia salvezza che nel vedermi perseverare nel male, nell’errore, nella violenza, manda addirittura il proprio Figlio. Per me rischia l’amore più grande: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3, 17).

«Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?» (v. 40). Non c’è futuro per violenza, prepotenza, superbia, invidia, inimicizie, …

Solo l’amore resta!

 

INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 

Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgl

Ecco il discepolo!

«Umiltà e obbedienza a Cristo: ecco il discepolo, la sua dimensione autentica. E di conseguenza la sua forza straordinaria. L'umiltà ci rende coscienti di quanto siamo, e l'obbedienza ci pone nelle mani della Provvidenza. L'umiltà ci lascia realisti e coscienti. L'obbedienza ci fa coraggiosi, anche temerari se fosse necessario, togliendoci da croniche paure, da facili illusioni, da comode rassegnazioni. Con te, Cristo, perché temere?» (Carlo Maria Martini, Ripartire da Emmaus, Centro Ambrosiano, Edizioni PIEMME).