Se
non corro il rischio dell'obbedienza,
Se
non corro il rischio della castità,
Se
non corro il rischio dell'umiltà,
Se
non corro il rischio della mitezza,
Se
non corro il rischio della precarietà,
Se
non corro il rischio del Vangelo,
Se
non corro il rischio dell'obbedienza,
Se
non corro il rischio della castità,
Se
non corro il rischio dell'umiltà,
Se
non corro il rischio della mitezza,
Se
non corro il rischio della precarietà,
Se
non corro il rischio del Vangelo,
Ma
anche gli altri servi, che al momento del ritorno del padrone sono così liberi
di rimettere nelle sue mani tutto quello che avevano guadagnato, mi fanno
pensare che si tratta di cose che essi non ritengono un possesso personale e
irrinunciabile.
Gli
educatori dell'ACR in Avvento e in Quaresima propongono sempre un altare
"parlante" che, di settimana in settimana, si arricchisce di segni e
domande.
Qualche giorno fa, ho creato nella mia camera un piccolo spazio per la lettura del Vangelo: c’è una lampada, il Messale quotidiano con le letture del giorno, un piccolo quaderno e una penna. Questo angolo della preghiera sta vicino al comò e fin dal primo giorno ho notato che la vicinanza del comò agevolava le ispezioni del gatto Tom, che vedeva lo spostamento di piccoli mobili nella stanza ma non capiva che cosa stavo preparando. Poi ha iniziato a vedere che mi fermavo davanti al mobiletto per qualche minuto ogni mattina e ha deciso di mettersi anche lui accanto a me a guardare dove guardavo io.
La
cosa mi ha fatto sorridere, ma poi mi sono venute in mente le parole del Papa allo
stadio di San Siro: «I bambini ci
guardano. […] I bambini conoscono le nostre gioie, le nostre tristezze e
preoccupazioni. Riescono a captare tutto, si accorgono di tutto e, dato che
sono molto, molto intuitivi, ricavano le loro conclusioni e i loro
insegnamenti. Sanno quando facciamo loro delle trappole e quando no. Lo sanno.
Sono furbissimi. Perciò, una delle prime cose che vi direi è: abbiate cura di
loro, abbiate cura del loro cuore, della loro gioia, della loro speranza. Gli “occhietti” dei vostri figli via via
memorizzano e leggono con il cuore come la fede è una delle migliori eredità
che avete ricevuto dai vostri genitori e dai vostri avi. Se ne accorgono. E se
voi date la fede e la vivete bene, c’è la trasmissione» (Milano,
25/03/2017).
E mi sono detto: un bambino che vede i suoi genitori ogni mattina fermarsi in preghiera sempre nello stesso luogo della casa, magari davanti al Crocifisso o davanti a una icona, un bambino che vede i suoi genitori fermarsi a leggere il Vangelo ogni mattina, non maturerà una curiosità verso questa bella abitudine dei suoi genitori?
Il gatto, curioso, in mia assenza s’è buttato sul Messale quotidiano, probabilmente attirato dai laccetti che fanno da segnalibro, e ci è entrato proprio dentro: la sera ho ritrovato la pagina graffiata e un po’ stropicciata, chiara prova della sua incursione. Non ha mai considerato quel libro, non ci ha mai fatto caso, finché non mi ha visto lì davanti due o tre volte al giorno.
Ma poi mi guardo dentro e mi ricordo che ho una coscienza, una buona coscienza, una capacità di valutazione e riflessione, un discernimento e che tutto questo è cresciuto in me, grazie all'incontro con persone belle, buone, giuste, persone che hanno seminato il bene, persone oneste, che quando sbagliavano, sapevano riconoscere l’errore, chiedevano scusa e cercavano di rimediare, di correggere,... Tutto questo è cresciuto in me grazie alla famiglia, alla Chiesa, alla scuola, all’Università Cattolica, al Seminario, alle città in cui sono cresciuto (Grottammare e San Benedetto) e alle città in cui ho abitato (Milano, Seveso, Venegono, Ripatransone).
Però queste sono tutte attività che non c’entrano nulla col consumismo!
“Consumatori”
possiamo esserlo nel tempo in cui acquistiamo qualcosa al bar, nei centri
commerciali, nelle discoteche, nei pub, nei negozi, negli esercizi commerciali,
nei ristoranti,... naturalmente nel pieno rispetto delle leggi e del prossimo. Ma
per tutto il resto del tempo, conviene che non ci facciamo inquinare dal
consumismo e rimaniamo “cittadini” a tutti i costi!
Rimaniamo “cittadini” che partecipano alla vita della città, alle sue gioie e ai suoi dolori, mettendoci al servizio. Altrimenti la città diventerà un dormitorio, la casa una tana, il gruppo di amici un branco, la notte un’occasione propizia per fare il male, le cose e le persone prede.
Ritroviamoci "cittadini" che sentono la comunità,
Me lo sono chiesto e continuo a
chiedermelo.
Probabilmente è l’influenza di quello
che vedo e sento tutti i giorni nelle strade o nei telegiornali. Episodi reali
che mi spingono poi a pensare che quasi tutti siano animati da cattivi
sentimenti o potenziali teppisti.
«Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi»
Parole di deboli che vogliono mettersi
al sicuro limitando e bloccando la potenza dei forti, direbbe Nietzsche e con
lui tutti i superuomini di ieri e di oggi che queste parole se le gettano alle
spalle e si vantano di esserne al di sopra: «Ho
peccato, e che cosa mi è successo?» (sempre dalla prima lettura di oggi). E
calpestano donne e uomini, vicini e lontani, compaesani e stranieri: perché si
comincia sempre con gli estranei, ma poi s’arriva a eliminare pure i familiari:
“Basto a me stesso”. Ed è terribile! Ed
è capitato in ogni epoca storica e in ogni regime, di qualsiasi colore
politico.
Parole di Dio e di uomini belli, dico
invece da credente che ha fatto esperienza della pace e della gioia, della
beatitudine e della felicità di vivere e veder vivere così: nel rispetto della
dignità dell’altro, nel prendersi cura del bene comune, nel cercare e fare il
bene perché tutti stiano bene, nell’essere in comunione con Dio e col prossimo,
nel riconoscerci tutti fratelli e avere a cuore il destino di ognuno. Questo
sta a cuore a Dio: che io non mi perda nei miei egoismi, cercando la felicità
dove essa non è e non potrà mai essere!
«Gesù»
disse don Camillo al Cristo Crocifisso dell’altar maggiore «perché continuare a
parlare se nessuno mi ascolta?»
Don
Camillo era pieno di amarezza e il Cristo gli sussurrò parole di conforto.
«No, don Camillo: non è vero che nessuno ti ascolti. Quando tu, dall’altare o dal pulpito, parli, tutti sono attenti alle tue parole. Molti non le intendono ma non importa: l’importante è che il seme della parola di Dio si deponga nei loro cervelli. Un giorno, improvvisamente, dopo un mese o un anno o dieci anni, chi ha ascoltato la Parola di Dio senza intenderne il significato, ecco che riudrà risuonarsi all’orecchio quella parola e non sarà più una semplice parola ma un monito. Rappresenterà essa la soluzione di un angoscioso problema, rappresenterà un bagliore di luce nella tenebra, un sorso d’acqua fresca nella sete. L’importante è che essi ascoltino la Parola di Dio: un giorno chi l’ha ascoltata senza intenderla si accorgerà che essa è diventata un concetto. Parla senza stancarti, don Camillo, metti nelle tue parole tutta la tua fede, tutta la tua disperata volontà di bene. Spargi con mano generosa e mai stanca quel seme che un giorno fruttificherà anche nel terreno più arido. Dovunque è un cervello c’è una possibilità di ragionamento. Parla e accontentati che tutti ti ascoltino» (Giovanni Guareschi, Tutto Don Camillo, vol. I, BUR, p. 718).
* Dedicato al Papa e a tutte le persone che nella mia vita non si sono mai stancate di seminare la Parola di Dio!
«“Nonno,” disse Kosmàs prendendo la
mano del vecchio. “Hai vissuto come il grande albero, sferzato dai temporali,
hai provato gioie e dolori, hai lavorato cent’anni. Come ti è sembrata la vita,
nonno, in questi cento anni?”
«Come opera la pace nella presente incertezza di questa regione, in questo nostro mortale pellegrinaggio, quando nessuno è completamente svelato all’altro e nessuno scorge l’intimità (cor) del prossimo? Come opera la pace? Non giudica ciò che è incerto, non afferma ciò che non conosce; nei riguardi altrui è più incline a pensar bene che a sospettare il male. Non gli importa molto sbagliare, quando pensa bene anche di chi è cattivo; giudica pernicioso pensar male di chi forse è buono. Non so com’è quel tale; ma che cosa perdo a pensare che è buono? Nell’incertezza, puoi usare cautela, perché potrebbe essere vero; ma non condannarlo come se fosse vero. Questo comanda la pace. «Cerca la pace e seguila» (Sal 34,15)» (S. Agostino, Enar. in Ps. 147,16).
abbiamo
ripreso a camminare senza paura, certi del Suo sguardo di BUON PASTORE, certi del
Suo essere qui con noi solo e soltanto per SALVARCI!
e
noi, Suo popolo, facciamo e faremo conoscere la Sua salvezza a tutte le
genti!!!