sabato 26 febbraio 2022

Omnia vincit amor

Cari amici,
non so che effetto vi fa confrontarvi con la situazione sociale e mondiale (guerre, ingiustizie, indifferenza, povertà, disuguaglianze,...).
Io credo che dobbiamo avere fiducia: gli empi, i guerrafondai, gli sfruttatori, i violenti, i prepotenti, i corrotti hanno i giorni contati.
Avete visto quanti giovani a manifestare per la pace?
Avete visto quanti giovani a manifestare per il rispetto dell'ambiente?
Il tempo degli empi e della gente senza scrupoli è finito. Quelle che vediamo sono le mosse rabbiose e disperate di chi è all'angolo e sa che il suo tempo è scaduto, di chi non vuole rassegnarsi al suo tramonto. Tutti noi tramontiamo, anche i "padreterni".
E il pensiero costante alla certezza del "tramonto" ci aiuta a vivere d'amore e per amore: «Alla sera della vita saremo giudicati sull'amore» (San Giovanni della Croce)!
Noi sappiamo bene che il mondo appartiene a chi è sensibile, a chi sa prendersi cura, a chi riconosce la sua povertà e il bisogno che ha dell'altro, a chi ama e riconosce di essere amato, a chi impara a dimenticare se stesso per il bene dell'altro!
Siamo noi la nuova generazione che piano piano sta prendendo il posto degli egoisti, degli avidi, dei superbi.
In modo misterioso nei cuori della gente si sta diffondendo il Vangelo! Guardate il Papa come continua appassionato e gioioso a seguire il Cristo! È un giovane o un bambino, proprio come Gesù raccomanda di essere ai suoi discepoli!
Perciò non perdiamoci d'animo e seguiamolo con fiducia assumendoci le nostre responsabilità là dove Dio ci ha chiamato a essere: nella vita, nell'amicizia, in famiglia, nello studio, nel lavoro, nell'impegno politico, nella fraternità e nella missione di annunciare il Vangelo!
Facciamo tutto con amorevole cura, sapendo che Dio ci ama e che tutto facciamo nel Suo nome e per amore Suo!

Se mi sta a cuore la pace,…

Le notizie di guerra mi dicono che è urgente un esame di coscienza: cosa c'è nel mio cuore?
Sentimenti di pace? O rancore, invidie, sentimenti d'odio nei confronti di qualcuno?
Desiderare la pace non basta, bisogna farla la pace, costruirla, riconoscerla, offrirla!

lunedì 21 febbraio 2022

Risurrezione


Ai piedi del Crocifisso
sta un vaso di terracotta.
Cadendo s’è rotto e,
inaspettatamente,
dal suo interno sono usciti
rami fioriti e spighe
bionde di grano.

Quando seguendo Gesù Cristo
offriamo la nostra vita,
quel tesoro,
che abbiamo in vasi di creta,
infallibilmente
fiorisce
e porta molto frutto!
 
"... portando sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo" (2Cor 4, 10)

venerdì 11 febbraio 2022

I tre forti giganti del Maligno: ignoranza, oblio e noncuranza

    «Ma ecco qual è il nostro discorso: ci sono tre potenti e forti giganti dei filistei, sui quali si appoggia tutto l'esercito nemico dell'Oloferne spirituale: distrutti e messi a morte questi, senza difficoltà tutto l'esercito dei cattivi spiriti si indebolirà sino ad essere distrutto. Ora, quelli che sono ritenuti i tre forti giganti del Maligno li abbiamo già nominati: sono l'ignoranza, madre di tutti i mali, l'oblio suo fratello, complice e collaboratore, e la noncuranza che tesse per l'anima il cupo abito, il velo di nera nube, la noncuranza che sostiene e rafforza i due precedenti, dà loro consistenza e produce nell'anima in preda alla negligenza un male profondamente radicato e persistente. Da noncuranza, oblio e ignoranza vengono rafforzati e ingranditi i punti d'appoggio delle rimanenti passioni. Perché queste tre aiutandosi a vicenda e non potendo sussistere l'una senza l'altra, si rivelano forti potenze dell'avversario e valenti capi del Maligno: per mezzo loro tutto l'esercito degli spiriti della malvagità si infiltra ed è sostenuto e riesce a portare ad effetto i suoi disegni, senza di loro le passioni di cui si è detto non possono sussistere.
    Se dunque tu vuoi riportar vittoria contro le suddette passioni e mettere in fuga la falange dei filistei spirituali, rientra in te stesso mediante la preghiera e la sinergia di Dio e, immergendoti nelle profondità del cuore, rintraccia questi tre potenti giganti del diavolo, l'oblio, intendo, la noncuranza e l'ignoranza, sostegno dei filistei spirituali, mediante i quali le restanti passioni della malizia, infiltrandosi, agiscono, vivono e si rafforzano nei cuori di chi ama la voluttà e nelle anime prive di disciplina. E con molta vigilanza e attenzione dell’intelletto, con l’intervento decisivo dall’alto, una volta trovati questi mali – che da tanti sono ignorati e ritenuti inesistenti, mentre sono i più funesti – lotterai coraggiosamente e con forza per mezzo delle armi della giustizia ad essi contrarie: ricordo buono, cioè, che è causa di ogni bene, conoscenza illuminata, mediante la quale l’anima è ridestata e scaccia da sé la tenebra dell’ignoranza, e l’eccellente prontezza d’animo che dispone e spinge l’anima verso la salvezza. Indossate queste armi della virtù nella potenza dello Spirito Santo, con ogni preghiera e supplica, lotterai contro i suddetti giganti dei filistei spirituali. Pensando sempre, mediante l’ottimo ricordo secondo Dio, tutto ciò che è vero, tutto ciò che è venerabile, giusto, casto, di buona fama, ciò che è virtù e lode (Fil 4, 8), scaccerai da te stesso il pessimo oblio; mediante la conoscenza illuminata e celeste, fugherai la funesta ignoranza della tenebra; bandirai, mediante l’ottima prontezza adorna d’ogni virtù, la noncuranza atea che produce nell’anima il male profondamente radicato.
    Acquisendo queste virtù, non semplicemente in forza della tua sola determinazione, ma in forza della potenza di Dio e della sinergia dello Spirito Santo, con molta vigilanza e preghiera, potrai essere strappato ai tre forti giganti del Maligno, di cui si è detto sopra. Poiché quando si cerca di far sussistere nell’anima l’accordo fra conoscenza vera, ricordo delle parole di Dio e prontezza buona, in forza della grazia operante, e di custodirlo con cura, esso cancella dall’anima e annulla ogni traccia di oblio, ignoranza e noncuranza in modo che la grazia regni ormai in essa, nel Cristo Gesù Signore nostro: a lui la gloria e la forza per i secoli dei secoli. Amen» (Marco l’Asceta, dalla Lettera al Monaco Nicola).

lunedì 7 febbraio 2022

Pregare

Fabio Fazio: «Che cosa vuol dire pregare, Santo Padre? Come si fa a pregare?»

Papa Francesco: «Pregare è quello che fa il bambino quando si sente limitato e impotente: “Papà, Mamma!”. Questo è il primo grido della preghiera, ma se tu non credi che hai un papà, una mamma vicino, non sai gridare, non sai chiedere. Pregare significa guardare i propri limiti, i nostri bisogni, i nostri peccati e dire: Papà, guardami. Il tuo sguardo mi purifica, mi dà forza. Pregare è entrare con la forza, con l’oltre i limiti, l’oltre l’orizzonte. Per noi cristiani pregare è incontrare Papà. San Paolo dice: Dio è Padre e noi gli diciamo: “Papà”, non “Padre”. E quando tu ti abitui a dire “Papà” a Dio, significa che stai andando bene sulla strada religiosa, ma se tu pensi che Dio è quello che ti annienterà nell’inferno, se tu pensi che Dio se ne infischia della tua vita, la tua religione sarà superstizione. Pregare significa dai miei bisogni, dalla mia piccolezza, guardare come fanno i bambini che dicono “Papà”. I bambini nel loro sviluppo psicologico passano per quella che si chiama “l’età dei perché”; perché si svegliano, vedono la vita e non capiscono e dicono: “Papà, perché? Papà, perché?”. Se noi guardiamo bene, il bambino non aspetta la risposta del papà: quando il papà comincia a rispondere, subito fa un’altra domanda. Quello che vuole il bambino è che lo sguardo del papà sia su di lui. Non mi importa la spiegazione, soltanto che il papà mi guardi e questo mi dà sicurezza. Pregare è un po’ tutto questo».

(dall'intervista di Fabio Fazio a Papa Francesco durante la trasmissione "Che tempo che fa" di Domenica 6 febbraio 2022)

sabato 5 febbraio 2022

La saggezza di vita

«Se doveste chiedermi, prima che me ne vada definitivamente, se non conosca una chiave magica che possa schiudere l’ultima porta che conduce alla saggezza di vita, vi risponderei: “Sì”. E questa chiave magica non è la riflessione, come forse vi aspettereste di sentir dire da un filosofo, bensì la preghiera. […] Le grandi cose dell’esistenza sono donate solamente agli spiriti che pregano» (Peter Wust, citazione contenuta nel libro "Benedetto XVI. Una vita" scritto da Peter Seewald).

mercoledì 2 febbraio 2022

Quando il Papa ci chiede uno sguardo nuovo…

Nel 2002, quando ero all'università, durante un corso di Filosofia morale, sentii parlare per la prima volta di postmoderno e neo-paganesimo.

Per me, cresciuto nel mondo piccolo della parrocchia, erano tutte parole nuove e mi sembrava qualcosa di incredibile. Eppure, se erano già disponibili studi e saggi, voleva dire che la diffusione del fenomeno era già abbastanza grande e grave.

A quei tempi la mia prima reazione è stata di totale opposizione e mi rivedo nelle posizioni di chi oggi grida allo scandalo dopo l'esibizione di ieri sera al festival di Sanremo.

Però dal 2002 sono passati 20 anni.

Non dovevamo pensare che il fenomeno del postmoderno e del neopaganesimo si arrestasse di fronte ai nostri recinti diocesani o parrocchiali.
In tutto questo tempo avremmo potuto prenderne atto e cominciare ad attrezzarci per abitare la terra del dialogo.
La stessa Evangelii Gaudium ci chiede con forza uno sguardo nuovo!

La gente con cui entriamo in relazione, anche dentro le nostre parrocchie, dialoga costantemente con quel tipo di cultura e in alcuni casi la vive e la approva.

Oggi sono convinto che se mettiamo in atto lo stile dell'opposizione, della demonizzazione e del contrasto, è molto facile che l'altro ci percepisca come nemici e non come evangelizzatori che hanno a cuore il suo bene.

Di fronte al neopaganesimo, occorre riscoprire lo stile di chi con il paganesimo aveva a che fare tutti i giorni: gli Apostoli e i primi cristiani!

A me piace la scelta di Paolo nell'Areopago di Atene: cercare un terreno comune, un punto di intersezione su cui "seminare" l'annuncio del Vangelo (leggi Atti 17,16-34).

Con questo non voglio giustificare gli atteggiamenti e le performance di queste persone che, inconsapevolmente o consapevolmente, offendono la sensibilità di tutti i credenti, ma solo prenderli per quello che sono: espressione di un modo di essere diverso dal mio con cui sono chiamato comunque a dialogare per annunciare il Cristo risorto!