venerdì 16 febbraio 2018

Goccia (3)

Nel terzo giorno di Quaresima, è il profeta Isaia a esortarmi alla conversione:

«Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?» (Isaia 58,6-7).

Digiunare è rinunciare al mio modo di pensare e agire, e accogliere il modo di pensare e di agire di Dio.
Digiunare è smettere di pretendere da Dio e dal prossimo, e iniziare a riconoscere tutto come dono gratuito di Dio da condividere col prossimo.
Digiunare è liberarmi delle distrazioni, per ascoltare finalmente Dio che, in ogni luogo e in ogni tempo, mi dice: «Eccomi!» (Isaia 58,9).

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