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Crocifisso della Chiesa di Cristo Re, Porto d'Ascoli |
Oggi nel giardino del sepolcro,
alla presenza
di Gesù,
vogliamo fare
memoria grata della vocazione,
del giorno in
cui il Signore risorto ci ha chiamato per nome.
Dall’alto
della croce il Signore Gesù ha visto ciascuno di noi, ci ha amato, ha dato la
sua vita per noi e ci ha chiamato a seguirlo.
Ci ha dato la
grazia per amare come Lui ama,
per essere
testimoni del Suo amore senza misura.
Ascoltando il
Vangelo di oggi, pensiamo con gioia alla nostra vocazione: Cristo risorto
chiama anche noi e ci chiama per nome!
È una storia
di vocazione quella che abbiamo ascoltato:
è la vocazione
di Maria di Magdala a seguire il Signore Gesù per sempre.
Si tratta della
vocazione alla santità, la stessa vocazione che il Signore rivolge a ciascuno
di noi: riconoscerlo presente nella vita quotidiana e seguirlo.
Cioè fare
nostri i Suoi stessi sentimenti.
È questa la
grazia che il Signore dona a ciascuno di noi: amare come Lui ci ama!
Maria di
Magdala riconosce Gesù quando si sente chiamata per nome.
Anche per noi
è così:
riconosciamo il
Signore Gesù
dall’amore che
sentiamo fiorire in noi,
dalla gioia
che sentiamo sorgere nel nostro cuore quando ci troviamo alla Sua presenza.
Accade quando
partecipiamo alla Messa insieme alla nostra comunità;
accade quando
ascoltiamo la Sua parola;
accade quando
nel segreto della nostra stanza ci mettiamo in ginocchio e preghiamo, esprimendogli
la nostra totale fiducia;
accade quando ci
mettiamo al servizio gli uni degli altri.
Oggi,
stando al
sepolcro con Maria di Magdala,
vogliamo gioire
guardando come il Signore ci ama e ci chiama.
E come il
Signore, subito dopo averci chiamato, ci invia affidandoci un messaggio
straordinario.
Dice Gesù a
Maria: «… va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro,
Dio mio e Dio vostro”» (Gv 20, 17).
Gesù è nostro
fratello!
Non siamo noi
a inventarci questa fraternità, ma è Lui stesso a rivelarcela!
È Lui che dice
a Maria: «va’ dai miei fratelli».
È Lui che dice
a Maria: «Di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”»
(Gv 20, 17).
È Gesù stesso
che ci rivela il Padre!
E quando
diciamo Padre nostro non lo diciamo nostro per modo di dire, ma lo diciamo
perché siamo figli nel Figlio! Dio è realmente nostro Padre!
E tutte le
persone che incontriamo qui sulla terra non sono persone estranee che, se
vogliamo possiamo decidere di far diventare nostri fratelli o nostre sorelle,
così, quasi per simpatia, ma ci vengono consegnati da Cristo risorto come
fratelli e come sorelle.
Il Crocifisso
che c’è nella nostra Chiesa di Cristo Re è molto espressivo in questo senso: ha
le braccia aperte e tese in modo da formare una croce con il resto del corpo.
A volte,
guardando quelle braccia tese e quelle mani aperte, mi sembra che stia tendendo
la mano a ciascuno di noi e allora immagino di dargli la mia mano. Subito noto
che non posso prendergli entrambe le mani nello stesso momento: una mano del
Crocifisso resta sempre aperta e tesa verso un altro.
Noi quando gli
diciamo, pieni di affetto: «Cristo Gesù, Tu sei mio fratello»,
quando, cioè,
accettiamo questa fraternità con Lui,
dobbiamo
sempre ricordarci che è una fraternità aperta al mondo, aperta a ogni uomo, a
ogni donna che il Cristo prende per mano, o da cui il Cristo è preso per mano.
È questa la comunione
con Dio!
È questa la
comunione che viviamo nella Chiesa!
Quando ci
raduniamo in assemblea nella nostra chiesa parrocchiale,
oppure quando
a casa in questi giorni ci mettiamo alla presenza di Cristo con i nostri
familiari,
siamo Chiesa,
facciamo Chiesa,
siamo
raccolti, radunati, convocati, dall’amore di Cristo.
E, rivestiti
di Cristo, viviamo da fratelli, da sorelle, affidandoci gli uni agli altri,
e ci
ricordiamo anche di chi non è presente fisicamente e lo presentiamo al Signore,
e realmente
sentiamo questa fraternità che ci lega a ogni uomo, a ogni donna.
Oggi, mentre
ascoltavo il Vangelo, mi veniva in mente un canto che parla della vocazione di
ciascuno di noi alla vita con Cristo, alla comunione con Dio, alla santità.
È un canto in
cui a un certo punto si dice: «Quante
volte un uomo con il nome giusto mi ha chiamato, una volta sola l’ho sentito
pronunciare con amore. Era un uomo come nessun altro e quel giorno mi chiamò»
(Vocazione, testo e musica di
Pierangelo Sequeri).
È bello
pensare che Maria Maddalena quel giorno davanti al sepolcro si è sentita
chiamare così da Gesù, è bello pensare che questa chiamata il Signore la
rivolge a ciascuno di noi!
Oggi siamo pieni
di gioia perché il Cristo risorto ci ama,
ci chiama per
nome,
ci chiama a
seguirlo
e ci regala la
fraternità,
ci regala la
paternità di Dio,
ci regala il
suo stesso modo di relazionarsi con il Padre, con lo Spirito Santo e con ogni
uomo. [dGL]
Se vuoi, puoi ascoltare il canto “Vocazione”, di Pierangelo Sequeri, cliccando qui sotto
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