Ricordo la riapertura della chiesa di
Santa Lucia a San Benedetto del Tronto.
Ero bambino e accompagnai mio nonno
Giuseppe alla cerimonia. Fu un bel momento di festa. Lo ricordo perché, tornati
a casa, scrissi una breve e semplice cronaca per il giornale diocesano. Ricordo,
poi, l’attesa di ricevere il settimanale per sfogliare quella carta stampata
così particolare, perché era un giornale diverso da tutti gli altri giornali:
era il nostro giornale.
E, finalmente, ritrovare tra gli altri
articoli, scritti da persone “grandi”, anche il mio piccolo scritto,…
Fu un’emozione straordinaria!
Mi sembrava di aver raggiunto un
traguardo eccezionale e impensabile: uno spazio sul giornale diocesano.
Da lì in avanti, incoraggiato dai miei
genitori, ho continuato a scrivere…
Ricordo che qualche anno dopo – ormai
ero alle scuole superiori – un mio compagno di classe, che curava per il
giornale diocesano le sintesi delle catechesi di Papa Giovanni Paolo II, un
giorno mi chiese di sostituirlo per qualche settimana. Così, compravo L’Avvenire del giovedì, leggevo con
attenzione la catechesi settimanale e cercavo di sintetizzare il pensiero del
Papa…
Ho detto che cercavo di sintetizzare, perché le parole del Papa mi sembravano
sempre troppo importanti per essere riassunte e quindi a volte mi dilungavo…
Poi stampavo l’articolo, lo rileggevo un’infinità di volte per essere sicuro
che non ci fossero errori, uscivo di casa e andavo alla cartolibreria Urania di San Benedetto, dove lo consegnavo
al prof. Pietro Pompei per la pubblicazione.
Non sono mai stato un collaboratore vero
e proprio, né ho mai preso il patentino; sono solo uno a cui ogni tanto piace
scrivere. Nel mio caso è importante l’ogni
tanto, perché, non avendo un impegno fisso, ho la possibilità di scrivere
solo quando mi sembra di avere qualcosa da scrivere!
Adesso ho un blog ed è molto più facile
pubblicare i miei pensieri, ma, come ho avuto modo di dire durante gli incontri
di Vicaria, in cui noi preti abbiamo parlato de L’Ancora, il giornale diocesano è stato per tanti l’occasione per
raccontare, l’occasione per coltivare la passione per la scrittura, l’occasione
per raggiungere le persone con un pensiero buono, con una riflessione,… Tutto
questo continuerà a essere assicurato dalla versione online (www.ancoraonline.it), ma non sarà la stessa cosa: c’è tanta
gente che non va su internet e tanta gente che continua a preferire la carta
stampata. Pazienza!
Quest’anno della Misericordia mi ha
visto impegnato nella scrittura di alcune riflessioni sulle opere di
Misericordia. Ho pubblicato le sette opere di misericordia corporale e poi mi
sono preso un po’ di tempo per scrivere quelle di misericordia spirituale. Nel
frattempo non pubblicavo nulla sul giornale diocesano e le nonne della parrocchia, preoccupate, sono venute a cercarmi per
dirmi: «Ma non pubblica più? Che succede?
Perché non scrive più?».
Il buon direttore Pietro Pompei, il
caporedattore Simone Incicco e i lettori mi scuseranno per quest’opera rimasta
a metà, ma dovevo pur lasciare qualcosa di inedito per il primo numero cartaceo,
che uscirà alla ripresa della pubblicazione del nostro giornale, no?
Il nostro
giornale si chiama L’Ancora e
l’ancora è l’immagine con cui si raffigura la virtù teologale della speranza; e
allora, come non sperare in un ritorno alla stampa?
Arrivederci, amica,
arrivederci! [dGL]
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