Se stiamo formando missionari non dovremmo preoccuparci
perché dopo la cresima i giovanissimi e i giovani ci salutano.
Dovremmo preoccuparci, piuttosto,
dell’equipaggiamento di cui li abbiamo dotati: siamo proprio sicuri di aver
fornito mappe, zaino, borraccia, bussola, stuoia e sacco a pelo, gavetta e
posate, pietra focaia, un tozzo di pane per il viaggio, il bastone del
pellegrino, una torcia e il gusto di camminare insieme verso la meta?
Non ne siamo sicuri? Allora domandiamoci che cosa
abbiamo fatto e proposto nel tempo che hanno trascorso con noi.
Zdenek Zeman dice: «Noi usiamo che quando abbiamo palla attacchiamo, non difendiamo».
E noi? Cosa siamo soliti fare quando abbiamo la
palla? Come viviamo i momenti in cui abbiamo la possibilità di proporre la
gioia del Vangelo?
Se li contiamo, ci accorgiamo che momenti e occasioni sono
davvero tanti: la celebrazione della Messa, la catechesi, la celebrazione dei
sacramenti, pellegrinaggi, attività di oratorio, campi-scuola, attività di
volontariato, incontri di formazione, momenti di preghiera e ascolto della
Parola di Dio, momenti conviviali, ritiri spirituali,…
Non è che in tutti questi momenti ci stiamo
limitando a “difendere”?
Come mai ai ragazzi e ai giovani passa il messaggio
che il cristianesimo è una serie di regole? Come mai molti intorno a noi sono
convinti che la Chiesa sia un giudice e non una mamma?
Cosa
stiamo proponendo alle persone che incontriamo?
La frizzante aria di montagna, l’acqua fresca della
fonte, oppure l’aria stantia degli sgabuzzini, l’acqua maleodorante di uno
stagno?
Più passa il tempo e più mi convinco che la gente si
allontana dalla Chiesa nel momento in cui gli uomini e le donne di chiesa rinunciano
a proporre la bellezza del Cristo risorto e riducono quasi tutto a un fare per
produrre, dove il criterio dell’agire diventa l’efficienza (come se fossimo un’azienda)
e tutto deve avvenire secondo una relazione meccanica di causa-effetto (a
queste opere che ho fatto, devono seguire i prodotti che mi aspetto). Ma chi
potrebbe mai innamorarsi di una tale catena di montaggio?
La
parte fondamentale nell’evangelizzazione la fa l’amore senza misura e senza
condizioni del Cristo, che dà forma al nostro amore: come Lui, anche noi amiamo
senza misura e senza condizioni! E questa libertà di cui facciamo esperienza
quando ci sentiamo amati e amiamo, ci piace più di tutto! E infatti dove
riconosciamo l’amore di Cristo, noi stiamo e viviamo volentieri! E chi incontra
Cristo, non lo lascia più!!!
Perciò oggi faccio mie le parole del Papa: «Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita
di Gesù Cristo» (Evangelii Gaudium,
n. 49)
*Nel video di youtube, puoi vedere i panorami
che dovremmo mostrare ai nostri ragazzi, giovanissimi e giovani!