mercoledì 28 febbraio 2018

Fiocco di neve (3) (Goccia 15)

Il ghiaccio mi costringe a rallentare e a fare attenzione a dove metto i piedi. Devo concentrarmi sulla strada perché rischio di scivolare. Mentre cammino, devo avere le mani libere e quindi il cellulare, inseparabile compagno di viaggio, sta buono buono nella tasca dei pantaloni e, se arriva una chiamata, mi fermo per rispondere.

Ogni volta che mi muovo in una situazione potenzialmente pericolosa, la prudenza mi suggerisce di essere attento a quello che sto facendo. Così ho la possibilità di osservare ciò che avviene attorno a me e di meravigliarmi e gioire per quello che vedo.

Il ghiaccio mi ricorda che sono un uomo e che basta un po’ di maltempo e i miei programmi devono essere totalmente rivisti.
Il ghiaccio mi ricorda che gli strumenti, che ho a disposizione, richiedono un uso sapiente e non devono assolutamente arrivare a possedermi o a distrarmi, fino a mettere a rischio la mia incolumità fisica e quella del mio prossimo.
Il ghiaccio mi ricorda che è necessario essere presente a quello che sto facendo e che ogni persona o situazione, che incontro qui e ora, richiede tutta la mia attenzione e non solo una parte di essa.

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