Un vecchietto venne a trascorrere
alcune settimane di convalescenza nell’Istituto delle Suore Teresiane di
Ripatransone, dopo un brutto infortunio che gli era capitato mentre lavorava
nella sua campagna. Le suore si prendevano cura di lui e lo assistevano. Lo
incontravo tutti i giorni uscendo dal refettorio dove mangiavo con don Domenico
e padre Aro. Lo salutavo e lui cordialmente rispondeva al mio saluto. Finché,
un giorno, mentre eravamo in cortile, forse incoraggiati dal sole primaverile,
cominciammo a parlare e – non ricordo perché – l’argomento cadde sul libro di
Tobia. Mai avrei immaginato di trovarmi a parlare della Bibbia con un vecchietto
incontrato quasi per caso; un vecchietto che non era stato catechista e nemmeno
seminarista, ma leggeva la Bibbia. Quel giorno nel cortile delle suore si era
messo a raccontarmi la speranza e la forza che la Sacra Scrittura gli aveva
comunicato nei diversi momenti e situazioni della sua vita. La Bibbia aveva
assunto un’importanza fondamentale per lui: era come se avesse riconosciuto una
sorta di parallelismo tra la sua vita e quello che leggeva. In particolare
amava il libro di Tobia con il protagonista che deve mettersi in viaggio per
compiere la sua vocazione e trova una guida sicura nell’angelo Raffaele e un
aiuto continuo da parte della Provvidenza di Dio, anche nei momenti in cui
tutto sembra perduto e uno rischia di abbandonarsi alla disperazione.
Oggi mi è tornato in mente quel vecchietto,
di cui non ricordo il nome, perché in questi giorni sto incontrando persone
adulte e anziane che mi raccontano la loro storia e spesso sono racconti di
speranza, di fiducia, di perdono, di guerra e di pace. E nell’ascoltarli mi
vengono in mente Abramo e Sara, Giacobbe e Labano, Giuseppe e i suoi fratelli,
Mosè e Aronne, Tobia e Sara, Giobbe, Elia ed Eliseo, Zaccaria ed Elisabetta,
Simeone, Anna,… Giuseppe e Maria, Gesù e gli apostoli,… i profeti, i santi,… e le
loro vite caratterizzate dalla speranza, dalla fede e dalla fiducia, dall’amore,
dal perdono e dalla pace ricevuti e donati in viaggi, litigi, imprevisti,
guerre, deportazioni, carestie, liberazioni e ritorni, vittorie e sconfitte,
feste e funerali,…
Cosa resta di una vita e di una
storia? Cosa resta più impresso di quello che uno ha vissuto? Tutti raccontano
la pace, cercata e trovata, donata e ricevuta, perduta e ritrovata! Tutti, anche
mostrando le ferite e le piaghe per dolori, tradimenti, malattie, sofferenze,
delusioni, tutti fissano lo sguardo sul bene cercato e trovato, ricevuto e
donato, perduto e finalmente ritrovato!
Quando
mancano quattro giorni a Natale, mi conquista un forte senso di fiducia e di
speranza, mi conquista la certezza della tua buona Provvidenza, o mio Signore!
👏👏👏👏🙏🙏🙏
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