Tutto
ciò da cui pensavo di dovermi tenere a distanza, tutto ciò che non avrei mai
sperato di vedere…
Colui
che pensavo si tenesse a debita distanza da me e da cui io, peccatore, sapevo
di dovermi tenere alla giusta distanza (cfr. v. 8)…
…
improvvisamente mi si fa vicino, vicinissimo.
Lo
vedo, ascolto la Sua voce. Mi parla.
Addirittura
mi prega di scostarmi un poco da terra (cfr. v. 3).
Si
rivolge a me come se fosse in tutto simile a me, eppure non lo è: io sono un
peccatore, Lui è il Signore!
Per
questo mi affretto a dirgli:
Allontanati
da me!
Noi
non dobbiamo stare vicini!
Io
non posso starti vicino: sono un peccatore.
Io
è normale che ti cerchi, che venga a Te, che cerchi di toccare il lembo del Tuo
mantello, che faccia di tutto pur di vederti, che Ti preghi di farmi grazia, di
ascoltarmi, di avere pietà di me…
Ma
Tu?
Tu
che bisogno hai di cercare me?
Di
salire sulla mia barca, di entrare nella mia casa, di farti vedere mentre parli
e cammini con me?
Tu
vieni a cercarmi?
Tu
mi chiami?
Tu
guardi proprio me?
Tu
mi scegli?
E
Tu: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore
di uomini» (v. 10).
E
io quasi non credo ai miei orecchi quando mi rendo conto che davvero mi vuoi
con Te! E che sei proprio Tu a guardarmi, ad ascoltarmi, a dirmi parole di vita
eterna, parole che riempiono le reti.
Non
è una mia fantasia quella di poterti seguire, di camminare con Te, di non
essere mai solo perché Tu sei con me. Sei proprio Tu, infatti, a farti mio
prossimo, a togliere ogni distanza, a donarti a me tutto intero.
Sei
Tu a fare comunione con me e a offrire Te stesso per la vita mia e di ogni
uomo.
Con
Te, Signore, tutto è nuovo!
Anche
il mio vecchio mestiere di pescatore, anche la mia famiglia, anche il mio modo
di vedere, sentire, vivere.
Tutto è per Te, con Te,
in Te!

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