Con il
quotidiano bollettino di guerra diramato dai media (TV, radio, internet, giornali,…) a tutte le ore, si
potrebbero facilmente compilare enciclopedie di cronaca nera. Si rimane
sconvolti, se si pensa che intorno a noi la violenza dilaga per i più svariati
motivi: omicidi, violenze, abusi, corruzione, attentati, esecuzioni, truffe,
rapine,…
Mentre scorrono
le immagini e si susseguono le parole, mi distraggo e penso all’adultera che
viene portata da Gesù (Gv 8,1-11). Si tratta di una donna che è stata sorpresa
in adulterio, anzi in «flagrante
adulterio» (Gv 8,4), si affrettano a precisare i santi scribi e farisei. Contro di lei ci sono prove schiaccianti,
anche se a quei tempi non c’erano telecamere o intercettazioni ambientali, e il
suo peccato non viene negato da Gesù.
I fatti di
cronaca ci stanno davanti come una realtà sempre più cruda e difficile da
accettare e noi certamente siamo pronti a indignarci, a giudicare, a
condannare, a prendere le distanze. Ma l’indignazione è sterile se non ci
spinge a un attento esame di coscienza. A ben guardare, anche noi facciamo i
nostri peccati al grido di «che male c’è?
Lo fanno tutti!».
Quasi tutte le
persone di cui parlano i telegiornali sono descritte dai conoscenti come uomini
e donne rispettabili, madri e padri meravigliosi, politici onesti, egregi
signori, reverendi ecclesiastici,… Prima di commettere un peccato, agli occhi
della gente siamo quasi tutti candidi, immacolati.
«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la
pietra contro di lei»
(Gv 8,7); il caso della donna peccatrice viene trasformato da Gesù in
un’occasione perché tutti si interroghino sui loro peccati.
Accade così
anche con i fatti di cui parlano i telegiornali; essi, mettendoci in allarme, ci
spronano ad alzare le difese, a vigilare, a rafforzarci contro un nemico che
sta sempre in agguato: «Siate sobri,
vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando
chi divorare. Resistetegli saldi nella fede» (1Pt 5,8-9).
La donna
sorpresa in adulterio ha peccato, ma anche noi dobbiamo stare attenti perché in
qualsiasi momento possiamo fare un peccato; prima di tradire il marito, ella
era una moglie come tante altre, così come il politico era un onorevole tutto
dedito al bene comune, l’ecclesiastico un sant’uomo da trattare con il dovuto
rispetto, la mamma una donna solare che amava i suoi figli,…
La tentazione è
quella di non fidarsi più di nessuno e vivere in uno stato di ansia e
preoccupazione, ma non è cristiano vedere il diavolo da tutte le parti ed
essere schiavi delle proprie paure.
È cristiano,
invece, sentirsi richiamati alla vigilanza: «Fate
attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento» (Mc 13,33), «Vegliate dunque: voi non sapete quando il
padrone di casa ritornerà…; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi
trovi addormentati» (Mc 13,35-36), «Vegliate!»
(Mc 13,37), «… fate di tutto perché Dio
vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia» (2Pt 3,14),…
Cari fratelli
cristiani, occorre vegliare per non farsi conquistare da uno stile mafioso, dal
desiderio di potere, dalla corruzione, dalla prepotenza, da ogni forma di
violenza e discriminazione.
Occorre vegliare perché ai nostri piccoli non
manchino buoni maestri e ci si possa ancora fidare di noi cristiani. [dGL]
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