Mentre percorro
le stazioni della Via Crucis con la
comunità parrocchiale, penso alla passione di Gesù e alla Sua misericordia che
davvero è per tutti: nello sguardo di Gesù ciascuno può sentirsi a casa, anche
il più incallito peccatore.
E il problema di
chi si ritiene giusto e lo condanna,
non sta nella durezza delle parole di Gesù che tenta di scuoterlo, di
convincerlo che è ancora possibile cambiare, di persuaderlo che Lui è venuto
proprio per questo; anche quelle sono parole cariche d’amore.
Il problema di
chi si ritiene giusto sta nell’accettare
la propria condizione di uomo sempre bisognoso di redenzione: più egli sta
vicino a Gesù e più sente il peso di una tradizione fatta di forme, di una
giustizia sterile, che indurisce anziché ammorbidire, che riduce a uno schema
anche la persona del fratello, del prossimo, dell’amico,…
... gli pare troppo
rischioso seguire Gesù, troppo faticoso e doloroso abbracciare la Sua croce,
troppo difficile vivere nel Suo perdono, nella Sua Risurrezione,…
Eppure Gesù sta
ancora lì e lo chiama, e mi chiama!
E a lui e a me con la Sua grazia ricorda che a
Dio tutto è possibile! [dGL]
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