Gesù cammina sulle acque (vv. 45-52)
45E subito costrinse i suoi
discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsaida,
finché non avesse congedato la folla. 46Quando li ebbe congedati,
andò sul monte a pregare. 47Venuta la sera, la barca era in mezzo al
mare ed egli, da solo, a terra. 48Vedendoli però affaticati nel
remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò
verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. 49Essi,
vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a
gridare, 50perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti
sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate
paura!». 51E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di
sé erano fortemente meravigliati, 52perché non avevano compreso il
fatto dei pani: il loro cuore era indurito.
Partiamo dalla
bicicletta.
La bicicletta è
un mezzo di trasporto che ci permette di andare a una buona andatura: né troppo
lenti, come quando ci muoviamo a piedi, né troppo veloci, come quando ci
muoviamo in macchina o con lo scooter.
La bicicletta ci
permette di salutare chi incontriamo e anche di ammirare il paesaggio che ci
circonda.
E poi, la bicicletta alla nostra età l’abbiamo già usata tutti,
almeno una volta.
Partiamo dalla
bicicletta proprio per questo motivo: è un’esperienza a noi comune, come per i
discepoli era un’esperienza comune andare in barca e remare,… Pochi di noi
possono dire di essere andati in barca, meno ancora sono quelli che, qui in sala, possono dire di essere stati in barca col vento contrario o nel bel mezzo di
una tempesta, come quella vista nel video appena proiettato.
Pochi di noi,
dunque, sono stati in barca, ma tutti siamo andati in bicicletta.
Chi va in
bicicletta deve imparare a mantenere l’equilibrio e sperimenta, almeno le prime
volte, una sensazione di instabilità come quella data dalle onde sul mare.
Chi va in
bicicletta deve pedalare e quindi compiere un lavoro, una fatica – più o meno
agevolata dalle marce. Sappiamo bene che questa fatica non è sempre uguale: c’è
la pianura, la salita, la discesa; ci sono l’accelerazione e la frenata.
Chi va in
bicicletta deve aver fede nella sua capacità di guidare, ma anche
nell’attenzione degli altri che incontra sulla strada.
Infine, c’è
un'altra esperienza che tutti abbiamo più o meno sperimentato in bicicletta: il
vento contrario. Quanta fatica quando il vento è contrario e che sollievo
quando possiamo sfruttare la scia di qualcuno, riparandoci dietro le sue
spalle!
Pedalando da
soli con il vento contrario, anche noi, come i discepoli in barca, abbiamo
fatto esperienza di una fatica grande, ma quasi improduttiva, talmente
improduttiva da scoraggiarci fino al punto che, se non finisce questo vento,
giro e torno a casa!
Se andiamo in
bicicletta di notte e la strada non è ben illuminata, alla luce del nostro
piccolo faro rischiamo di vedere soltanto ombre poco definite e di non
riconoscere gli amici che incontriamo. Una notte, su una strada di campagna ho
incontrato un istrice che attraversava. Alla luce dei fari della macchina, da
lontano, sembrava uno strano oggetto luminoso che si muoveva. Solo
avvicinandomi mi sono accorto che erano i suoi aculei a riflettere la luce
creando un effetto quasi spettrale.
Un po’ per la
fatica, un po’ per il buio, accade ai discepoli di non riconoscere una figura
che si avvicina nel vento, camminando sul mare. Lo spavento è tanto grande da
farli gridare; sono convinti di vedere un fantasma.
Hanno bisogno
come noi di una luce, di un segno, di una voce che li aiuti a riconoscere in
quella figura il loro amico: «Coraggio,
sono io, non abbiate paura!» (Mc 6,50).
E Gesù, l’Amico,
l’Amato, colui che ha moltiplicato i pani e calmato la tempesta, sale a bordo e
il vento cessa, le paure scompaiono, il cuore è confortato.
Questo pomeriggio
sarà una vera festa se incontreremo Gesù e cominceremo a fidarci di Lui e degli
amici che Egli mette al nostro fianco! [dGL]
(Riflessione proposta sabato 15 novembre 2014
durante l’incontro dei ragazzi 12-14 nella parrocchia Cristo Re – Porto d’Ascoli,
Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto)
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