Stamattina scelgo di rileggere le parole del profeta Isaia con cui Domenica è iniziato l’Avvento: «Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. […] … Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani» (Isaia 63, 16b-17.19b; 64, 2-7).
Isaia dialoga col «nostro padre».
Isaia mi dice che posso dare del “tu” (v. 16) a Dio che è nostro
padre.
Isaia mi rivela che c’è un legame indissolubile e incancellabile
tra Dio e “noi”: non solo siamo opera delle sue mani, ma Egli è nostro padre!
Quando uno diventa padre, è padre per sempre.
Si può sentir parlare di “ex mariti”, “ex mogli”, “ex fidanzati”, “ex…”,…
Ma non si sente mai parlare di “ex padri”, “ex madri”, “ex figlie”,
“ex figli”, “ex fratelli”, “ex sorelle”, “ex nonni”, “ex nonne”! Non se ne
sente parlare perché non esistono ex padri, ex madri, ex figli, … L’essere padre, l’essere figli, l’essere
fratelli e sorelle si dà una volta per sempre (leggi Rm 8, 31-39)!
E se «tutti noi» siamo opera delle mani del Signore nostro padre (Is
64, 7), vuol dire che Lui è nostro Padre e tutti noi siamo Suoi figli e tra noi
fratelli e sorelle!
Quando
mancano diciannove giorni a Natale, chiedo a Te, Signore Padre nostro, la grazia
di sentirmi figlio, custodito e plasmato con amore dalle Tue mani, e di essere
fratello di tutti i Tuoi figli!
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