martedì 8 novembre 2011

«Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3, 30)

«Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1Gv 4,16). Guardando il crocifisso e facendo memoria dell’evento della Pasqua di Gesù (passione, morte e risurrezione) ci si accorge di quanto l’amore sia gratuito, senza misura, incondizionato.
L’amore rende veri, liberi, risolleva, sospinge, fa vivere per sempre.

Creati a immagine di Dio, saremo fedeli alla nostra vocazione di figli se avremo in noi i caratteri del Suo Amore. Le opere che compiamo quotidianamente saranno frutto della relazione d’amore tra Dio e noi e non una serie di cose che ci procureranno matematicamente il favore di Dio, la Sua benevolenza, la Sua benedizione. Gesù ci chiede di uscire dalla logica del do ut des (Dio ricompensa l’obbedienza ricevuta dall’uomo – Lc 17, 7-10); essa, infatti, rende schiavi di pratiche religiose e non apre alla fede, all’alleanza, all’amicizia con Dio.

Conoscere Dio vuol dire lasciargli spazio perché Egli possa dimorare e crescere in noi (Gv 3, 30), lasciare a Lui l’iniziativa, la cura, la potatura, la guida e vivere nella gratuità e nella fiducia, custoditi dalle Sue mani.

Il giogo, allora, sarà leggero perché faremo la volontà di Dio per amore e non più per dovere, convenienza o convenzione. [dGL]

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