«Domani mi presenterai il quadro della situazione.», ordinò il Re al
suo consigliere.
L’uomo
tornò a casa, entrò nel suo studio e preparò il cavalletto e una grande tela
bianca. Poi prese dal cassetto una tavolozza, un paio di pennelli e la scatola
dei colori. Versò dell’acqua in un bicchiere e diede uno sguardo ai colori. Si
accorse che erano tutti colori scuri.
«Come farò ora a
dipingere il quadro per il Re?», si chiese con un po’ di
preoccupazione. Avrebbe potuto ordinare i colori mancanti, ma non sarebbero
arrivati prima di una settimana e il Re aveva chiesto il quadro per il giorno
dopo.
Il consigliere sapeva che era molto rischioso farlo aspettare.
Prese
a camminare pensieroso su e giù per la stanza. Avrebbe potuto dipingere il
quadro usando quei pochi colori scuri, ma il Re si sarebbe fatto un’idea cupa
della situazione e si sarebbe immaginato una realtà totalmente negativa.
Avrebbe potuto diluire i colori usando l’acqua, ma il risultato sarebbe stato un
quadro dai toni sbiaditi e sarebbe stato difficile per il Re farsi un’idea definita
della situazione.
Immerso in questi pensieri, il consigliere si
sedette in mezzo alla stanza e si mise a fissare la tela bianca.
Trascorse
una parte della notte cercando una soluzione.
Finalmente
si addormentò.
La mattina dopo, entrò nello studio e, guardando un’ultima
volta la tela rimasta bianca, decise che avrebbe presentato al Re la tela così
com’era, chiedendogli di avere pazienza e spiegandogli che aveva ritenuto più giusto aspettare
di avere tutti i colori, piuttosto che dipingere un quadro non rispettoso della
verità. [dGL]
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