giovedì 23 giugno 2022

Grazie, don!

Qua, se non ricordo male, è quando s'era diffusa la voce che il Papa stava arrivando a San Benedetto e tu e io, seduti fuori dal Duomo, ci dicevamo: "Ma ti pare che il Papa viene a San Benedetto così, senza che ci sia una comunicazione ufficiale?".

E ce ne siamo rimasti tranquilli e sereni a Ripa, senza nemmeno accendere la TV!

Padre, maestro, amico! Ogni momento vissuto insieme è rimasto scolpito nella mia memoria! Stasera, improvvisa, m'è arrivata la notizia della tua Pasqua! Sono sicuro che ti sei presentato a Dio col tuo solito sorriso! Prega per noi e continua a sorriderci dal Cielo!

Dio ti doni la pace e la gioia dei Santi in Paradiso!

Arrivederci, don Domenico

mercoledì 8 giugno 2022

Sinodo e dintorni (2)


Se stiamo formando missionari non dovremmo preoccuparci perché dopo la cresima i giovanissimi e i giovani ci salutano.

Dovremmo preoccuparci, piuttosto, dell’equipaggiamento di cui li abbiamo dotati: siamo proprio sicuri di aver fornito mappe, zaino, borraccia, bussola, stuoia e sacco a pelo, gavetta e posate, pietra focaia, un tozzo di pane per il viaggio, il bastone del pellegrino, una torcia e il gusto di camminare insieme verso la meta?

Non ne siamo sicuri? Allora domandiamoci che cosa abbiamo fatto e proposto nel tempo che hanno trascorso con noi.

Zdenek Zeman dice: «Noi usiamo che quando abbiamo palla attacchiamo, non difendiamo».

E noi? Cosa siamo soliti fare quando abbiamo la palla? Come viviamo i momenti in cui abbiamo la possibilità di proporre la gioia del Vangelo?

Se li contiamo, ci accorgiamo che momenti e occasioni sono davvero tanti: la celebrazione della Messa, la catechesi, la celebrazione dei sacramenti, pellegrinaggi, attività di oratorio, campi-scuola, attività di volontariato, incontri di formazione, momenti di preghiera e ascolto della Parola di Dio, momenti conviviali, ritiri spirituali,…

Non è che in tutti questi momenti ci stiamo limitando a “difendere”?

Come mai ai ragazzi e ai giovani passa il messaggio che il cristianesimo è una serie di regole? Come mai molti intorno a noi sono convinti che la Chiesa sia un giudice e non una mamma?

Cosa stiamo proponendo alle persone che incontriamo?

La frizzante aria di montagna, l’acqua fresca della fonte, oppure l’aria stantia degli sgabuzzini, l’acqua maleodorante di uno stagno?

Più passa il tempo e più mi convinco che la gente si allontana dalla Chiesa nel momento in cui gli uomini e le donne di chiesa rinunciano a proporre la bellezza del Cristo risorto e riducono quasi tutto a un fare per produrre, dove il criterio dell’agire diventa l’efficienza (come se fossimo un’azienda) e tutto deve avvenire secondo una relazione meccanica di causa-effetto (a queste opere che ho fatto, devono seguire i prodotti che mi aspetto). Ma chi potrebbe mai innamorarsi di una tale catena di montaggio?

La parte fondamentale nell’evangelizzazione la fa l’amore senza misura e senza condizioni del Cristo, che dà forma al nostro amore: come Lui, anche noi amiamo senza misura e senza condizioni! E questa libertà di cui facciamo esperienza quando ci sentiamo amati e amiamo, ci piace più di tutto! E infatti dove riconosciamo l’amore di Cristo, noi stiamo e viviamo volentieri! E chi incontra Cristo, non lo lascia più!!!

Perciò oggi faccio mie le parole del Papa: «Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo» (Evangelii Gaudium, n. 49)


*Nel video di youtube, puoi vedere i panorami che dovremmo mostrare ai nostri ragazzi, giovanissimi e giovani!



martedì 7 giugno 2022

Sinodo e dintorni

Ieri sera, partecipando a un incontro per il Sinodo, mi è venuto un dubbio: l’obiettivo che ci proponiamo è quello di riportare le persone in chiesa? Oppure quello di evangelizzare in modo che, a loro volta, gli evangelizzati vivano la loro missione?

Nelle nostre parrocchie prepariamo missionari* o gente da divano?

È rassicurante la gente da divano:

non andrà troppo lontano, sarà sempre nel nostro campo visivo, non ci farà preoccupare, perché sappiamo dov’è, quello che dice e quello che fa,… E, se la chiamiamo, arriverà immediatamente e senza costringerci all’attesa.

Tutto il contrario capita con i missionari:

finiranno chissà dove, saranno difficilmente controllabili, ci daranno preoccupazioni e forse anche noie perché si troveranno a fronteggiare l’ignoto e avranno bisogno di tutto il nostro sostegno,… Ci costringeranno ad ascoltare, accogliere, aver compassione e pazientare.

Dunque, qual è l’obiettivo che ci proponiamo?


* Con la parola "missionari" intendo i cristiani come li descrive il Papa nella Evangelii Gaudium e non solo i missionari che partono per lontane terre di missione.