sabato 29 aprile 2023

Lui è con te! Non temere alcun male!

Brano su cui pregare: Gv 10, 1-10

Grazia da chiedere

Chiedo la grazia di gioire alla voce di Gesù, il bel pastore che dà la Sua vita per me!
 
INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA
Sono chiamato per nome perché io abbia la vita e l’abbia in abbondanza. Questa è l’opera di Dio per me fin dall’inizio e per sempre! Poi ci sono ladri e briganti, voci che distraggono, che distorcono, che inquinano,… ma sempre mi accorgo che seguendole mi viene a mancare la vita, la verità, la libertà… E allora è come se quelle voci improvvisamente cessassero. In realtà ci sono ancora in me e attorno a me, solo che sono voci di chi non mi conosce, di chi non mi ama, di chi non vuole il mio bene e io non le seguo e non le ascolto più, perché non sono la voce del pastore bello, colui che viene perché le sue pecore abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza! Gesù oggi mi si rivela: sta davanti a me e dice apertamente e pubblicamente: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (v. 9).
Siamo nel Vangelo di Giovanni. È il Vangelo in cui compare il discepolo amato. Mi viene in mente almeno un episodio in cui il discepolo amato (oggi è ognuno di noi quel discepolo) entra attraverso la “porta”: la lavanda dei piedi.
Durante la cena, Gesù lava i piedi ai suoi discepoli e quando Pietro gli fa obiezione, Gesù gli risponde: «Se non ti laverò, non avrai parte con me» (Gv 13, 8). È Gesù a farmi entrare ad aver parte con Lui: è Lui a prendere sempre l’iniziativa, ad amarmi per primo. Sulla via della vita è Lui a farmi muovere i passi, se mi lascio guidare, se sono docile alla Sua Parola, se lascio che la Sua voce mi diventi familiare! Il pastore chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. È Lui a condurmi: cammina davanti a me. È sufficiente lasciarmi guidare da Lui, come quando un bimbo mi dà la sua mano per attraversare la strada o perché ha paura del buio.
 
“«Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo»” (Gv 13, 7). Gesù vuole lavarti i piedi? Lasciateli lavare! Lascia che ti prenda in braccio, che ti accolga, che ti guidi per il giusto cammino, che ti conduca a pascoli erbosi, ad acque tranquille! Lui è con te! Non temere alcun male! (Salmo 22/23).
 
 
INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 
-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?
 
-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?
 
Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli

sabato 22 aprile 2023

L'incessante, instancabile e infallibile cammino di Dio

 

Brano su cui pregare: Lc 24, 13-35

Grazia da chiedere

Gustare la gioia della pecorella smarrita sulle spalle del Buon pastore
 

INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA

«… la luce è venuta nel mondo…» (Gv 3, 19) e resta con noi per sempre, cammina con noi sulle nostre strade, entra a rischiarare il buio delle nostre paure e delusioni, riaccende ciò che s’è spento, rende piena la nostra gioia e fa sorgere in noi un irrefrenabile desiderio di comunicarla! I discepoli diretti a Emmaus ci somigliano: per accorgerci di Gesù che cammina con noi, abbiamo bisogno di fare memoria dello spezzare il pane, abbiamo bisogno di ascoltare e riascoltare quanto nelle Scritture si riferisce a Lui, abbiamo bisogno di incontrare le donne di ritorno dal sepolcro e gli apostoli usciti dal Cenacolo dopo la Pentecoste! È questo tutto ciò che viviamo nel nostro essere Chiesa, nel nostro essere membra vive del Corpo di Cristo che è la Chiesa!

«Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?» (v. 17). Accogliere Gesù è accettare di metterci in dialogo con Lui.

In tutto il Vangelo Gesù si interessa della vita e della storia di tutti quelli che incontra e ci rivela che Dio si interessa della vita di ciascuno dei suoi figli, fino al punto di dare la vita per salvare ciascuno dei Suoi figli: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16). Nel contemplare questi due discepoli, di cui Gesù si fa prossimo, possiamo pensare al buon pastore che va in cerca della pecorella perduta «finché non la trova» (Lc 15, 4). Rimaniamo un po’ su questo «finché non la trova». È una espressione che ci dice l’incessante, instancabile e infallibile cammino che Dio compie con noi e per noi: «Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro» (Lc 24, 15).

«Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?» (v. 32). Possiamo fare memoria dei momenti in cui abbiamo sentito il nostro cuore ardere, e ringraziare Dio per la Parola che sempre ci rivolge, per la luce che dona al nostro cammino con la Sua costante presenza accanto a noi e a ciascun uomo!

«Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane» (v. 35). Essere discepoli che non si perdono nessuna parola e nessun gesto del loro Maestro, ce lo fa riconoscere anche nel gesto più comune e ordinario: quante volte spezziamo il pane sulle nostre tavole, nelle nostre case, con parenti e amici, ma anche con uomini e donne di passaggio nelle CARITAS o nelle associazioni di volontariato! Il discepolo non riconosce Dio solo nei miracoli, ma alla luce della Sua Parola e guidato dallo Spirito Santo, riconosce Dio anche nella Sua passione e morte, lo riconosce risorto e vivo su ogni strada, anche nella polvere, nelle rughe, nella fatica, nel sudore della fronte, nelle lacrime,… Il discepolo riconosce Gesù risorto in ogni uomo che spezza il pane col suo fratello e ne gioisce nel profondo del cuore: «Ma versò il vino e spezzò il pane per chi diceva “ho sete” e “ho fame”» (Fabrizio De André, Il pescatore).

 
 

INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 

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sabato 15 aprile 2023

«Pace a voi!» (Gv 20, 21)


Brano su cui pregare: Gv 20, 19-31

Grazia da chiedere

Accogliere il dono della pace
 
INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA

Il Cristo risorto raggiunge proprio ogni luogo, anche quello che ho chiuso, sprangato, reso inaccessibile per timore della morte. Lì dentro sono solo anche se ci sono altre persone, lì dentro è desolazione, disorientamento, paura, disperazione,… Se uno dall’esterno non può entrare, neanch’io dall’interno posso, o voglio, uscire. Ci sono momenti in cui vado in blocco, mi chiudo al prossimo,… momenti in cui arrivo a credere che neanche Dio può, o vuole, entrare e stare con me. Ecco che Cristo risorge e viene, e sta in mezzo, e dice: «Pace a voi!» (v. 19). Non t’aspettavo, non pensavo che Tu potessi, non credevo che Tu volessi,…

Ma adesso che gioia! (cfr. v. 20).

Quello che è per tutti e per sempre è l’amore di Dio! Cristo risorge e mostra a me e a tutti le sue mani e il suo fianco. Sono proprio le mani che hanno guarito i malati, sono le mani che hanno lavato i piedi dei discepoli, sono le mani che sono state inchiodate sulla croce, sono le mani di Dio, mani sempre e per sempre inchiodate a servizio dell’uomo. La contemplazione di queste mani ci fa capire chi è il Signore per noi. È ciò che contempliamo ogni volta che celebriamo l’Eucaristia: la passione di Dio per noi ogni giorno.

Contemplando le mani e il fianco di Gesù, conosco chi sono io per Dio e chi è Dio per me: Dio è Colui che per me porta quelle mani inchiodate e quel fianco trafitto; io sono il destinatario del Suo amore senza misura e senza condizioni. Tutto il Vangelo di Giovanni vuole portarci a contemplare colui che abbiamo trafitto. Da questa contemplazione scaturisce la nostra gioia, gioia che si fa missione: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (v. 21). Gesù si identifica con noi e noi diventiamo come Lui: siamo figli che rivelano l’amore del Padre ai fratelli. Lo Spirito Santo che ci viene donato, ci conferisce il potere di Dio, che è quello di perdonare: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (v. 23).

Risorti con Cristo, corriamo a portare a tutti il dono della Sua gioia e della Sua pace!

 

INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 
-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 
-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

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giovedì 6 aprile 2023

Lo sa bene il contadino...


Quanto può un chicco di grano!
È molto piccolo: si perde in mezzo a tanti altri chicchi;
è uno dei tanti.
 
Eppure,
quanto può un chicco di grano!
Lo sa bene il contadino che prepara i solchi
e vi depone il buon seme.
E poi fa tutto quello che è in suo potere
perché il seme germogli.
 
La sua è un’attesa fiduciosa: si fonda sul racconto
di chi ha lavorato prima di lui quella stessa terra,
e sulla sua esperienza di ogni anno:
«dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce» (Mc 4, 28).
 
È così fin dall’inizio,
e il miracolo avviene anche quest’anno!
 
Quanto può un chicco di grano!
Può addirittura alimentare e sostenere
la fiducia e la speranza
non solo del contadino,
ma di ogni uomo che, passando sulla via di quel campo, vede il seme, lo stelo,
la spiga e il chicco pieno nella spiga (cfr. Mc 4, 28).
 
Il nostro campo è vegliato dalla presenza di due contadini in preghiera.
Pregano l’Angelus e lo pregano nel campo,
tra le fatiche della semina e dell’attesa,
e la gioia del raccolto.
Come noi che stasera passiamo di qui e vediamo
quanto può un chicco di grano!
 
Stiamo con Gesù e vegliamo;
vegliamo e preghiamo perché Egli attiri a sé i nostri cuori dal solco della Croce,
in cui è caduto il Chicco di grano,
al molto frutto scaturito dal dono della sua intera vita
per amore nostro!
 
Come vivere queste ore?
Con la stessa fiduciosa attesa di chi ha fatto i solchi nella terra
e vi ha depositato un seme prezioso e selezionato;
con la fiducia del seminatore che sa quanto è prezioso
il seme che depone nella buona terra;
con la fiducia del seminatore che ha visto e sa che «dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce» (Mc 4, 28);
con la fiducia di chi sa che Dio vuole il bene di ogni figlio
e gli dà sempre il pane quotidiano;
con la fiducia del seminatore a cui è stata annunciata la Risurrezione!
 
In una notte che pare non finire mai,
questa notte sostiamo a guardare il Chicco caduto in terra
e, contemplando lo stelo e la spiga,
lasciamoci sorprendere dai chicchi pieni nelle spighe,
segno della Risurrezione del Cristo!
 
«Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura» (Gv 4, 35)

sabato 1 aprile 2023

«Ecco, a te viene il tuo re» (Mt 21, 5)


Brano su cui pregare: Mt 21, 1-11

Grazia da chiedere
Non aver paura di Dio e spalancargli le porte della nostra vita e della nostra storia
 
INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA
Mettendoci in ascolto del testo, notiamo la tenera mitezza di Dio; contemplando la scena, fermandoci a guardare le persone, vedendo l’asina e il puledro,… ci sembra di essere in un paese di campagna, in primavera, in una giornata col cielo sereno. Intorno a noi sentiamo e vediamo l’armonia del creato che obbedisce al suo Creatore. Così ci sentiamo custoditi dal Signore, guidati da Lui che è il buon pastore e sa qual è e dov’è il nostro bene. Anche l’obbedienza a Lui, perciò, la viviamo con tranquillità: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro» (v. 2).
 
«Ecco, a te viene il tuo re» (v. 5). Il versetto ci suggerisce non la pesantezza di una relazione di sudditanza, non l’umiliazione di chi viene dominato e costretto in una condizione di inferiorità, ma l’affetto del re per te. Egli è «tuo», come quando si conclude una lettera a un amico o a una persona cara e si scrive: «Tuo affezionatissimo,…» e poi si mette il proprio nome.
 
Egli è «mite» e viene a liberarti, a sollevarti dal giogo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11, 28-30).
 
Contemplando Gesù che entra a Gerusalemme, scopriamo che davvero ci possiamo fidare e che non abbiamo nulla da temere! Gesù è il Signore e viene a liberarci dando la vita per tutti! Ci può aiutare un passo del Vangelo di Luca (Lc 14, 34-35) in cui Gesù paragona la Sua opera all’agire di una chioccia con i suoi pulcini: «… quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!» (Lc 14, 34). Dio esercita la sua custodia su di noi senza stancarsi mai e sempre con la delicatezza e la cura che si usa per tenere tra le mani un piccolo pulcino.
 
Chiediamo la grazia di riconoscere l’opera di Dio nella tenerezza ricevuta e donata nel tempo della nostra vita, e di essere gradualmente liberati dal sospetto che Egli possa, prima o poi, chiederci qualcosa in cambio. Accogliamo l’esortazione di Papa Giovanni Paolo II: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!» e facciamo festa al Signore che viene: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!» (v. 9).
 
 
INDICAZIONI PER LA PREGHIERA
-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 

Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli