giovedì 24 novembre 2011

Per mantenere desta l'attesa (I)

Prima domenica d’avvento - 27 novembre
Vigilanza: cogliere i “segni dei tempi”

«Dio, Padre di misericordia, donaci lo Spirito dell’amore, lo Spirito del tuo Figlio… Tutti i membri della Chiesa sappiano riconoscere i segni dei tempi e si impegnino con coerenza al servizio del Vangelo. Rendici aperti e disponibili verso i fratelli che incontriamo sul nostro cammino, perché possiamo condividerne i dolori e le angosce, le gioie e le speranze, e progredire insieme sulla via della salvezza» (Preghiera Eucaristica V/B).

Is 63,16b-17.19b; 64,2-7
Salmo 79/80 Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi
1 Cor 1,3-9
Mc 13,33-37
La prima domenica d’Avvento contiene sempre il richiamo alla vigilanza cristiana. L’Avvento è così uno squarcio di luce non solo sulla storia della salvezza, ma sulla esistenza umana. Il cristiano è colui che, consapevole di essere salvato dall’amore di Dio comunicato nel Battesimo, è proiettato verso il fine dell’intera avventura umana. Caratteristica di questo protendersi in avanti è la vigilanza, sia per tenere presente la meta, sia  per cogliere fin d’ora i segni della presenza salvifica del Signore.
La prima lettura è tratta dalla terza parte del libro di Isaia. Il profeta intende rafforzare la speranza del popolo tornato dall’esilio di Babilonia, alle prese con le difficoltà della ricostruzione. Il messaggio contenuto nel brano può essere condensato in tre punti:
-  Dio è padre del suo popolo, ma spesso – di fronte alle difficoltà – sembra lontano, quasi insensibile, al di sopra del telone che separa la terra e il cielo. Quel telo deve essere squarciato, Dio deve mostrarsi ancora presente in mezzo ai suoi. Le invocazioni del profeta sono toccanti: «Se tu squarciassi i cieli e scendessi»; «Ritorna per amore dei tuoi servi». Non solo Dio sembra assente, ma lascia che il suo popolo vaghi lontano dalle sue vie. È il paradossale rimprovero del profeta a un Dio che nel suo grande amore lascia anche la libertà di sbagliare.
-  Il brano, entrato nella sua seconda parte nel famoso inno dell’Avvento che è il Rorate coeli, contrappone il ricordo dei prodigi del Signore in favore del suo popolo alla consapevolezza di essere peccatori, «panno immondo». È questa la causa delle sofferenze del popolo: quando si allontana da Dio prende coscienza della propria miseria e fragilità.
-  La profezia si chiude con un grido di speranza e una professione di fede: «Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma». Il Battesimo ci rende figli di Dio, ci fa invocare Dio col nome di padre e ci dona, insieme, la consapevolezza che la nostra vita è nelle sue mani. A noi tocca farci plasmare da Lui, perché la nostra esistenza sia piena.
(testi tratti dal sussidio per l’Avvento della Diocesi di Rimini)

Per riflettere…
-         «Tu, Signore, sei nostro padre». (Is 63, 16)
Signore, non ho ancora compreso bene cosa vuol dire essere Tuo figlio, insegnami a riconoscere la tua cura paterna nelle più piccole cose della mia vita.
-         «Mai si udì parlare da tempi lontani, orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui». (Is 64, 3)
Signore, nelle difficoltà della vita, aiutaci ad alzare lo sguardo per guardare Te che ci precedi e ci sostieni con la Tua presenza! Aumenta la nostra fede!
-         «Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani» (Is 64, 7).
Signore, la nostra vita è nelle Tue mani. Infondi in noi la pace di chi si sente amato e custodito. Donaci di dire ogni giorno con fede: «Sia fatta la tua volontà».


Per pregare…
Salmo 79. 2-3. 15-16. 18-19
Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Padre nostro

ORAZIONE
Per la morte e risurrezione di tuo Figlio
ci hai innestati, o Padre, nella vera vite
come tralci dai quali attendi frutti copiosi:
donaci di rimanere sempre uniti a lui
nell’eterno mistero
del morire e del risorgere.
Amen.
(p. David Maria Turoldo)


Impegno d’Avvento:
In una stanza della casa potremmo allestire un piccolo angolo della preghiera con la Bibbia aperta sulle letture della domenica, una icona di Avvento o di Natale, la corona del Rosario e scegliere di sostare ogni giorno per qualche minuto in ascolto del Signore che parla al nostro cuore.

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