Una tradizione
narra che durante la fuga in Egitto la sacra Famiglia si imbatté lungo la
strada in un brigante; ma costui non fece loro alcun male. Quando vide il
Bambino, disse che, se Dio si fosse incarnato, non avrebbe potuto essere più
bello di quel Bambino; e li lasciò andare in pace. È una cosa stupefacente: un
predone, che come una belva non ha pietà di nessuno, non aggredì né fece del
male alla sacra Famiglia. L’anima del brigante, quando vide il Bambino e la sua
umile Madre, fu commossa e la grazia di Dio lo toccò.
Lo stesso accadeva
alle belve feroci che alla vista dei martiri o dei santi si ammansivano e non
facevano loro alcun male. Ma anche i demoni temono l’anima umile, che con l’obbedienza,
la temperanza e la preghiera li sconfigge.
Ed ecco un altro fatto strano: il brigante
ebbe pietà del Bambino-Signore, ma i capi dei sacerdoti e gli anziani lo
consegnarono a Pilato perché fosse crocifisso. Questo, perché non pregavano e
non chiedevano consiglio a Dio su come e che cosa dovevano fare.
Così spesso i potenti e gli uomini in genere
cercano il bene, ma non sanno dov’è questo bene. Non sanno che esso è in Dio e
che da Dio è dato a noi.
È
necessario pregare sempre che il Signore ci consigli come e che cosa dobbiamo
fare, e il Signore non permetterà che cadiamo in errore. [Silvano del Monte
Athos, Ho sete di Dio, Gribaudi 2007]
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