«Se
il Signore non costruisce la casa,
invano
si affaticano i costruttori.» (Sal 127,1).
Affannarsi e affrettarsi per fare cose,
risolvere problemi, pianificare tutto,… e poi, alla fine di una giornata
faticosa, trovarsi a considerare vittorie e sconfitte, fallimenti e successi,
guadagni e perdite alla luce di un salmo (127) che saggiamente ci ridimensiona
ma, allo stesso tempo, ci rasserena.
Ci ridimensiona perché a volte
dimentichiamo di essere uomini e viviamo i nostri giorni come se tutto
dipendesse da noi, come se fossimo onnipotenti. E questo, se a prima vista ci
può sembrare un bene, in realtà è causa di una continua inquietudine;
desideriamo avere il controllo di ogni situazione e quando, inevitabilmente,
qualcosa ci sfugge di mano, rimaniamo sconvolti e bloccati da una paura che
appare invincibile.
Ci rasserena, invece, confrontarci con i
nostri limiti, accettare pacificamente la nostra condizione umana e da
cristiani riconoscere la paternità di Dio e aver fede nel Suo amore per
ciascuno di noi (Mt 6,7-13)!
L’agire di noi cristiani, infatti, deve
scaturire dalla nostra amicizia con Dio, dall’ascolto della Sua Parola, dalla
preghiera e dall’incontro con Lui nell’Eucaristia, negli altri Sacramenti e nel
nostro prossimo (Lc 10,25-42).
Noi
cristiani non dovremmo avere difficoltà a riconoscere che senza Dio non
possiamo fare nulla (Gv 15,5)! Così la vita sarà per noi una continua occasione
per testimoniare l’amore di Dio e il nostro vivere per Lui. [dGL]
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