lunedì 16 marzo 2015

Tra me e te


«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 3,14-15).

Chissà cosa avrà pensato Nicodemo a queste parole di Gesù.

A me, Nicodemo di oggi, davanti agli occhi è apparso subito il Cristo crocifisso.

Stando ai piedi della croce, mi sono messo a guardare il Figlio dell’uomo che ha amato fino alla fine.

Sulle sue mani, in particolare, s’è posato il mio sguardo:
le braccia sono tese e le mani, inchiodate, sono aperte.

In qualsiasi momento, io posso mettere la mia mano nella sua e camminare con Lui.

Però, dalla parte opposta c’è l’altra mano che resta tesa verso qualcun altro.
Ogni prossimo può prendere quella mano: può stringerla un mio amico, uno sconosciuto e persino un mio nemico.

Prendendo per mano il Crocifisso, accetto che dall’altra parte possa esserci chiunque; accetto di camminare con Gesù, ma anche di camminare con qualsiasi altro fratello.

Prendendo per mano il Crocifisso, accetto d’esser fratello di Cristo e di ogni uomo.

Così il Crocifisso continua a fare il miracolo: trasfigurare il più grande dolore in uno sconfinato amore! [dGL]

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