«Il fumo uccide», leggo su un sacchetto di
tabacco abbandonato, solo e vuoto, in mezzo a una via. Una frase che intende
scoraggiare o almeno responsabilizzare il consumatore che non dovrebbe comprare
qualcosa che gli si presenta come un veleno.
Ma c’è un altro
tipo di fumo, più nocivo, che si veste bene, ha colori brillanti e invitanti,
viene pubblicizzato da uomini e donne giovani, sorridenti mentre ostentano un
successo facile, raggiunto proprio grazie a quel fumo. È un fumo molto denso
che annebbia completamente chi ne fa uso, rendendolo via via più incapace di
smettere, sempre più dipendente.
È il fumo del
gioco d’azzardo.
Se la realtà
plastificata della televisione o dei biglietti della lotteria o del gratta e
vinci, ci offre il miraggio di vincite favolose, la realtà quotidiana è ben
diversa. Non riesco più a togliermi dalla mente un’immagine che, qualche anno fa, mi ha ferito. Entrando in un bar, sono passato a fianco a un uomo seduto
davanti a un video-poker; sembrava un
automa incapace di smettere di perdere, ma incapace anche di alzarsi smettendo
di giocare. Continuava in modo meccanico a buttare i suoi soldi dentro la
macchinetta.
La scena mi ha
talmente impressionato che ora ogni spot sulle scommesse mi fa venire voglia di
cambiare canale o di spegnere la televisione, anche se sto guardando un
programma interessante. E non venite a raccontarmi che si può giocare in modo
responsabile o che c’è un vaccino contro la dipendenza, perché non mi
convincerete mai!
Un proverbio
della tradizione popolare recita più o meno così: «Chi gioca e spera di vince', si leva li panni e si mette le cence»,
avvertendo che, il più delle volte, col gioco d’azzardo non si guadagna nulla e
si fa fatica a non perdere niente.
Penso sia
arrivato il momento per noi cristiani di dare un segno forte al mondo!
Se non possiamo
direttamente porre fine a questo inquinamento mortale perché gli interessi in
gioco sono troppi, possiamo, però, boicottare ogni forma di gioco d’azzardo. Si
può smettere di giocare al lotto, di comprare i biglietti della lotteria, di
giocare al gratta e vinci, di compilare schedine del superenalotto e di
scommettere sulle partite o sugli eventi sportivi.
E non facciamolo
solo per protestare contro la falsità di chi vende fumo per arrosto,
approfittando dell’ingenuità o del bisogno dei consumatori; facciamolo per
solidarietà con tutti i malati di ludopatia, con tutti i familiari di chi si è
indebitato all’inverosimile, con tutti quei bambini e ragazzi costretti a
mendicare il pane a causa degli azzardi dei loro genitori.
Noi cristiani non possiamo rimanere
indifferenti! [dGL]
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