Nel giardino di
casa del piccolo Nerino, c’era una quercia di grandissime dimensioni.
Il bimbo amava
stare alla sua ombra ascoltando l’allegro canto degli uccelli tra le fronde.
Una mattina
Nerino vide sotto l’albero tante ghiande e pensò di piantarne una. Cercò il
nonno nell’orto dietro casa e gli chiese un vasetto e un po’ di terra buona per
la sua ghianda. Poi, tutto contento, sotterrò il seme e bagnò la terra con
l’acqua.
Mise il vaso
nella sua cameretta, vicino alla finestra in un luogo ben visibile perché non
voleva perdersi la nascita della sua quercia. Già immaginava il fusto che
sarebbe diventato sempre più robusto e i rami pieni di foglie verdi; nel vaso
sul suo comodino, Nerino sognava una quercia come quella che c’era in giardino.
I giorni
passavano e dalla terra cominciò a spuntare un germoglio, poi un fusto verde
con qualche fogliolina.
Nerino era
felice: la rapidità di quei primi passi lo faceva ben sperare in tempi brevi
per la crescita della sua quercia. Piano piano, però, il processo sembrò
rallentare fino ad arrestarsi e nel vaso non si notavano cambiamenti; sembrava
tutto fermo, eppure la piantina era verde e, quindi, viva.
Sulle prime,
Nerino divenne impaziente: «Ma quanto ci
mette!», sbuffava infastidito passando davanti al vaso. Poi pensò di
aggiungere all’acqua un concime, ma non ottenne l’effetto sperato. Spostò la
pianticella in un luogo più luminoso, ma non ci furono miglioramenti. Infine,
prese il vaso e scese in giardino.
Chiese al nonno
una piccola paletta, di quelle che si usano per il giardinaggio, e andò sotto
la grande quercia. Il nonno, incuriosito, lo guardava da lontano.
Nerino cominciò
a scavare e quando gli sembrava che la buca fosse abbastanza grande, si mise a
estrarre dal vasetto la sua quercia, tirandola delicatamente per il fusto.
Fu allora che il
nonno gli si avvicinò e gli chiese: «Che
fai, Nerino?».
Il bambino gli
rispose con aria seria: «La mia piantina
non sta bene nel vaso; adesso la pianto sotto la sua mamma, così crescerà forte
e grande come lei!».
Il nonno sorrise
con tenerezza al nipote e gli disse: «Nerino,
questa quercia era già molto grande quando io ero bambino; la natura ha i suoi
tempi e il buon contadino non è quello che pretende di vedere subito i frutti,
ma quello che sa attendere custodendo ciò che ha piantato. La tua piccola
quercia è viva e sta bene! A te custodirla e aspettare che cresca a suo
tempo!».
Nerino ci pensò
un momento, e poi cominciò a ricoprire la buca.
«Ho deciso che la tengo!», disse al nonno avviandosi verso casa con in
braccio la sua piccola quercia. [dGL]
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