«Il giovane Francesco d’Assisi cerca una
direzione nella vita. Poco più che ventenne, è prigioniero di guerra per un
anno intero nelle carceri di Perugia, da cui esce drammaticamente disorientato.
Torna ad Assisi, ma la sua crisi si distende come una palude lunga e
limacciosa. Gli capita un giorno di entrare nella chiesetta diroccata di San
Damiano, poco fuori città. Lì vive il suo incontro con il Crocifisso – la grande
immagine oggi custodita dalle clarisse.
Il
Crocifisso di San Damiano ha uno sguardo vivo, è un Gesù che emerge dalla
tomba, avendo attraversato le ombre della morte. È un Vivente che guarda
lontano, fino ai confini del mondo, scrutando dentro il cuore di ognuno. Il
giovane Francesco vi sta davanti a lungo. E intuisce che c’è un centro nella
vita. Perché in quell’icona tutti i personaggi guardano a Gesù, oppure lo
indicano con un gesto della mano, oppure parlano di Lui» (don Paolo Alliata, C’era
come un fuoco ardente, ed. PONTE ALLE GRAZIE).
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