«Appena si avvicina la sera l’aria sente odore di
minestra, di aglio e di cipolla. Pietro porta con sé, in casa dell’amico,
Severino, il quale ne sembra subito rapito. Lo commuove a tavola il pane con la
croce sulla crosta; il pane è fatto in casa, è buono quando è raffermo di una
settimana, e poiché manca di sale, ha ancora il gusto del grano. Gli ricorda il
pane della sua gioventù» (Ignazio Silone, Il
seme sotto la neve, Mondadori, p. 414).
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