venerdì 20 gennaio 2012

Amico di Dio

L’incontro con l’abate Antonio non mi lasciò indifferente; coltivavo da un po’ il desiderio di una maggiore intimità con il Signore, di un allontanamento dal mondo, di una vita nel deserto per stare con Lui.

Quel giorno incontrando Antonio, ho visto un uomo, un monaco ancora più vicino al mondo, ancora più capace di compassione verso gli uomini, ancora più innamorato di Dio e dell’uomo.

Ogni storia comincia da un piccolo seme; anche quella di Antonio: un desiderio, una domanda, una ricerca appassionata. Poi la risposta di Dio nell’ordinario di una celebrazione eucaristica: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi e avrai un tesoro nei cieli» (Mt 19, 21).

Ci saranno state tante persone a quella messa, tanti avranno sentito risuonare quelle parole, Antonio le sentì rivolte proprio a lui e, così, decise di abbracciare la via della sequela di Gesù nella povertà, nell’obbedienza e nella castità. Stando con Gesù, imparò a conoscerlo e a fare propri i sentimenti del Maestro. Non brillò di luce propria l’abate Antonio, ma fu riflesso della luce di Dio e chi lo incontrava lo riconosceva e lo chiamava amico di Dio!

Oggi il Vangelo (Mc 3, 13-19) mi richiama alla radicalità della sequela, alla fedeltà e a mantenere ben unito lo stare con Gesù e lo stare coi fratelli. Come quei primi discepoli, il Signore chiama anche me e io gioiosamente desidero rinnovare l’adesione a Lui e al Suo Vangelo! [dGL]

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