Bambino [chiedendo a padre Brown di restituirgli una noce]: È
mia!
P.
Brown: Ne sei sicuro?
Bambino: Sì!
P.
Brown: Come ti chiami?
Bambino: Che te ne importa?
P.
Brown: Oh, niente. E dimmi: ci
credi alle favole?
Bambino: No!
P.
Brown: E allora, prendi la tua
noce.
P.
Brown [rivolgendosi a padre
Martin]: Eh, povero bambino: brutto carattere e non crede alle favole.
P.
Martin: Lei ci crede, padre?
P.
Brown: Ma certamente. Il paese
delle fate è il meraviglioso luogo del senso comune. La lezione di Cenerentola è
la stessa del Magnificat: l’esaltazione dell’umile. Quella della Bella e la
Bestia, poi, è straordinaria!
P.
Martin: Cioè?
P.
Brown: Ma ci ha mai pensato? È che
una cosa deve essere amata prima che diventi amabile. La Bella abbraccia la
Bestia quando è ancora bestia.
P.
Martin: È lei che è una cosa
straordinaria, padre Brown.
P.
Brown: Ma ci ha mai pensato
all'allusione eucaristica di questo gesto d'amore? Difatti la Bestia non
resisterà e si trasformerà in principe. Beh, dopo, quando è già principe,
abbracciarlo non serve a niente: è troppo facile. Mi scusi, ma a me le favole entusiasmano.
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