domenica 16 novembre 2014

«Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (Mc 6,50)

Gesù cammina sulle acque (vv. 45-52)
45E subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsaida, finché non avesse congedato la folla. 46Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. 47Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. 48Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. 49Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, 50perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 51E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, 52perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.


Partiamo dalla bicicletta.

La bicicletta è un mezzo di trasporto che ci permette di andare a una buona andatura: né troppo lenti, come quando ci muoviamo a piedi, né troppo veloci, come quando ci muoviamo in macchina o con lo scooter.

La bicicletta ci permette di salutare chi incontriamo e anche di ammirare il paesaggio che ci circonda. 

E poi, la bicicletta alla nostra età l’abbiamo già usata tutti, almeno una volta.

Partiamo dalla bicicletta proprio per questo motivo: è un’esperienza a noi comune, come per i discepoli era un’esperienza comune andare in barca e remare,… Pochi di noi possono dire di essere andati in barca, meno ancora sono quelli che, qui in sala, possono dire di essere stati in barca col vento contrario o nel bel mezzo di una tempesta, come quella vista nel video appena proiettato.

Pochi di noi, dunque, sono stati in barca, ma tutti siamo andati in bicicletta.

Chi va in bicicletta deve imparare a mantenere l’equilibrio e sperimenta, almeno le prime volte, una sensazione di instabilità come quella data dalle onde sul mare.

Chi va in bicicletta deve pedalare e quindi compiere un lavoro, una fatica – più o meno agevolata dalle marce. Sappiamo bene che questa fatica non è sempre uguale: c’è la pianura, la salita, la discesa; ci sono l’accelerazione e la frenata.

Chi va in bicicletta deve aver fede nella sua capacità di guidare, ma anche nell’attenzione degli altri che incontra sulla strada.

Infine, c’è un'altra esperienza che tutti abbiamo più o meno sperimentato in bicicletta: il vento contrario. Quanta fatica quando il vento è contrario e che sollievo quando possiamo sfruttare la scia di qualcuno, riparandoci dietro le sue spalle!

Pedalando da soli con il vento contrario, anche noi, come i discepoli in barca, abbiamo fatto esperienza di una fatica grande, ma quasi improduttiva, talmente improduttiva da scoraggiarci fino al punto che, se non finisce questo vento, giro e torno a casa!

Se andiamo in bicicletta di notte e la strada non è ben illuminata, alla luce del nostro piccolo faro rischiamo di vedere soltanto ombre poco definite e di non riconoscere gli amici che incontriamo. Una notte, su una strada di campagna ho incontrato un istrice che attraversava. Alla luce dei fari della macchina, da lontano, sembrava uno strano oggetto luminoso che si muoveva. Solo avvicinandomi mi sono accorto che erano i suoi aculei a riflettere la luce creando un effetto quasi spettrale.

Un po’ per la fatica, un po’ per il buio, accade ai discepoli di non riconoscere una figura che si avvicina nel vento, camminando sul mare. Lo spavento è tanto grande da farli gridare; sono convinti di vedere un fantasma.

Hanno bisogno come noi di una luce, di un segno, di una voce che li aiuti a riconoscere in quella figura il loro amico: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (Mc 6,50).

E Gesù, l’Amico, l’Amato, colui che ha moltiplicato i pani e calmato la tempesta, sale a bordo e il vento cessa, le paure scompaiono, il cuore è confortato.

Questo pomeriggio sarà una vera festa se incontreremo Gesù e cominceremo a fidarci di Lui e degli amici che Egli mette al nostro fianco! [dGL]

(Riflessione proposta sabato 15 novembre 2014 durante l’incontro dei ragazzi 12-14 nella parrocchia Cristo Re – Porto d’Ascoli, Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto) 

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