martedì 5 aprile 2016

A fuochi spenti

La storia si è addormentata da poco.
Riaprirà gli occhi l’anno prossimo, più o meno di questi tempi.
Fino ad allora: «Buonanotte e buon ricordo di quello che è stato!».

Mi sento vecchio oggi.
Vecchio e fuori tempo.

Domenica ho parlato da innamorato, da innamorato di Cristo e dell’uomo.

Domenica ho parlato da innamorato ferito, ferito dall’indifferenza nei confronti di Uno che muore in croce per amore nostro e poi risorge e ci fa risorgere con Lui e così rende nuove tutte le cose.

Certamente non mi sono mancati i motivi di gioia in questa Quaresima e in tutta la Settimana Santa perché i credenti, i fedeli, hanno espresso tutta la loro generosità e gratuità: ce l’hanno messa tutta, si sono messi in gioco animando persino le ore notturne dell’adorazione eucaristica tra lunedì e martedì santo, una novità introdotta quest’anno per dare la possibilità a chi lavora di fermarsi un po’ in chiesa a pregare.

È stato edificante guardare i miei parrocchiani pregare.

Sorrido pensando che, nel buio della notte, potrebbe essere andato da Gesù anche qualche Nicodemo...

Le campane hanno suonato, hanno richiamato, hanno avvisato, hanno ricordato,…
Ma con tutto il loro entusiasmo, non sono riuscite a rompere l’indifferenza,...
Continuo a sperare che, almeno, sentendole suonare qualcuno si sia chiesto: «Ma che ci sarà stasera in Duomo?».

Eppure tutto era molto bello, caldo, amichevole, accogliente,…

Domenica ho parlato da innamorato ferito, perché è vero che a ubriacarsi durante la festa patronale sono in pochi, ma anche un solo figlio ubriaco toglie al padre la gioia, toglie il sorriso, toglie il sonno, toglie la festa.

Domenica ho parlato da innamorato ferito, perché l’uomo, come Dio l’ha fatto, è una meraviglia, e vedere questa meraviglia inquinata da sostanze, naturali o chimiche, mi fa tristezza, mi addolora.

Domenica ho parlato da innamorato ferito, perché la Madonna di San Giovanni, vera protagonista della festa, è sistematicamente dimenticata, messa da parte, quasi tollerata: il momento centrale della festa sono i fuochi d’artificio.

Domenica ho parlato da innamorato ferito, perché la storia della città, in cui risiedo ormai da quattro anni, non si fa vivendoci per un giorno…
… perché, poi, a fuochi spenti, sono pochi quelli che si impegnano a mantenere vivace il cuore della comunità.

Domenica ho parlato da innamorato ferito, perché amo questa comunità cristiana e vorrei vederla bella viva tutto l’anno, coi giovani che si danno da fare per far fiorire il giardino parrocchiale e civile coi loro bei talenti e, invece, mi ritrovo a desiderare l’impossibile: l’altro giorno mi sono sorpreso a pregare perché a quei cristiani, che frequentano la messa quotidianamente e si impegnano generosamente per non far mancare alla parrocchia quanto è necessario, il Signore conceda di ringiovanire di almeno vent’anni per poter aiutare con la forza di una nuova giovinezza quella chiesa che tanto amano!

Ma sono fantasie, le fantasie di un vecchio innamorato.

E non importa se Domenica non sono stato compreso, o se sono stato male interpretato; a me interessa che m’abbiano capito Gesù e Sua Madre: loro sanno cosa c’è nel mio cuore.
Questo mi basta. [dGL]

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