martedì 14 aprile 2020

Il Vangelo di oggi (Gv 20, 11-18) e la nostra vita di sempre

Crocifisso della Chiesa di Cristo Re, Porto d'Ascoli

Oggi nel giardino del sepolcro,

alla presenza di Gesù,
vogliamo fare memoria grata della vocazione,
del giorno in cui il Signore risorto ci ha chiamato per nome.

Dall’alto della croce il Signore Gesù ha visto ciascuno di noi, ci ha amato, ha dato la sua vita per noi e ci ha chiamato a seguirlo.
Ci ha dato la grazia per amare come Lui ama,
per essere testimoni del Suo amore senza misura.
Ascoltando il Vangelo di oggi, pensiamo con gioia alla nostra vocazione: Cristo risorto chiama anche noi e ci chiama per nome!

È una storia di vocazione quella che abbiamo ascoltato:
è la vocazione di Maria di Magdala a seguire il Signore Gesù per sempre.
Si tratta della vocazione alla santità, la stessa vocazione che il Signore rivolge a ciascuno di noi: riconoscerlo presente nella vita quotidiana e seguirlo.
Cioè fare nostri i Suoi stessi sentimenti.
È questa la grazia che il Signore dona a ciascuno di noi: amare come Lui ci ama!

Maria di Magdala riconosce Gesù quando si sente chiamata per nome.

Anche per noi è così:
riconosciamo il Signore Gesù
dall’amore che sentiamo fiorire in noi,
dalla gioia che sentiamo sorgere nel nostro cuore quando ci troviamo alla Sua presenza.
Accade quando partecipiamo alla Messa insieme alla nostra comunità;
accade quando ascoltiamo la Sua parola;
accade quando nel segreto della nostra stanza ci mettiamo in ginocchio e preghiamo, esprimendogli la nostra totale fiducia;
accade quando ci mettiamo al servizio gli uni degli altri.

Oggi,
stando al sepolcro con Maria di Magdala,
vogliamo gioire guardando come il Signore ci ama e ci chiama.
E come il Signore, subito dopo averci chiamato, ci invia affidandoci un messaggio straordinario.
Dice Gesù a Maria: «… va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”» (Gv 20, 17).
Gesù è nostro fratello!
Non siamo noi a inventarci questa fraternità, ma è Lui stesso a rivelarcela!
È Lui che dice a Maria: «va’ dai miei fratelli».
È Lui che dice a Maria: «Di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”» (Gv 20, 17).
È Gesù stesso che ci rivela il Padre!
E quando diciamo Padre nostro non lo diciamo nostro per modo di dire, ma lo diciamo perché siamo figli nel Figlio! Dio è realmente nostro Padre!
E tutte le persone che incontriamo qui sulla terra non sono persone estranee che, se vogliamo possiamo decidere di far diventare nostri fratelli o nostre sorelle, così, quasi per simpatia, ma ci vengono consegnati da Cristo risorto come fratelli e come sorelle.

Il Crocifisso che c’è nella nostra Chiesa di Cristo Re è molto espressivo in questo senso: ha le braccia aperte e tese in modo da formare una croce con il resto del corpo.

A volte, guardando quelle braccia tese e quelle mani aperte, mi sembra che stia tendendo la mano a ciascuno di noi e allora immagino di dargli la mia mano. Subito noto che non posso prendergli entrambe le mani nello stesso momento: una mano del Crocifisso resta sempre aperta e tesa verso un altro.

Noi quando gli diciamo, pieni di affetto: «Cristo Gesù, Tu sei mio fratello»,
quando, cioè, accettiamo questa fraternità con Lui,
dobbiamo sempre ricordarci che è una fraternità aperta al mondo, aperta a ogni uomo, a ogni donna che il Cristo prende per mano, o da cui il Cristo è preso per mano.
È questa la comunione con Dio!
È questa la comunione che viviamo nella Chiesa!

Quando ci raduniamo in assemblea nella nostra chiesa parrocchiale,
oppure quando a casa in questi giorni ci mettiamo alla presenza di Cristo con i nostri familiari,
siamo Chiesa, facciamo Chiesa,
siamo raccolti, radunati, convocati, dall’amore di Cristo.
E, rivestiti di Cristo, viviamo da fratelli, da sorelle, affidandoci gli uni agli altri,
e ci ricordiamo anche di chi non è presente fisicamente e lo presentiamo al Signore,
e realmente sentiamo questa fraternità che ci lega a ogni uomo, a ogni donna.

Oggi, mentre ascoltavo il Vangelo, mi veniva in mente un canto che parla della vocazione di ciascuno di noi alla vita con Cristo, alla comunione con Dio, alla santità.

È un canto in cui a un certo punto si dice: «Quante volte un uomo con il nome giusto mi ha chiamato, una volta sola l’ho sentito pronunciare con amore. Era un uomo come nessun altro e quel giorno mi chiamò» (Vocazione, testo e musica di Pierangelo Sequeri).

È bello pensare che Maria Maddalena quel giorno davanti al sepolcro si è sentita chiamare così da Gesù, è bello pensare che questa chiamata il Signore la rivolge a ciascuno di noi!

Oggi siamo pieni di gioia perché il Cristo risorto ci ama,
ci chiama per nome,
ci chiama a seguirlo
e ci regala la fraternità,
ci regala la paternità di Dio,
ci regala il suo stesso modo di relazionarsi con il Padre, con lo Spirito Santo e con ogni uomo. [dGL]


Se vuoi, puoi ascoltare il canto “Vocazione”, di Pierangelo Sequeri, cliccando qui sotto



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