Il bello degli
incarichi è che sono a tempo: anche gli incarichi a vita, hanno al massimo la durata di una vita! Mi ha sempre
colpito l’idea che si può essere responsabili di qualcosa e, dopo un paio di
mandati, si può tornare a essere soldati semplici, continuando il proprio
servizio, ma in una posizione diversa, nuova.
Per questo
motivo, quando Papa Benedetto XVI ha annunciato al mondo il frutto del suo
discernimento e si è ritirato in un monastero a pregare, non mi sono
interessato di questioni canoniche o storiche sulla possibilità che il Papa ha
di dimettersi. La sua decisione ha occupato tutto il mio campo visivo perché
era troppo bello guardare la fede in Gesù che rende liberi, completamente
liberi.
Il Papa si è
fidato di Dio e ha lasciato tutto senza la pretesa di designare il suo
successore, senza orientare le scelte della Chiesa, senza farsi appesantire
dalla preoccupazione delle tante cose rimaste in sospeso. La Chiesa è nelle
mani di Dio. Aver fede vuol dire considerarsi sempre al servizio di Qualcuno.
Penso sia stata la stessa fede che ha accompagnato Papa Giovanni XXIII quando
comprese che non avrebbe visto gli esiti del Concilio Ecumenico Vaticano II: il
suo successore lo avrebbe continuato e portato a compimento. Lo Spirito Santo,
che gli aveva ispirato la decisione, avrebbe custodito e accompagnato i lavori
conciliari perché portassero frutto. E così è accaduto!
Oggi i mezzi di
comunicazione di massa, tagliuzzando a proprio piacimento le parole del Papa,
fanno risuonare slogan che invitano
soltanto a uscire verso le periferie, dimenticando la necessità di nutrire la
fede con una vita da cristiani praticanti. Come se i veri cristiani fossero degli
improvvisati missionari che, non frequentando più la Chiesa e senza conoscere
il Vangelo, vanno in giro per il mondo cercando pecorelle smarrite!
Ma, una volta
trovata una pecorella smarrita, cosa sarebbero in grado di fare tali
missionari? Con tutta probabilità si affiancherebbero pieni di zelo alla
pecorella ritrovata senza sapere bene cosa dire, né quale direzione prendere e
così comincerebbero a vagare in due, entrambe smarrite,…
Io credo che le
periferie si evangelizzano soprattutto vivendo da cristiani le situazioni quotidiane,
quelle in cui veniamo a trovarci stando in famiglia, sul luogo di lavoro o di
servizio, in parrocchia, a scuola, in politica, nel tempo libero, nell’impegno
per il bene comune, nei tempi di
periferia.
Apprendendo dai giornali,
da internet o dalla radio la notizia di un Papa che torna a essere un semplice
sacerdote, l’uomo delle periferie, quello lontano dagli altari delle nostre
chiese, si sarà forse posto qualche domanda e forse sarà rimasto meravigliato.
Anche noi preti abbiamo
i nostri tempi di periferia, quelli
in cui non stiamo celebrando messa o quelli in cui non siamo seduti sulla
poltrona dei nostri uffici parrocchiali; questi tempi di periferia sono importanti occasioni per evangelizzare.
Papa Francesco non evangelizza le periferie solo quando si affaccia per l’Angelus e parla a tutto il mondo;
non evangelizza
le periferie solo quando visita gli ammalati o i carcerati;
non evangelizza
le periferie solo quando invita un po’ di poveri a casa sua per il pranzo di
Natale;
non evangelizza
le periferie solo quando telefona a qualcuno e i giornali ne parlano;…
Papa Francesco
evangelizza le periferie anche la mattina quando, andando a colazione, rivolge
un sorriso cordiale o un saluto carico di incoraggiamento alle persone che
lavorano nella casa in cui vive, o quando non si lamenta per il cibo che gli viene
servito a tavola, o quando prega lontano dai riflettori, o quando saluta i
fedeli con un semplice buonasera,…
Così una mamma
evangelizza le periferie prendendosi cura dei suoi figli, un politico
evangelizza le periferie facendo scelte che tengano conto del bene comune e non
dei suoi interessi personali, un consacrato evangelizza le periferie con uno
stile di vita fondato sui consigli evangelici e non sui consigli mondani,…
Vieni, Signore
Gesù!
Vieni a evangelizzare i miei tempi di periferia! [dGL]
quanto c'è da imparare da queste riflessioni.....grazie don GL...
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