C’era, però, don Luciano che ci dava appuntamento in
parrocchia per i Vespri. Una volta alla settimana ci potevamo rivedere e, dopo
la preghiera, trascorrere un po’ di tempo insieme. La parrocchia con i suoi
orari “chiama” a raccolta e, se ti fai trovare lì a quell’ora, puoi incontrare
tanti altri “chiamati”.
Sono passati più di 25 anni e mi trovo a passare
da quelle parti. Don Luciano è sempre lì: lo trovo seduto all’ingresso del
piccolo cortile parrocchiale. In mano ha un libro di don Primo Mazzolari. Don
Luciano medita sul Vangelo e si arrabbia quando avverte che qualcuno sta
tentando di annacquarlo: sa bene che qualora si accettasse di annacquarlo, il Vangelo
sarebbe una parola come un’altra e non sarebbe più in grado di farti sentire la
vita, di comunicarti la vita!
Ma lì in parrocchia non ritrovo solo don Luciano. Ci
sono anche tanti altri che c’erano la prima volta che ci sono andato, e questo
per me è meraviglioso. Sono passati molti anni, ma basta rivedersi per sentire
quella comune vocazione che ci ha tenuto lì, ben stretti al Cristo, alla Sua
Chiesa e anche alle altre pietre vive della Chiesa: chi faceva i lavori di
manutenzione, chi teneva in ordine le sale, chi puliva la chiesa, chi faceva
catechismo, chi suonava,… Li ritrovo tutti lì che continuano a camminare come
meglio possono dietro al Cristo che ci guida.
Ultimo giorno di oratorio estivo. Ripenso. E mi
chiedo: questi ragazzi, educatori, volontari e genitori, si saranno accorti che
siamo tutti qui perché Gesù ci ha chiamato? E io ho evangelizzato in modo che se ne
accorgessero? Qualcuno cercherà gli orari delle Messe in parrocchia per
continuare a incontrarsi coi suoi amici? E Gesù lo avranno accolto nella loro
cerchia di amici? O lo avranno lasciato fuori ad aspettare?
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