sabato 26 febbraio 2022
Omnia vincit amor
Se mi sta a cuore la pace,…
lunedì 21 febbraio 2022
Risurrezione
venerdì 11 febbraio 2022
I tre forti giganti del Maligno: ignoranza, oblio e noncuranza
lunedì 7 febbraio 2022
Pregare
Fabio Fazio: «Che cosa vuol dire pregare, Santo Padre? Come si fa a pregare?»
Papa Francesco: «Pregare è quello che fa il bambino quando si sente limitato e impotente: “Papà, Mamma!”. Questo è il primo grido della preghiera, ma se tu non credi che hai un papà, una mamma vicino, non sai gridare, non sai chiedere. Pregare significa guardare i propri limiti, i nostri bisogni, i nostri peccati e dire: Papà, guardami. Il tuo sguardo mi purifica, mi dà forza. Pregare è entrare con la forza, con l’oltre i limiti, l’oltre l’orizzonte. Per noi cristiani pregare è incontrare Papà. San Paolo dice: Dio è Padre e noi gli diciamo: “Papà”, non “Padre”. E quando tu ti abitui a dire “Papà” a Dio, significa che stai andando bene sulla strada religiosa, ma se tu pensi che Dio è quello che ti annienterà nell’inferno, se tu pensi che Dio se ne infischia della tua vita, la tua religione sarà superstizione. Pregare significa dai miei bisogni, dalla mia piccolezza, guardare come fanno i bambini che dicono “Papà”. I bambini nel loro sviluppo psicologico passano per quella che si chiama “l’età dei perché”; perché si svegliano, vedono la vita e non capiscono e dicono: “Papà, perché? Papà, perché?”. Se noi guardiamo bene, il bambino non aspetta la risposta del papà: quando il papà comincia a rispondere, subito fa un’altra domanda. Quello che vuole il bambino è che lo sguardo del papà sia su di lui. Non mi importa la spiegazione, soltanto che il papà mi guardi e questo mi dà sicurezza. Pregare è un po’ tutto questo».sabato 5 febbraio 2022
La saggezza di vita
«Se doveste chiedermi, prima che me ne vada definitivamente, se non conosca una chiave magica che possa schiudere l’ultima porta che conduce alla saggezza di vita, vi risponderei: “Sì”. E questa chiave magica non è la riflessione, come forse vi aspettereste di sentir dire da un filosofo, bensì la preghiera. […] Le grandi cose dell’esistenza sono donate solamente agli spiriti che pregano» (Peter Wust, citazione contenuta nel libro "Benedetto XVI. Una vita" scritto da Peter Seewald).
mercoledì 2 febbraio 2022
Quando il Papa ci chiede uno sguardo nuovo…
Nel 2002, quando ero all'università, durante un corso di Filosofia morale, sentii parlare per la prima volta di postmoderno e neo-paganesimo.
Per me, cresciuto nel mondo piccolo della parrocchia, erano tutte parole
nuove e mi sembrava qualcosa di incredibile. Eppure, se erano già disponibili
studi e saggi, voleva dire che la diffusione del fenomeno era già abbastanza
grande e grave.
A quei tempi la mia prima reazione è stata di totale opposizione e mi
rivedo nelle posizioni di chi oggi grida allo scandalo dopo l'esibizione di
ieri sera al festival di Sanremo.
Però dal 2002 sono passati 20 anni.
La gente con cui entriamo in relazione, anche dentro le nostre parrocchie,
dialoga costantemente con quel tipo di cultura e in alcuni casi la vive e la
approva.
Di fronte al neopaganesimo, occorre riscoprire lo stile di chi con il paganesimo aveva a che fare tutti i giorni: gli Apostoli e i primi cristiani!