La
vita non considerarla mai un fatto personale e tu non considerarti mai isola
slegata da ogni altro.
Interpreto
così la testimonianza di Eleazaro che, messo di fronte alla possibilità di aver
salva la vita durante una persecuzione, si preoccupa dei più giovani, dell’esempio
che avrebbero ricevuto da lui ed è sicuro nella sua scelta di affidarsi completamente
al Signore, come aveva fatto per tutta la sua vita.
Eleazaro
è vecchio: ha novant’anni. E però è vivo e vuole che la morte al suo arrivo lo
trovi vivo: «Perciò, abbandonando ora da
forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un
nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente
per le sante e venerande leggi» (2Mac 6,27-28). Così facendo, egli continua
a vivere e agire anche dopo che i suoi carnefici lo hanno ucciso. Addirittura
continua ad agire anche oggi, perché mi richiama a guardare la vita non come la
vedono e la propongono molti giornali mondani, o come vogliono farmela vedere i
mercanti e i mercati, ma così com’è veramente: la vita è degna e preziosa, è
degna e preziosa sempre; dal momento del concepimento fino all’ora della nostra
morte continuiamo a essere preziosi e necessari, anche quando non possiamo provvedere
a noi stessi e abbiamo bisogno di tutto.
Perciò
avrò ogni cura per un bimbo appena concepito, perché è uomo come me e anzi ne
avrò ancora più cura perché non può esprimere il suo desiderio di vita e di amore.
Perciò continuerò ad aver cura di un anziano o di un ammalato fino all’ultimo
respiro, perché è uomo come me e la sua vita vale quanto la mia; anzi la mia
vita è per la sua vita in quanto io posso prenderne le difese, custodirlo,
incoraggiarlo, ascoltarlo, nutrirlo, curarlo,… amarlo.
Io
stesso non mi preoccuperò di dover essere perfetto, sempre giovane, sempre sul
pezzo,… perché Dio mi ama così come sono e spesso sono maggiormente testimone
dell’amore di Dio, quando non ci metto troppo del mio. Dio, infatti, con la
bocca dei bimbi e dei lattanti afferma la sua potenza contro i suoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli (Salmo 8). Dio sceglie il novantenne
Eleazaro per mostrare cos’è la vita e com’è la vita! Eleazaro non è uno che s’incammina
verso la morte, ma uno che vive!
La
vita non considerarla mai un fatto personale, un tempo di cui disporre a tuo
piacimento. E tu non considerarti mai isola slegata da ogni altro, ma considerati
sempre in comunione con Dio e con ogni altro! Così il tempo che passa non sarà
come la sabbia che si deposita inesorabile sul fondo della tua clessidra, ma un’eterna
comunione d’amore, un tempo abitato dal Cielo, un’immersione nel torrente che
risana e fa vivere tutto ciò che bagna (Ez 47, 1-12)!
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