venerdì 27 novembre 2020

Per un cristiano...


Per un cristiano la sfida quotidiana è accettare che chi eccelle in qualcosa, resti fragile come tutti gli altri, sottoposto alle stesse tentazioni, capace degli stessi peccati e cadute.
Non solo chi eccelle in qualcosa, ma ogni prossimo è così, e così lo accogliamo e amiamo! [dGL]

mercoledì 25 novembre 2020

Essere umani

«Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te» (John Donne).

Desidero dedicare questo pensiero di John Donne a tutti quelli che ancora oggi vanno predicando che "non ha senso dover rinunciare a tante cose, visto che il pericolo è solo per gli anziani e per quelli che hanno un quadro clinico già compromesso da altre patologie,..." e nel dirlo pensano di essere molto umani, molto moderni, molto sapienti,...

Non smettiamo mai di pensare al bene di tutti e facciamoci sempre carico di tutti, cominciando da quelli più piccoli e più deboli; non smettiamo mai di essere umani, altrimenti non sarà certo il virus a ucciderci, ci ha già ucciso il nostro egoismo e il nostro cinismo!

«E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te».

martedì 24 novembre 2020

Ospitalità

La copertina del libro

Sto leggendo un bel libro di Marilù Oliva che si intitola “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre”, edito da Solferino.
A un certo punto, Nausicaa, mentre Odisseo racconta la sua storia, riflette:
«Nel nostro salone ospitiamo il più straordinario degli eroi e io mi domando: se non avessi ascoltato le sue suppliche? Che sacrilegio sarebbe stato rifiutare soccorso a un bisognoso sconosciuto! Nessun migrante è un uomo qualunque, nessuno merita di essere ignorato. Dietro ogni esule si nascondono storie che tutti dovremmo ascoltare attentamente, perché potrebbero ribaltare ogni pregiudizio».

Leggendo queste parole, mi tornano in mente parole molto care a noi cristiani; appartengono all’autore della Lettera agli Ebrei che rivolgendosi ai suoi fratelli e sorelle cristiani scrive: «L’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli» (Ebrei 13,1-2).

Da sempre l’uomo ha dato un valore sacro all’ospitalità.
E perché così facilmente oggi siamo pronti a dimenticarla? [dGL]

venerdì 13 novembre 2020

Fuoriclasse

Eremo di San Leonardo, ricostruito da padre Pietro, sicuramente un fuoriclasse

«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca,…» (Lc 17,26-27).

Noè non mangiava, non beveva, non prendeva moglie,…?
Certo che mangiava, beveva e prendeva moglie!
Noè aveva una famiglia: «Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli» (Gen 6,18).
E allora cos’è che faceva di speciale?
«Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio» (Gen 6,9). E ancora: «Noè eseguì ogni cosa come Dio gli aveva comandato: così fece» (Gen 6,22).

Noè e quelli come Noè sono dei fuoriclasse!

Chi è il fuoriclasse?
Quello che fa le cose ordinarie in modo straordinario!

Noè mangia, beve, prende moglie, lavora, sta con i figli, sta con gli amici, prega, compra, vende, pianta, costruisce,… vive sapendo che la sua vita è nelle mani di Dio! Noè sa che tutte le scelte e tutte le azioni hanno sapore solo se compiute per amore di Dio e per amore del prossimo!
Noè compra, vende, pianta, costruisce in modo che ognuna delle sue azioni sia giusta agli occhi di Dio!
Noè cammina con Dio!
Così agli occhi del mondo, Noè e quelli come Noè sono dei fuoriclasse!

Quando andavamo al camposcuola, don Luciano ci raccontava sempre la storia di tre muratori. Provo a scriverla qui, così come la ricordo dopo tanti anni.
C’erano tre muratori che stavano lavorando sotto il sole.
Il primo brontolava per la fatica che stava facendo, lavorava di malavoglia e si rivolgeva ai suoi compagni in modo rabbioso e sgarbato. Il secondo lavorava tutto preso dal suo compito pensando solo al guadagno che ne avrebbe ricavato. Il terzo lavorava con molta cura e cantava lieto. Al momento della pausa, i primi due chiesero al terzo: «Come mai sei sempre contento e canti nonostante la fatica?». Ed egli rispose sorridendo: «Sono contento perché stiamo costruendo una cattedrale!».

Dov’è fisso il nostro cuore? Dov’è fisso il cuore di Noè?
Mi viene in mente una parola di San Paolo ai Galati: «Sono stato crocifisso con Cristo, 20e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (cfr. Gal 2,19-20).

Noi cristiani siamo nella stessa condizione di San Paolo in virtù del Battesimo che abbiamo ricevuto!!!

Quando siamo bambini desideriamo essere fuoriclasse, persone che si distinguono per il loro talento. Poi crescendo ci accorgiamo che essere fuoriclasse è veramente a portata di mano e che per distinguersi dalla massa basta veramente poco.
Eppure la massa ci attrae e, se non vigiliamo, ci ritroviamo a essere fotocopie di altri, rassegnati a non realizzare il desiderio più grande: essere fuoriclasse.

Ma a un certo punto incontriamo Gesù. Egli ci chiama e ci rivela la via della santità! Di nuovo si riaccende il nostro desiderio! Con Gesù sentiamo di essere perle preziose, pezzi unici per i quali Dio dona tutto se stesso, tutta la sua vita!
Con Gesù sentiamo che possiamo prendere sul serio il nostro desiderio di essere fuoriclasse!

Mettiamoci a seguire Gesù sulla via del Vangelo che significa mangiare, bere, prendere moglie o marito, consacrarsi, pregare, comprare, vendere, piantare, costruire, guidare, stare con i figli, stare con gli amici,… vivere e fare ogni cosa per amore di Dio e per amore del nostro prossimo!

Mettiamoci a seguire Gesù, cioè cominciamo a camminare con Dio, come faceva Noè! Ci scopriremo fuoriclasse, membri della Chiesa, una squadra composta di tantissime persone che l’ordinario lo vivono in modo straordinario!!! [dGL]

giovedì 12 novembre 2020

Sorridere

Ogni mattina un mendicante prende il suo posto nella piazza.
Ogni mattina, uscendo, gli passo davanti e ci salutiamo.
Ogni mattina ci offriamo un sorriso.

È un sorriso cordiale e sincero.
Non so come si chiama e non conosco la sua storia.
Ma il suo sorriso non è di facciata, è un sorriso vero.
E anche il mio.

Stamattina entrando in chiesa mi sono chiesto il perché di quel sorriso e di conseguenza perché io, che non vado a chiedere l’elemosina sulla piazza, sono così avaro di sorrisi.

Credo sia la sua condizione di mendicante a farlo sorridere: per vivere deve sperare nella carità che il passante può fargli e gli sorride di cuore perché sa che da quel passante dipende la sua vita, il suo pane quotidiano.

Vale anche per noi.
È l’essere mendicanti che ci fa sorridere quando incontriamo l’altro. Finché siamo convinti di non aver bisogno dell’altro, lo vedremo facilmente come un intruso, un potenziale portatore di problemi e di noie, forse anche di guai. Finché siamo convinti di bastare a noi stessi, sorridiamo poco, molto poco.

Noi cristiani tutti andiamo in chiesa a mendicare, il nostro celebrare e il nostro pregare è mendicare: andiamo a chiedere a Dio la grazia dell’amore e gli sorridiamo perché sappiamo che Egli ci dona tutto il suo amore, tutto se stesso.
«Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5), dice Gesù ai suoi discepoli.
Noi cristiani riconosciamo di aver bisogno di Dio ed Egli ci rivela che abbiamo bisogno anche del nostro prossimo: non ci salviamo da soli. Lo dice anche la preghiera del Padre nostro: «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12).

Il mendicante mi sorride perché confida che io sia lì per aiutarlo.
Io sorrido quando smetto di nascondere a me stesso la verità: nell’amare Dio e il prossimo stanno la gioia e la vita eterna (Mt 22,34-40, Lc 10,25-37)! [dGL]

"Noi cristiani tutti andiamo in chiesa a mendicare,..."

mercoledì 11 novembre 2020

Offline


Immagine con cui YouTube su Android avvisa che non sei connesso

«Se il Signore non costruisce la casa, *
invano vi faticano i costruttori. 
Se la città non è custodita dal Signore *
invano veglia il custode. 

Invano vi alzate di buon mattino, †
tardi andate a riposare 
e mangiate pane di sudore: *
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno» (Salmo 126/127, 1-2).
 
Non so perché, ma oggi l’ultima riga di questi due versetti si trasforma così nella mia testa: il Signore ne darà ai suoi amici offline.

Bisogna stare un po’ in silenzio per entrare in preghiera,
ci vuole attenzione per raccogliersi in chiesa con la comunità di cui si fa parte,
è necessario metterci il cuore per vivere la celebrazione eucaristica senza essere distolti dalle molte faccende e dai tanti pensieri,…
Ma, quando finalmente siamo riusciti a sintonizzarci sulla frequenza del Signore, ecco la suoneria insistente di un cellulare a farci perdere il filo di quella Parola, la visione di quel gesto che oggi poteva essere il messaggio del Signore per noi!
 
Pazienza!
Anche in chiesa qualcuno non può fare a meno di essere online.
 
Forse qualcuno resta sempre online e, nelle ore notturne, i suoi sogni vengono scanditi dalle notifiche, con suonerie così delicate da svegliarlo di soprassalto nel cuore della notte!
E se per qualche motivo viene a mancare la connessione,...
forse egli si sente perduto.
 
«Non temere», voglio dire a chi forse senza internet si sente perduto, «il Signore ne darà ai suoi amici offline!». [dGL]



venerdì 6 novembre 2020

Prudenza

Fa notte presto e, a causa del covid, c'è pochissima gente in giro dopo le 17.00.

La Nonna di Cappuccetto rosso mi ha telefonato (lei è a casa perché è molto anziana e rischia di ammalarsi) e mi ha chiesto di raccomandare ai bambini e ai ragazzi di evitare di intrattenersi in zone poco illuminate o in luoghi isolati e male illuminati.
«La prudenza salva la vita!», mi ha detto la Nonna.

Allora ho pensato di scriverlo qui: così voi mi aiutate a far arrivare questa raccomandazione a tutti, anche ai ragazzi più grandi, ai giovani e agli adulti!
Vi ringrazio anche a nome della Nonna di Cappuccetto rosso! [dGL]

domenica 1 novembre 2020

Felici

«"Beati i perseguitati a causa della giustizia perché di essi è il Regno dei cieli" (Mt 5,10).
Noi facciamo distinzione tra beati e felici anche se le parole hanno lo stesso significato dal punto di vista del vocabolario. Nel linguaggio corrente quando si parla di beati si pensa a una felicità futura; sarebbe forse più opportuno in lingua corrente dire felici. Felici significa questo: già ora il Signore dà all'interno del nostro cuore la sua gioia, infatti dice "rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli" (Mt 5,12). Ma già da adesso dobbiamo essere nella gioia, non soltanto perché sarà grande la nostra ricompensa nei cieli, in futuro, ma perché lo è adesso, in questo regno che Dio riserva a noi.
È un regno che già comincia a esistere qui e che avrà la sua perfezione, la sua pienezza alla fine dei tempi ma già da adesso è la famiglia di coloro che sanno di essere figli dello stesso Padre, la famiglia di coloro che vivono in vera fraternità, cercando di portare nel mondo amore, speranza, gioia» (Don Pino Puglisi, Se ognuno fa qualcosa si può fare molto, BUR, pp. 520-521).