«Devo dirlo fin da subito, sin dal primo
capitolo delle mie memorie: chi non è disposto a intraprendere il cammino del
fallimento sociale non potrà seguire Gesù Cristo. Non ci si deve ingannare,
così stanno le cose. Non tutti i fallimenti conducono a Dio, ma posso
assicurare che nessun successo conduce a Lui. A salvarci sono i fallimenti che
non si trasformano in disperazione o, detto in altre parole: disperarsi
impedisce a un determinato fallimento di dare il suo frutto evangelico. Dunque,
chi fallisce e non si dispera si trova nelle migliori condizioni possibili per
comprendere e vivere il Vangelo. Per questo motivo fallire può essere la
maggiore delle fortune e la benedizione più grande. Ecco perché educare un
cristiano significa prepararlo a fallire nel modo giusto.
Voglio
inoltre aggiungere che un successo evangelico spesso è all’apparenza un
fallimento umano» (Pablo d’Ors, L’oblio
di sé, Vita e Pensiero, p. 41).
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