mercoledì 27 novembre 2013

Il brigante e il Bambino

Una tradizione narra che durante la fuga in Egitto la sacra Famiglia si imbatté lungo la strada in un brigante; ma costui non fece loro alcun male. Quando vide il Bambino, disse che, se Dio si fosse incarnato, non avrebbe potuto essere più bello di quel Bambino; e li lasciò andare in pace. È una cosa stupefacente: un predone, che come una belva non ha pietà di nessuno, non aggredì né fece del male alla sacra Famiglia. L’anima del brigante, quando vide il Bambino e la sua umile Madre, fu commossa e la grazia di Dio lo toccò.

Lo stesso accadeva alle belve feroci che alla vista dei martiri o dei santi si ammansivano e non facevano loro alcun male. Ma anche i demoni temono l’anima umile, che con l’obbedienza, la temperanza e la preghiera li sconfigge.

Ed ecco un altro fatto strano: il brigante ebbe pietà del Bambino-Signore, ma i capi dei sacerdoti e gli anziani lo consegnarono a Pilato perché fosse crocifisso. Questo, perché non pregavano e non chiedevano consiglio a Dio su come e che cosa dovevano fare.

Così spesso i potenti e gli uomini in genere cercano il bene, ma non sanno dov’è questo bene. Non sanno che esso è in Dio e che da Dio è dato a noi.

È necessario pregare sempre che il Signore ci consigli come e che cosa dobbiamo fare, e il Signore non permetterà che cadiamo in errore. [Silvano del Monte Athos, Ho sete di Dio, Gribaudi 2007]

Nessun commento:

Posta un commento