Nel Vangelo di oggi (Lc 5, 17-26) incontriamo un gruppo di amici legati da una fede comune; essi hanno riconosciuto la potenza del Signore (Lc 5, 17) nell’agire di Gesù e hanno deciso di fidarsi di Lui. Mi rallegra guardarli mentre sollevano un amico ammalato e si adoperano per metterlo davanti a Gesù.
«Il Signore lo guarirà!», potrebbe essere la certezza presente nei loro cuori.
Forse, era stato il loro amico paralitico a incoraggiarli: «Il Signore mi guarirà!».
Solo la fede salvò quegli uomini e aprì ai loro occhi la via per arrivare a Gesù.
Per fede salirono sul tetto e calarono il loro amico nella stanza ponendolo in mezzo, vicino a Gesù. Ecco gli amici! Quelli che portano i fratelli davanti al Signore, quelli che intercedono per le necessità del prossimo e non si lasciano bloccare dalla folla o dalle tegole di un tetto!
E Tu, Signore, che vedi la fede dell’uomo, superi sempre le sue attese e cominci a guarire ciò che non si vede. La malattia, infatti, non è soltanto qualcosa di fisico; essa ha una ricaduta interiore, ferisce l’anima, intristisce, amareggia, paralizza, rischia di compromettere la relazione con Dio (ribellione, negazione di Dio) e con i fratelli (isolamento, tensioni,…).
Tu, Signore, sempre mi guarisci: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati» (Lc 5, 20) e mi rialzi perché possa ricominciare a seguirti: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua» (Lc 5, 24). [dGL]
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