giovedì 4 settembre 2025

Il racconto di Pietro, il primo uomo pescato (rileggendo Lc 5, 1-11)


Tutto ciò da cui pensavo di dovermi tenere a distanza, tutto ciò che non avrei mai sperato di vedere…
Colui che pensavo si tenesse a debita distanza da me e da cui io, peccatore, sapevo di dovermi tenere alla giusta distanza (cfr. v. 8)…
… improvvisamente mi si fa vicino, vicinissimo.
 
Lo vedo, ascolto la Sua voce. Mi parla.
Addirittura mi prega di scostarmi un poco da terra (cfr. v. 3).
Si rivolge a me come se fosse in tutto simile a me, eppure non lo è: io sono un peccatore, Lui è il Signore!

Per questo mi affretto a dirgli:
Allontanati da me!
Noi non dobbiamo stare vicini!
Io non posso starti vicino: sono un peccatore.
Io è normale che ti cerchi, che venga a Te, che cerchi di toccare il lembo del Tuo mantello, che faccia di tutto pur di vederti, che Ti preghi di farmi grazia, di ascoltarmi, di avere pietà di me…
Ma Tu?
Tu che bisogno hai di cercare me?
Di salire sulla mia barca, di entrare nella mia casa, di farti vedere mentre parli e cammini con me?
Tu vieni a cercarmi?
Tu mi chiami?
Tu guardi proprio me?
Tu mi scegli?
 
E Tu: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (v. 10).
 
E io quasi non credo ai miei orecchi quando mi rendo conto che davvero mi vuoi con Te! E che sei proprio Tu a guardarmi, ad ascoltarmi, a dirmi parole di vita eterna, parole che riempiono le reti.
 
Non è una mia fantasia quella di poterti seguire, di camminare con Te, di non essere mai solo perché Tu sei con me. Sei proprio Tu, infatti, a farti mio prossimo, a togliere ogni distanza, a donarti a me tutto intero.
Sei Tu a fare comunione con me e a offrire Te stesso per la vita mia e di ogni uomo.
 
Con Te, Signore, tutto è nuovo!
Anche il mio vecchio mestiere di pescatore, anche la mia famiglia, anche il mio modo di vedere, sentire, vivere.
Tutto è per Te, con Te, in Te!

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