venerdì 4 novembre 2011

Tu chiamale, se vuoi, occasioni

Quando la giornata è ben indirizzata sulla scia di un programma stabilito e si è già completamente immersi nel lavoro, può capitare che qualcosa ci costringa a lasciare tutto e partire.
Potrebbe essere naturale vivere con fatica tale situazione e brontolare per ciò che ci distrae. E se, invece, fosse un’occasione per uscire dalle pareti del nostro io e incontrare un fratello?

È un po’ ciò che accade all’amministratore di cui parla il Vangelo di oggi.
Egli è tutto preso nelle sue attività finché non gli viene rivolta dal datore di lavoro una domanda di vitale importanza: «Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare» (Lc 16, 2).

Non è in gioco soltanto la sua reputazione ma la sua stessa vita, la sua sopravvivenza. Per lui suona la sveglia e in un momento gli è chiaro che non c’è più tempo; deve riuscire a salvare la situazione ormai compromessa.
Nel concludere la parabola, Gesù non loda la disonestà dell’amministratore ma ne elogia l’accortezza: «egli ha saputo mettere a profitto il tempo che gli rimaneva per far fronte alla difficoltà» (G. Rossé, Il Vangelo di Luca).

Signore, insegnaci a percepire il mondo, il tempo, i fratelli e qualsiasi evento come un’occasione per vincere l’egoismo ed entrare con gioia nel Tuo Regno! [dGL]

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