sabato 1 aprile 2023

«Ecco, a te viene il tuo re» (Mt 21, 5)


Brano su cui pregare: Mt 21, 1-11

Grazia da chiedere
Non aver paura di Dio e spalancargli le porte della nostra vita e della nostra storia
 
INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA
Mettendoci in ascolto del testo, notiamo la tenera mitezza di Dio; contemplando la scena, fermandoci a guardare le persone, vedendo l’asina e il puledro,… ci sembra di essere in un paese di campagna, in primavera, in una giornata col cielo sereno. Intorno a noi sentiamo e vediamo l’armonia del creato che obbedisce al suo Creatore. Così ci sentiamo custoditi dal Signore, guidati da Lui che è il buon pastore e sa qual è e dov’è il nostro bene. Anche l’obbedienza a Lui, perciò, la viviamo con tranquillità: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro» (v. 2).
 
«Ecco, a te viene il tuo re» (v. 5). Il versetto ci suggerisce non la pesantezza di una relazione di sudditanza, non l’umiliazione di chi viene dominato e costretto in una condizione di inferiorità, ma l’affetto del re per te. Egli è «tuo», come quando si conclude una lettera a un amico o a una persona cara e si scrive: «Tuo affezionatissimo,…» e poi si mette il proprio nome.
 
Egli è «mite» e viene a liberarti, a sollevarti dal giogo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11, 28-30).
 
Contemplando Gesù che entra a Gerusalemme, scopriamo che davvero ci possiamo fidare e che non abbiamo nulla da temere! Gesù è il Signore e viene a liberarci dando la vita per tutti! Ci può aiutare un passo del Vangelo di Luca (Lc 14, 34-35) in cui Gesù paragona la Sua opera all’agire di una chioccia con i suoi pulcini: «… quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!» (Lc 14, 34). Dio esercita la sua custodia su di noi senza stancarsi mai e sempre con la delicatezza e la cura che si usa per tenere tra le mani un piccolo pulcino.
 
Chiediamo la grazia di riconoscere l’opera di Dio nella tenerezza ricevuta e donata nel tempo della nostra vita, e di essere gradualmente liberati dal sospetto che Egli possa, prima o poi, chiederci qualcosa in cambio. Accogliamo l’esortazione di Papa Giovanni Paolo II: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!» e facciamo festa al Signore che viene: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!» (v. 9).
 
 
INDICAZIONI PER LA PREGHIERA
-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 

Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli

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