martedì 18 ottobre 2022

Mantello, libri e pergamene

Caro Timoteo,

che effetto può averti fatto ricevere una lettera dall’apostolo Paolo in cui egli ti scrive: «Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene» (2Tm 4, 13)?

Forse non ti ha fatto nessun effetto, se non quello di andare a casa di Carpo per recuperare il mantello.

Forse, invece, ti ha aiutato a non idealizzare Paolo e a non pensarti come su un piedistallo, irraggiungibile, privilegiato, inarrivabile per la vocazione alla santità che hai ricevuto da Dio, per il compito che ti ha affidato l’apostolo Paolo, e per l’amicizia di Paolo che ti considera suo figlio: «Figlio mio,…» (2Tm 2, 1).

 

Così, oggi, ascoltando nella prima lettura la frase: «Venendo, portami il mantello…», ho pensato alle necessità quotidiane (mantello, libri, pergamene,…) che entrano nelle lettere dei Santi e restano a testimonianza che l’evangelizzazione non è mai astratta e che gli evangelizzatori, perfino gli apostoli, hanno bisogno di una coperta e di qualcuno che recuperi per loro libri e pergamene.

E il fatto che, terminata la lettura, anche oggi il lettore abbia detto: «Parola di Dio», mi ha richiamato a non essere astratto quando predico o scrivo e a non desiderare la vita spirituale come qualcosa che mi estranea dalla realtà, rendendomi cieco e sordo (insensibile) alle necessità mie e del mio prossimo.

Venendo, portami il mantello…

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