Queste parole di fratel Carlo si trovano
all’inizio di un libro di meditazione usato in seminario. Rileggendole, ho
ripensato ai primi anni trascorsi a Seveso, all’entusiasmo di quei giorni, alla
ricerca di una radicale adesione al Vangelo, alla fraternità realmente vissuta
con altri giovani che, come me, avevano intuito la chiamata del Signore.
Ritrovo qui alcuni temi che ritengo fondamentali
per chi vuole incarnare il Vangelo.
Innanzitutto il riferimento continuo a
Gesù.
È Lui la misura di tutte le cose che mi
riguardano come cristiano; a Lui devo rivolgermi perché mi conceda la sapienza
e la capacità di fare discernimento. In questo rapporto d’amicizia gioca un ruolo
essenziale la preghiera. Una preghiera immersa nella vita ordinaria, nel
quotidiano. Così anche il lavoro diventa un tempo che trascorre sotto lo
sguardo benevolo del Signore.
«Ama
Gesù con tutto il cuore e il tuo prossimo come te stesso per amore di Lui», dice fratel
Carlo, facendo proprie le parole di Gesù. Il cristiano è un uomo che ama!
E si può amare Gesù e il prossimo
ovunque.
Oggi mi colpiscono particolarmente
queste parole: «La tua vita di Nazaret
può essere condotta ovunque: conducila nel luogo più utile per il prossimo».
Le interpreto come un invito a essere radicato soltanto in Gesù e nel Suo
amore; senza fissarsi in dimore terrene.
Il discepolo segue il Maestro dovunque
Egli voglia condurlo.
A
otto anni di distanza da quei primi giorni, questo desidero e chiedo al
Signore! [dGL]
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