sabato 10 dicembre 2011

Per mantenere desta l'attesa (III)

Terza domenica d’avvento - 11 dicembre
Testimoni di giustizia, liberazione e gioia

«La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo (Preghiera Eucaristica V/C).
Aiutaci a costruire insieme il tuo regno fino al giorno in cui verremo davanti a te nella tua casa. Allora nella creazione nuova, finalmente liberata dalla corruzione della morte, canteremo l’inno di ringraziamento che sale a te dal tuo Cristo vivente in eterno» (Preghiera Eucaristica R/1).

Is 61,1-2. 10-11
Cantico: Lc 1 La mia anima esulta nel mio Dio
1Tess 5,16-24
Gv 1,6-8. 19-28

Anche la terza domenica d’Avvento, detta gaudete per il richiamo alla gioia, ha come protagonista il Battista, ma questa volta l’attenzione non è posta sul suo messaggio ma sulla sua stessa persona: Giovanni parla con la sua stessa vita. La pericope evangelica, tratta dal quarto vangelo, si apre con un’affermazione che è testimonianza di salvezza: «Venne un uomo mandato da Dio». Certo, Giovanni è solo un uomo, ma è inviato da Dio, è un profeta. Il suo stesso nome (Giovanni significa Dio fa grazia) annuncia la salvezza. Il fiume Giordano, nel quale il Battista amministra il battesimo di penitenza, circondato da alberi rigogliosi e da lussureggiante vegetazione, richiama la pienezza di vita che nel Battesimo ci viene donata.
            Anche in questa domenica la profezia di Isaia introduce e indica il Vangelo, la bella notizia per la vita. La prima lettura racconta in forma autobiografica l’investitura di un profeta da parte di Dio. Il profeta anonimo è forse un discepolo di chi ha scritto la seconda parte di Isaia (Is 40-55) o addirittura lo stesso profeta. In particolare la sua vocazione rimanda ai quattro canti del Servo di Jahweh, nella stessa parte del libro di Isaia. Gesù, nella sinagoga di Nazaret, applicherà a se stesso tale profezia. Sono almeno tre i richiami per la nostra vita cristiana:
-         La vocazione del profeta è ufficializzata dalla unzione/consacrazione di Dio. È attraverso tale unzione che lo spirito del Signore scende sull’uomo e lo rende profeta. Anche noi siamo dei “cristi”, dei consacrati attraverso l’unzione battesimale e crismale. I primi due sacramenti dell’Iniziazione Cristiana sono strettamente correlati, sono le due facce della stessa medaglia: incorporati a Cristo nella Chiesa e inviati a portare il Vangelo di salvezza.
-         Il contenuto della bella notizia è assai concreto. Non si tratta di esortazioni astratte e lontane dalla vita; esse hanno una ricaduta nella vita quotidiana: «fasciare le piaghe dei cuori spezzati, proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri…». La missione che il cristiano riceve nel suo Battesimo/Cresima lo porta all’impegno personale e comunitario per un mondo più umano.
-     La conseguenza è la gioia e l’esultanza nel Signore. La seconda parte della profezia di Isaia rimanda ai celebri canti di gioia della Bibbia: il  cantico di Anna (1Sam 2) e il Magnificat di Maria (Lc 1). Il cristiano/profeta è paragonato allo sposo e alla sposa agghindati per le nozze. Contemplando la salvezza concreta che il Signore dona e che egli è chiamato ad annunciare, il battezzato vede la propria vita trasformarsi in canto di lode. Ma quali sono i “gioielli” che la comunità cristiana, popolo di redenti, può mostrare come segni della presenza del  Dio-con-noi (Emmanuele) che il Natale richiama?

Per riflettere…
-         «Lo spirito del Signore Dio è su di me». (Is 61, 1)
Signore, il tuo Spirito estingua le nostre paure e rinnovi in noi il desiderio di conoscerti e amarti con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente (Mt 22, 37).
-         «Mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri». (Is 61, 1)
Signore, il lieto annuncio rallegri la nostra vita e ci renda testimoni gioiosi per i fratelli!
-     «Mi ha mandato… a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore» (Is 61, 1-2).
Signore, seguirti vuol dire imparare da Te ad amare. Insegnaci a prenderci cura delle persone che incontriamo, ad annullare le distanze, a cancellare i giudizi, a metterci in gioco, a considerarci fratelli, a guarire le ferite, a liberare i prigionieri,…


Per pregare…
Lc 1, 46-54
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.
Padre nostro

Preghiera
Dio d’amore, o fonte di gioia,
vogliamo offrirti un inno di grazie:
nulla chiediamo se non di cantare,
lodarti in nome di ogni creatura.
O creature tutte del cielo: Amen.
O creature tutte della terra: Amen.
O creature tutte degli abissi: Amen.
Sei tu la vita e vita è luce,
tutte le cose continui a creare,
e formi l’uomo a tua somiglianza,
l’uomo che è il volto del tuo mistero.
Per tutto quello che sei, o Dio: Gloria.
Per tutto quello che hai compiuto, o Dio: Gloria.
Per tutto quello che compirai, o Dio: Gloria.
(p. David Maria Turoldo)


Impegno d’Avvento:
Potremmo mettere un segno che ricordi il Battesimo, in famiglia nell’angolo della preghiera.

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