mercoledì 2 novembre 2011

«Sulla cattedra di Mosè…» (Mt 23, 2)

Ascolto questa parola di Gesù e penso a me, pallido annunciatore del Vangelo. Penso alla responsabilità connessa con l’essere seduto sulla cattedra di Mosè, un uomo che parlava faccia a faccia con Dio e per questo aveva il volto raggiante (Es 34, 29-35).
Guardo Mosè, i profeti, Giovanni Battista, i discepoli e i santi e penso a un’autorevolezza che non viene da un decreto o dall'essere seduti su una cattedra ma dall’essere innamorati del Signore, desiderosi di stare continuamente alla Sua presenza, in ascolto della Sua Parola.

E così, come un innamorato, anch’io desidero stare con Gesù (Mc 3, 14), desidero udire la Sua voce, il sussurro di una brezza leggera (1Re 19, 12), tenere parole d’amore che accarezzano il cuore. [dGL]

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