giovedì 12 gennaio 2012

Umiltà

Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù. (Atti 20, 18-21)

«Paolo lascia agli anziani di Efeso l’esempio della propria umiltà, di questa umiltà che le prove e le sofferenze del ministero hanno radicato in lui così intimamente. Essa deve essere la prima qualità dei pastori d’anime, il segreto della loro carità, della loro gentilezza, della loro mitezza nel governo dei fratelli. Essa li renderà bene accetti a Dio e agli uomini. […]

Mentre invita i pastori a seguire il suo esempio, Paolo li chiama anche a imitare il servizio compiuto dal Signore. Il discepolo non deve aspettarsi d’esser trattato meglio del suo Maestro, né il servo d’esser trattato meglio del suo Padrone (Mt 10, 25). L’umiltà, le lacrime e le prove: ecco le condizioni nelle quali il Signore vuol essere servito da coloro ai quali affida una responsabilità nella Chiesa».
(J. DUPONT, Il testamento pastorale di San Paolo)

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