Allora
Pilato vide un ragazzo, gravemente ammalato, steso su un lettino d’ospedale e si
commosse profondamente. Scoppiò a piangere protestando: «Dunque tu sei re?».
Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re». Solo in quel momento Pilato vide
accanto al letto del ragazzo un’anziana signora, forse sua nonna, che gli
stringeva la mano e sussurrava parole dolci al ragazzo. Era Bruna, una
pensionata che non aveva figli né nipoti. Qualche anno prima, al centro d’ascolto
della Caritas parrocchiale, Bruna aveva conosciuto la famiglia di Giovanni. Giovanni
aveva qualche mese ed era l’ultimo di sei fratelli. Così Bruna aveva cominciato
a prendersi cura di quella famiglia in difficoltà e di quel bimbo appena nato.
Era molto generosa, Bruna, e nel corso degli anni aveva impiegato tutte le sue
sostanze a sostegno di iniziative di carità parrocchiali e diocesane. Giovanni
era cresciuto praticamente con lei: gli aveva insegnato a leggere, lo aiutava a
fare i compiti, gli regalava libri e vestiti, andava anche a parlare con
maestre e professori,… e faceva tutto questo con una discrezione tale che
nessuno intorno a lei lo avrebbe mai potuto immaginare. Poi Giovanni s’era
ammalato, e allora avevano cominciato a girare per ospedali, cliniche e
specialisti. E Bruna sempre lì ad accompagnarlo, a incoraggiarlo, a pregare con
lui e per lui! Fino al momento in cui Pilato era giunto lì e aveva visto Giovanni,
e accanto a lui la sua famiglia, Bruna e Gesù. Pilato si meravigliò di
percepire in quella stanza d’ospedale non la disperazione per una malattia inguaribile,
ma soltanto un grande amore e una grande pace. Era un mistero.
Subito
dopo, Pilato vide un muro invalicabile e sulla cima del muro soldati coi mitra
spianati. Da una parte del muro c’erano le città dei popoli ricchi, dall’altra
invece erano ammassati migliaia di profughi provenienti da Paesi molto poveri.
Faceva freddo e pioveva, e quelli erano lì senza coperte e senza riparo. Pilato
sentì un dolore profondo al cuore. Pensò alla sua famiglia. Tra quei poveretti
maltrattati immaginò i suoi, quelli di casa sua. Sdegnato per tanta
indifferenza da parte dei potenti, disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu
lo dici: io sono re». E Pilato notò in mezzo a quella gente alcuni uomini e
donne che si muovevano rapidi e silenziosi. Distribuivano coperte, bevande
calde, panini,… e facevano tutto con estrema gentilezza e cura. I volontari
sembravano infaticabili: si avvicinavano a tutti e cercavano di ascoltare le
necessità di ciascuno. C’era anche chi con un pallone faceva giocare ragazzi e
bambini. Pilato osservava tutto con grande ammirazione e seguiva ogni movimento
dei volontari. Sembrava un tifoso quando partecipa alle gare della sua squadra
del cuore. A un certo punto si mise anche lui a stringere quelle mani, a soccorrere
quei fratelli, a incoraggiare i volontari, a fare smorfie per far sorridere i
bambini,... E fu pieno di stupore notando che anche in mezzo a tanto freddo, un
piccolo gesto di cura e d’affetto può portare calore e sollievo.
Poi
Pilato si ritrovò in un luogo che conosceva… Ma certo! Era la strada che da
Gerusalemme scende a Gerico. Vide in lontananza un uomo buttato a terra. Non
capiva cosa stava succedendo: vedeva lì intorno gente che passava, ma era come
se quell’uomo a terra lo vedesse solo lui, che era lontano; e quelli lì,
invece, a due passi da quell’uomo mezzo morto, non si fermavano. Aveva visto
avvicinarsi un sacerdote e s’era detto: «Di certo si fermerà a sincerarsi delle
sue condizioni». E invece no: il sacerdote fece come se non avesse notato nulla
di strano. Quando, poi, vide arrivare un levita, Pilato si mise a gridare: «Fermati!
C’è lì un uomo che ha bisogno di aiuto. Morirà se non ti fermi!». Ma Pilato era
troppo lontano e la sua voce non raggiunse il levita che vide e passò oltre.
Pilato, spazientito, gridò a Gesù: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo
dici: io sono re». E Pilato vide giungere un Samaritano che si fece vicino a
quell’uomo, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla
sua cavalcatura per portarlo in un albergo e prendersi cura di lui.
Immediatamente Pilato passò dall’indignazione per l’indifferenza di quegli
uomini all’entusiasmo per la buona azione compiuta dal Samaritano. E fu preso
dal fortissimo desiderio di fare anche lui così, perché sentiva chiaramente d’essere
nato anche lui soltanto per amare e prendersi cura del prossimo! Gli fu chiaro
che il senso di ogni vita è proprio questo: amare! La verità iniziava a farsi
strada in lui…