venerdì 11 novembre 2011

Come nei giorni di Noè (Lc 17, 26-37)

Il Vangelo di oggi parla di uomini occupati nelle loro faccende quotidiane: mangiare, bere, prendere moglie, prendere marito,… Siamo di fronte a gente normale.

Ma Gesù vuole metterci in guardia da un certo intorpidimento che può prendere il cuore nella vita di tutti i giorni. Immersi nel fare, rischiamo di dimenticare che tutto è grazia, rischiamo di non alzare più lo sguardo per guardare il cielo e contare le stelle (Gen 14, 5), rischiamo di non ascoltare il creato che ci parla di Dio: «I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento» (Sal 18/19).
Rischiamo, infine, di perdere Dio e di non riuscire più a riconoscerci fratelli; l’altro diventa in breve tempo un concorrente, un avversario a cui si fa fatica a voler bene.

Gesù rinnova la nostra attesa, ci ricorda che non siamo fatti per sopravvivere ma per vivere pienamente! Ci ricorda che il Signore ha la precedenza su ogni altra cosa ed è vitale convertirsi e tenere lo sguardo fisso su di Lui! Ci insegna il Padre nostro! Assaporando ogni giorno questa preghiera, ci sentiamo figli amati e, guardandoci intorno, ci riconosciamo fratelli! [dGL]

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