Sempre
c'è qualcuno che è più povero di me
o
più piccolo, o più bisognoso, o più debole,
o
più scartato, emarginato, calpestato, oppresso,
o
più solo, incompreso, lento, o più indietro.
Sempre
c'è qualcuno che è più povero di me
e
sempre sarà a portata della mia mano,
come
Lazzaro alla porta del ricco Epulone (Lc 16, 19-31).
Sempre
c'è qualcuno che è più povero di me
e
c'è per me, perché il mio cuore non s'indurisca,
perché
io non faccia inferno qui, già sulla terra
con
l'odiosa mia prepotenza,
con
la disumana mia indifferenza,
con
la bestiale mia guerra.
Sempre
c'è qualcuno che è più povero di me.
E
che io sempre lacrimi al vederlo!
E
che io sempre accorra al sentirlo!
E
che io sempre mi faccia a lui prossimo!
Perché
sia Paradiso
qui,
ora,
"come in cielo così
in terra"!

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