venerdì 31 dicembre 2021

Buon anno con Gesù!!!

 

«Peppone si addormentò che il cielo incominciava a schiarire e non pensava neppur lontanamente che fra qualche ora la gente, ritrovando la croce, avrebbe detto: “Chi sa chi l’ha fatta! Deve essere stato un artista grosso di città perché qui anche Peppone che è Peppone e sa il mestiere suo, non sarebbe capace neppure di fare metà di questi riccioli”.

Perché, si capisce, nessuno poteva sapere che il figlio del Lolli aveva fatto girare la ventola della fucina e i suoi occhi non si erano mai staccati un istante dalle mani del fabbro.
E quando un bambino così guarda in quel modo lì due mani di fabbro, quelle sono mani benedette» (Giovanni Guareschi, Tutto don Camillo, ed. BUR, volume primo, p. 862).

Il “figlio del Lolli” mi fa pensare al Figlio di Dio che è con noi per sempre e non stacca un istante i suoi occhi dalle nostre mani.

Così oggi mi pare bello applicare alla vita nostra la frase conclusiva del racconto di Guareschi riscrivendola così:
E quando Gesù guarda in quel modo lì le nostre mani, quelle sono mani benedette!
 
Sia per tutti un anno in cui ci sentiamo guardati con amore da Dio e dal nostro prossimo; un anno in cui, consapevoli che le nostre vite sono benedette, portiamo a tutti la tenerezza e la misericordia di Dio!

venerdì 24 dicembre 2021

Buon Natale!!!

L'immagine è una icona copta raffigurante la natività, dipinta da Isaac Fanous

Dalla «Esposizione del Vangelo secondo Luca» di sant’Ambrogio, vescovo

«Ed avvenne che, mentre si trovavano colà, si compirono per lei i giorni del parto; e diede alla luce il suo figlio primogenito, e lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo» (Lc 2, 6 s.).
San Luca descrive brevemente e il modo e il tempo e il luogo ove Cristo nacque secondo la carne. Se tu però desideri informarti sulla sua generazione eterna, leggi il vangelo di san Giovanni, che comincia dal cielo per discendere fino alla terra. Vi troverai descritto sia da quando egli era, sia il modo in cui era, sia che cosa era, e che cosa aveva fatto, che cosa faceva, e dov’era; e dove egli venne, in che modo, in quale momento, per qual motivo egli venne. Giovanni scrive: «In principio era il Verbo»: ecco descritto quando era; «e il Verbo era con Dio»: ecco il modo. Trovi anche chi era, perché dice: «e il Verbo era Dio»; che cosa aveva fatto: «tutto fu fatto per mezzo di Lui»; che cosa faceva: «era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo»; e dov’era: «egli era in questo mondo»; e dove sia venuto: «venne nella sua casa», in che modo sia venuto: «il Verbo si fece carne» (cfr. Gv 1, 1-14). In quale momento sia venuto, è Giovanni che lo dice, dandogli questa testimonianza: «Questi è colui del quale io ho detto: “Dopo di me viene un uomo che sta davanti a me, perché era prima di me”» (Gv 1, 30). E sempre Giovanni attesta per quale motivo egli sia venuto: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29). Se dunque abbiamo appreso l’una e l’altra nascita di Cristo, e se teniamo presente che uno solo è il soggetto di entrambe, e che una sola è la causa per cui è venuto – prendere su di sé le colpe del mondo ormai in sfacelo, per abolire nella sua propria persona, che non poteva essere vinta, l’infamia del peccato e la morte di tutti – ne consegue che in questa narrazione anche l’evangelista san Luca ci fa da maestro, e ci indica le vie del Signore, il quale cresceva secondo la carne. Nessuno però deve stupirsi se abbiamo detto che l’infanzia di Giovanni fu omessa per una ragione profonda, mentre ora facciamo notare come sia descritta l’infanzia di Cristo; non a tutti, infatti, è concesso di dire: «Io mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti» (1 Cor 9, 22); e di nessun altro si può asserire, «che è stato trafitto per i nostri delitti, è divenuto debole per le nostre iniquità» (Is 53, 5). Per questo egli volle essere un bambinello, per questo volle essere un fanciulletto, affinché tu potessi diventare un uomo perfetto; egli fu stretto in fasce, affinché tu fossi sciolto dai lacci della morte; egli nella stalla, per porre te sugli altari; egli in terra, affinché tu raggiungessi le stelle; egli non trovò posto in quell’albergo, affinché tu avessi nei cieli molte dimore. «Da ricco che era», sta scritto, «si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi della sua povertà» (2 Cor 8, 9). Quella indigenza è dunque la mia ricchezza, e la debolezza del Signore è la mia forza. Ha preferito per sé le privazioni, per aver da donare in abbondanza a tutti. Il pianto della sua infanzia in vagiti è un lavacro per me, quelle lacrime hanno lavato i miei peccati. O Signore Gesù, sono più debitore ai tuoi oltraggi per la mia redenzione, che non alla tua potenza per la mia creazione. Sarebbe stato inutile per noi nascere, se non ci avesse giovato venire redenti. (dalla Liturgia Ambrosiana delle ore, Ufficio delle Letture di Natale).